Le complesse dinamiche tra i "palazzi" della politica e l'intervento delle "piazze" che condussero alle "radiose giornate" del maggio 1915 e all'ingresso dell'Italia nella Grande Guerra non costituiscono un fenomeno isolato della storia nazionale. Il volume ripercorre alcuni specifici e cruciali tornanti nella storia italiana in cui si è manifestata con particolare forza un'articolata interazione tra istituzioni nazionali e mobilitazioni dell'azione collettiva nella decisione politica: dal dibattito sull'esercito garibaldino dell'aprile 1861 all'attitudine della guardia nazionale nei confronti del Parlamento del maggio 1873; dallo stato d'assedio di Milano del 1898 allo svolgimento della "settimana rossa" del giugno 1914, fino alla marcia su Roma dell'ottobre 1922; dall'attentato a Togliatti del 1948 alle manifestazioni di Genova del 1960; dall'autunno caldo del 1969 alla contestazione universitaria del febbraio 1977; dalla marcia dei Quarantamila dell'ottobre 1980 al lancio delle monetine a Craxi del 1993. Ne esce un affresco interessante per ripensare tradizioni critiche e punti di forza dalla vita socio-politica e istituzionale dell'Italia unita.
"Il dibattito sul clima ha assunto una nuova dimensione legata, soprattutto, a quanto è avvenuto negli ultimi 40 anni, ovvero da quando il tema clima è stato "ribattezzato" Global Warming, passando da prevalente argomento di interesse scientifico a dibattito politico-finanziario. La costituzione dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) nel 1988, sotto l'egida dell'ONU, come organo indirizzato a fornire una chiara visione scientifica del potenziale impatto sociale ed economico del Cambiamento climatico antropico, ha sottratto definitivamente alla scienza il confronto e il dibattito, spostandolo verso i media e il sistema di comunicazione, assumendo quindi una esclusiva dimensione politico-finanziaria. Questo volume nasce con il preciso obiettivo di riaprire un dibattito attraverso un confronto aperto, libero e plurale. L'idea di fornire informazioni razionali, corredate di dati e riferimenti scientifici, è stata accolta da molti scienziati ed esperti i quali affrontano, in questo volume, la complessa tematica ambientale da molteplici punti di vista, con il necessario rigore scientifico." (Alberto Prestininzi). Presentazioni di Gabriele Scarascia Mugnozza, Guus Berkhout, Enzo Siviero.
Al centro dell'opera troviamo una profonda critica alla politica di dominio, alla ragion di Stato, a una certa idea di realismo, tutte dettate dalla "doppia morale". Tutte quelle situazioni in cui un comportamento, ritenuto disdicevole nel contesto della vita privata, familiare e civile, assume immediatamente un'aura di legittimità e di impunità non appena venga accostato ad uno Stato. La realtà, denuncia Ropke, è che comunque lo si chiami, rimane un atto che «emana lo stesso acuto aroma del machiavellismo». La logica della doppia morale che giustifica la "dispensa" accordata al politico, in nome della ragion di Stato, appare la quintessenza della politica intesa come ragione della forza bruta, del potere senza controllo, così distante dall'ideale di giustizia al quale ci si approssima per tentativi ed errori, moltiplicando i poteri, contrapponendoli ed equilibrando le forze in campo. Da questo punto di vista, Ropke giunge a soluzioni istituzionali che guardano a forme di federalismo tra comunità politiche liberali e democratiche che cedono, via via, funzioni di sovranità, una volta avviato un processo di disarticolazione della stessa.
Quando nasce la «seconda Repubblica»? Quali caratteri peculiari, in termini di culture politiche, piattaforme programmatiche, processi sociali e istituzionali, contribuiscono al rafforzamento della fase bipolare in Italia? E come se ne spiega il tracollo? Muovendo da questi interrogativi, il volume riflette sulle grandi fratture che hanno segnato un tempo particolare della biografia politica repubblicana, sul superamento dei perimetri partitici tradizionali e sull'apertura di una stagione "nuova" che non ha però sanato - malgrado le attese iniziali - contraddizioni e anomalie del sistema politico italiano, rimasto nel limbo di una estenuante transizione dovuta anche alla perdurante mancanza di legittimazione reciproca tra le forze politiche. Storici e politologi indagano le ragioni per le quali il passaggio dalla dinamica consociativa alla logica dell'alternanza nella guida del Paese non ha coinciso con un processo di ammodernamento dell'architettura istituzionale, quantomeno sul terreno del rafforzamento del principio di governabilità. Dai loro contributi emerge il quadro delle condizioni che sono mancate all'Italia per imboccare il sentiero di una compiuta democrazia "decidente". La riflessione non può ovviamente prescindere dall'approccio di respiro internazionale: tenendo in assoluta considerazione i mutamenti strutturali che dopo il 1989 investono la dimensione pubblica oltre i confini della penisola, viene quindi esaminato il rapporto che intercorre tra le difficoltà dell'Italia e il ruolo che essa ha giocato sullo scacchiere europeo, come pure sono investigate le dinamiche che incidono sulle relazioni transatlantiche nel momento di passaggio dal vecchio al nuovo sistema politico-partitico. Guardando alla realtà con le lenti dell'oggi, si apre la fase in cui è doveroso approfondire le vicende di una «seconda Repubblica».
