Non un partito, ma uno «spartito», un manifesto per rilanciare il ruolo politico della società civile, grande ricchezza del nostro paese. Il mondo così com'è non ci piace: guerre, crisi climatica, crisi economica, crisi dei diritti, disuguaglianze, povertà. Eppure il tempo che stiamo vivendo è un'occasione: proprio questo è il momento per cambiare rotta, invertire la marcia. Serve uno spartito che cambi la musica, un piano, un metodo diverso. È da questa consapevolezza che nasce Piano B, un progetto collettivo che unisce diversi esponenti della società civile allo scopo di proporre un'alternativa al modello di sviluppo dominante. Da dove iniziare? Al centro del discorso politico va riportata la persona, intesa in tutte le sue dimensioni. Ciò significa abbandonare la prospettiva individualistica: la persona è tale perché è in relazione con il resto dell'umanità e tutte le forme di vita, è aperta all'altro e all'infinito; la persona esiste solo in rapporto al luogo in cui vive, all'ambiente nel quale si colloca, all'insieme dei rapporti che costruisce. Puntare sulla persona significa prendersene cura dalla nascita alla morte, investendo sulla sua educazione e formazione; preoccuparsi del lavoro e dell'abitare; adoperarsi per la tutela dell'ambiente, per la rigenerazione dei territori e delle forme democratiche dello Stato. Significa, inoltre, ripartire dalla Costituzione e impegnarsi per metterla in atto. Piano B muove dalla certezza che l'attuale modello di sviluppo è malato, il progresso economico di per sé non garantisce la felicità: la domanda più profonda di «ben-vivere» ci spinge a porre l'attenzione su altri fattori, come la salute, l'istruzione, la qualità della vita relazionale, la crescita e la ricchezza delle opportunità. Per realizzare questo progetto, alle due mani tradizionali dell'economia (mercato e istituzioni) deve unirsi una terza mano - delle imprese e delle organizzazioni sociali responsabili - e una quarta - della cittadinanza attiva. Un sistema a quattro mani è l'unico in grado di promuovere la crescita e la vitalità della società civile, che è la vera forza della democrazia. La sfida per un futuro più desiderabile passa da un rilancio della partecipazione. Per rispondere alla complessità del presente, Piano B propone dunque un nuovo paradigma sociale e civile, declinato in diciassette parole fondative e fortemente legato ai concetti di generatività, solidarietà e sostenibilità, così presenti nel pensiero e nelle azioni di papa Francesco. Per ognuna di queste parole si parte dall'interpretazione angusta e limitante della cultura contemporanea per aprire l'orizzonte verso una visione più ampia e generativa, che mette in connessione il pensiero con le buone pratiche che già esistono nel nostro paese, ma che spesso restano in sordina. Un progetto politico ambizioso, quello del Piano B, che mira a far risuonare la sinfonia dell'Italia attiva, facendo emergere una visione comune, in grado di incidere sull'opinione pubblica e sulla politica. Com'è già accaduto in occasione della recente riforma costituzionale promossa dalla società civile, che ha portato a introdurre nella Costituzione lo sviluppo sostenibile e la salvaguardia dell'ambiente, per la tutela delle future generazioni. Continuando su questa strada, la scommessa di Piano B è quella di diventare un punto di riferimento aggregante, che aiuti a orientare il cambiamento verso un benessere diffuso, equo e sostenibile.
Mai nella storia i massimi imperi si sono trovati contemporaneamente in crisi, al punto da temere per la propria esistenza. Questa è in essenza la Guerra Grande, che è appena iniziata e di cui nessuno può immaginarne la fine. Un conflitto disegnato di tre protagonisti - Stati Uniti, Cina e Russia - in due teatri principali. Con Cina e Usa in crescente frizione nell'Indo-Pacifico, mentre Stati Uniti e Russia si affrontano lungo i bordi dell'Eurasia occidentale fra Mar Nero e Baltico, epicentro Ucraina. Il primo numero di Limes del 2023 fa il punto sulla guerra che insanguina l'Europa orientale, inserendola nel più ampio quadro geopolitico che appare destinato a connotare il prossimo futuro. Tempo caratterizzato dagli spasmi del "momento unipolare" americano post-1989 e dalla brutale gestazione di un nuovo assetto. Un processo i cui esiti restano aperti.
