Se ne ignorano l'autore, l'esatto periodo di composizione e persino il titolo preciso: un fitto mistero avvolge questo poemetto, accrescendone il fascino lungo i secoli. In un'opera che condensa i punti caratteristici della cultura tardo medioevale, si narra dell'amore del poeta per una donna di grande bellezza, attorno al quale si sviluppano innumerevoli digressioni: le proprietà nascoste delle pietre preziose, le descrizioni mirabolanti del palazzo in cui vive l'amata, gli affreschi delle sue stanze. Dopo che l'amante si dichiara sottomesso ai voleri di lei, viene rivelata la natura allegorica della vicenda: la donna è l'intelligenza umana, il palazzo e la corte sono il corpo e l'anima.
L'Usignolo, si sa, canta l'amore. 'I Canti dell'Usignolo', raccolta di cinque fiabe, perciò cantano l'amore: la ricerca dell'amore; l'amore sentimento; le illusioni dell'amore; l'amore, sete di verità; l'amore accoglienza; l'amore mistico. La raccolta ha visto probabilmente la luce alcuni anni fa in un paese della Sicilia e ci è pervenuta anonima. Il manoscritto lascia intendere che l'opera circolava in alcuni esemplari fotocopiati, dono per gli amici nel Natale 1996. Una di queste copie è giunta nelle mani di chi ne ha curato l'edizione. Probabilmente l?autore sceglie l'anonimato perché desidera così dare una maggiore autonomia al suo scritto di modo che il lettore se ne possa appropriare con maggiore libertà.