Roma capitale era una condizione necessaria del giovane Regno d'Italia o segnò da quel momento in poi i caratteri del percorso unitario italiano? L'evento di Porta Pia fu un momento di coesione nazionale o un elemento divisivo che pesò a lungo nella nostra storia nazionale? A tutte queste domande, e a molte altre, sei autori, di generazione diversa e di sensibilità storiografiche differenti, hanno cercato di rispondere in questo volume, che riflette sul 150° anniversario della presa di Roma. Analizzando le varie componenti del sistema politico, gli autori hanno cercato di evidenziare il percorso che condusse a Roma e i suoi riflessi nel prosieguo della storia d'Italia, in un contesto internazionale sempre più complesso e articolato. Si è cercato così di illustrare gli avvenimenti, compresi quelli militari, nella loro interezza, unica via per restituire la complessità degli avvenimenti storici e per facilitarne la comprensione.
Le sfide dell'oggi - poste dall'accelerazione dei cambiamenti climatici, dalla rapida trasformazione dei conflitti sociali, dalla nascita di nuove situazioni di marginalità multidimensionali - necessitano di risposte partecipate e coordinate; di un impegno condiviso da una pluralità di soggetti; di ingegnerizzare azioni orientate alla creazione di valore multidimensionale. L'imperativo della partecipazione, del coordinamento e della multidimensionalità può essere concretizzato in soluzioni capaci di rispondere alle questioni emergenti solo con la costruzione di un unico linguaggio teorico che, per il tramite di strumenti innovativi, diventa operativo per imprese, soggetti pubblici, scuole, università ed enti del terzo settore. L'obiettivo di questo manuale operativo è quello di introdurre logiche, modelli e schemi di rendicontazione non finanziaria, progettazione sociale e aziendale e valutazione d'impatto, al fine di favorire, presso tale pluralità di attori, l'attivazione di processi capaci di nascere e alimentarsi all'interno del framework della Nuova Economia, per l'attuazione della transizione verso uno sviluppo sostenibile che sia pienamente partecipato e multidimensionale.
Il presente volume vuole offrire un contributo al dibattito sull'insostenibilità del modello di sviluppo. Questo tema, affrontato più volte in sede internazionale, nell'ambito delle Conferenze ONU, è giunto a un momento di svolta con l'adozione dell'Agenda 2030, con la quale si indica la strada verso modelli di economia e di società più sostenibili, in una accezione ampia di sostenibilità, riconoscendo, di fatto, ufficialmente i limiti del modello di sviluppo attuale. Il testo si rivolge a un pubblico ampio, al fine di stimolare la consapevolezza e la coscienza critica rispetto a questioni fondamentali per la qualità della vita e per il futuro dell'umanità e del pianeta. Ma, soprattutto, portando all'attenzione alcuni "casi studio" di esperienze trasformative del modello di sviluppo economico, realizzate in contesti locali difficili, vuole anche lanciare il messaggio che modelli alternativi sono possibili partendo dalle "sperimentazioni dal basso", dalle "primavere delle comunità locali" promosse da organizzazioni di Terzo Settore e di cittadinanza attiva. Un incoraggiamento alle donne e agli uomini impegnati quotidianamente e, molto spesso, volontariamente nel terzo settore e in forme di cittadinanza attiva affinché continuino nella loro significativa e concreta testimonianza di un cambiamento dal basso, in direzione del bene comune.
Il vero cambiamento, nella storia dell'Italia e degli italiani, è quello che si è realizzato tra il 1948 e il 1978. Dopo il passaggio dalla guerra alla pace, dal fascismo alla democrazia, concluso con l'entrata in vigore della Costituzione, lo slancio della ricostruzione post-bellica si è trasformato nel boom economico e il Paese si è industrializzato, urbanizzato e scolarizzato con un'intensità senza precedenti. Questo volume racconta come, pur con errori e contraddizioni, l'Italia è diventata una delle prime sette potenze economiche del mondo e una miseria secolare è stata radicalmente sconfitta, anche se vari problemi sono rimasti aperti e la ricchezza ne ha creati di nuovi. Il cambiamento è stato possibile, in un contesto internazionale favorevole, perché gli italiani si sono uniti in uno sforzo comune e perché il raggiungimento di traguardi inediti ha favorito la loro unità. Malgrado le divisioni laceranti create dalla Guerra fredda, è in questo trentennio di democrazia e di crescita che sono stati "popolo" più che in qualsiasi altro momento della loro storia. Questo libro a più voci racconta le riforme che hanno favorito il cambiamento - da quella agraria alla Cassa per il Mezzogiorno e alla scuola media unica -; come si sono trasformate le città, la famiglia e la Chiesa; come si è evoluta la cultura di massa attraverso il Giro d'Italia e il Festival di Sanremo, la televisione e il cinema; come le migrazioni interne e il Sessantotto hanno dato alla società italiana un volto nuovo. Presentazione di Antonio Iodice e Giuseppe Acocella.