L'Ucraina è paese belligerante nella guerra scatenata dall'invasione russa. Ma è anche, soprattutto, tragico campo di battaglia di un conflitto che ha i suoi maggiori attori in potenze altre rispetto allo Stato ucraino. La Russia, certo. Ma sempre più l'America, per tramite della Nato. Con la Cina in posizione di vigile, schierata e non passiva osservazione. Da questa circostanza prende le mosse il sesto numero di Limes del 2022. Da difesa dell'Ucraina aggredita, il sostegno militare economico e diplomatico dell'Alleanza Atlantica - soprattutto di Washington, che da inizio guerra ha già stanziato oltre 60 miliardi di dollari per Kiev - si è trasformato in versione aggiornata e ancora in fieri della celebre dottrina del contenimento. Le cinque parti del numero - nell'ordine: "Il senso russo per la guerra", "Americani ed europei: diversamente in guerra", "Il fronte ucraino", "Ucraina/Ucraine", "La russificazione del Donbass" - analizzano da molteplici angolazioni il contesto, compresi gli sviluppi della guerra sul campo; con contributi di autori italiani e stranieri. Limes si basa sull'incrocio di competenze e approcci molto diversi. Ad essa collaborano infatti studiosi (storici, geografi, sociologi, politologi, giuristi, antropologi eccetera) ma anche decisori (politici, diplomatici, militari, imprenditori, manager eccetera), in uno scambio aperto di opinioni e in una feconda contaminazione di approcci. Salvo le opinioni apertamente razziste, in quanto tali avverse a un dibattito aperto e paritario, tutte le idee politiche e geopolitiche hanno pieno accesso alla rivista. Essa si fonda infatti sul confronto contrastivo di rappresentazioni e progetti geopolitici diversi o anche opposti. L'essenziale è che essi siano riconducibili a conflitti di potere nello spazio (terrestre, marittimo, aereo), e che siano quindi cartografabili. L'uso di cartine geopolitiche è quindi essenziale per sviluppare il confronto, e su Limes infatti la cartografia abbonda.
L'aggressione di Putin all'Ucraina ha fatto emergere profonde divisioni in ampi settori della società civile che, pur orfana di partiti, si riconosce nei valori fondamentali della sinistra. Poiché non si tratta di questioni marginali e poiché MicroMega considera un valore irrinunciabile il confronto a sinistra, anche molto aspro, anche fra posizioni molto distanti fra loro, nel numero in uscita il 14 luglio ospitiamo un grande forum sulla guerra in Ucraina e sulle questioni centrali che sono emerse in questi mesi come le più controverse a sinistra: sostegno alla resistenza ucraina, invio di armi, ruolo dell'Occidente, minaccia nucleare. Questo grande "a più voci" ospiterà le opinioni di Erri De Luca, Simona Argentieri, Luciano Canfora, Carlo Rovelli, Valerio Magrelli, Pierfranco Pellizzetti, Alessandro Gilioli, Norma Rangeri, Lucio Baccaro, Gad Lerner, Dacia Maraini, Maurizio De Giovanni, Moni Ovadia, Pierluigi Sullo, Cinzia Sciuto, Domenico De Masi, Sergio Cofferati, Giuliana Sgrena, Wlodek Goldkorn, Furio Colombo, Pancho Pardi, Nando dalla Chiesa, Rosi Braidotti, Nicola Lagioia. Arricchiscono il numero un intervento del direttore Paolo Flores d'Arcais che critica analiticamente le posizioni sulla guerra in Ucraina espresse da Jürgen Habermas, un saggio dello storico Giovanni Savino che analizza i testi di riferimento che sorreggono l'ideologia del regime di Putin, un intervento del politologo Mischa Gabowitsch che spiega il senso dell'uso delle parole "fascismo" e "nazismo" nella retorica putiniana e una rassegna curata da Mario Barbati di tutti coloro che in Occidente, e non certo da oggi, hanno di fatto rafforzato il potere di Vladimir Putin. Micromega è una rivista di cultura, politica, scienza e filosofia fondata nel 1986 da Paolo Flores d'Arcais.
"È mio dovere prospettarvi determinate realtà dell'attuale situazione in Europa. Da Stettino nel Baltico a Trieste nell'Adriatico, una cortina di ferro è scesa attraverso il continente. Dietro quella linea giacciono tutte le capitali dei vecchi Stati dell'Europa centrale e orientale." Così Winston Churchill nel famoso discorso del 5 marzo 1946 alla Camera dei Comuni britannica. Quasi mai la storia si ripete uguale a se stessa. Per questo il quinto volume di Limes del 2022 è intitolato "La cortina di acciaio", a segnalare le due grandi differenze tra la storica cortina di ferro e l'attuale scenario europeo. Primo: la guerra ucraina sta approfondendo un nuovo fossato, in parte già esistente e che a differenza dell'originaria cortina di ferro è spostato molto più a est, sula verticale Baltico-Mar Nero. Secondo: se la cortina di ferro si rivelò nel tempo relativamente permeabile al dialogo tra le due superpotenze, grazie a una grammatica comune figlia anche del corale sforzo bellico contro il Terzo Reich, lo iato che oggi si apre tra Russia e resto d'Europa - afferente all'America in termini geostrategici - si prospetta potenzialmente più ampio e difficile da colmare. Da questa considerazione prende le mosse il volume, le cui tre parti indagano: le implicazioni strategiche del conflitto sul rapporto Russia-Europa e sugli schieramenti globali (Parte I: Dal ferro all'acciaio); lo stato attuale del conflitto e i rischi di escalation incontrollata (Parte II: Guerra senza limiti); le conseguenze militari e geopolitiche della storica prospettiva di riarmo tedesco (Parte III: La Germania corre alle armi, e gli altri?). In appendice La storia in carte a cura di Edoardo Boria.
Le vicende politiche e umane dei grandi protagonisti della storia, le luci e le ombre del loro dominio, l’impronta di quei potenti che ancora oggi ci condiziona.
Da Pericle a Papa Wojtyla, passando per Augusto, Napoleone, Hitler, Stalin, De Gasperi e altri, scaltri simulatori, trascinatori di folle, imperatori, dittatori feroci, abili uomini di Stato o più umilmente pastori di anime hanno segnato il destino dei popoli. Nelle lezioni tenute con grande successo all’Auditorium di Roma (delle quali questo volume raccoglie i testi) tra ottobre 2008 e maggio 2009, alcuni fra i maggiori storici italiani e l’autorevole studiosa francese Michelle Perrot raccontano le vicende politiche e umane dei grandi protagonisti della storia e svelano le luci e le ombre dei tanti modi di governare gli uomini, quanto sia stata e sia ancora forte l’impronta di quei potenti, quanto ancor oggi quel modello e quel potere ci condizioni.
Indice
La democrazia di Pericle di Luciano Canfora - L’impero di Augusto di Andrea Giardina - La santità governata. I tre papi di san Francesco di Chiara Frugoni - Solimano il Magnifico di Alessandro Barbero - Napoleone e il bonapartismo di Alberto Mario Banti - Mussolini e il fascismo di Emilio Gentile - Stalin e il comunismo di Andrea Graziosi - Hitler e il nazismo di Vittorio Vidotto - La repubblica di De Gasperi di Giovanni Sabbatucci - La Chiesa di papa Wojtyła di Andrea Riccardi - Donne e uomini di fronte al potere di Michelle Perrot - Gli autori - Referenze iconografiche
Il Libro della politica 2007-2008 è il primo vero narrative reference sulla politica. Giorno per giorno, da gennaio 2007 fino alle elezioni politiche 2008, il racconto puntuale, senza commenti, della politica italiana e del contesto internazionale. Il volume è aperto da una conversazione con Massimo Bordin, direttore di Radio Radicale, da cui conduce da anni la più seguita rassegna stampa quotidiana politica. In coda, un'appendice dedicata alla presidenza Napolitano, e al quadro completo dei dati delle elezioni politiche 2008. Come supporto documentale, una amplissima linkopedia tematica consente di accedere direttamente alla fonte degli avvenimenti narrati, attingendo allo sterminato archivio del sito www.radioradicale.it
Nell'agosto del 1983 a Brentonico, in Trentino, nell'ambito della "scuola estiva" di formazione politica organizzata dalla Lega Democratica e dalla Rosa Bianca, quattro importanti intellettuali, fra i principali animatori del cattolicesimo democratico italiano (il sociologo Achille Ardigò, gli storici Roberto Ruffilli e Pietro Scoppola, il giornalista e scrittore Paolo Giuntella), ricordavano Aldo Moro e Vittorio Bachelet - due grandi personalità assassinate dai terroristi delle Brigate rosse - presentando due loro raccolte di scritti. Le brevi ma intense relazioni di quell'incontro non furono mai pubblicate, se non quella di Roberto Ruffilli, che la rivista mensile "Il Margine" pubblicò cinque anni dopo, all'indomani del suo assassinio avvenuto il 16 aprile 1988. Anche Ruffilli, infatti, venne ucciso dalle Brigate rosse. Memoria e futuro si intrecciano in queste pagine, dove tanti potranno ritrovare non solo il ricordo indelebile di chi non c'è più, ma anche riflessioni e orientamenti oggi necessari come ieri.
Questo libro ci parla di Politica a 360 gradi grazie agli interventi dei maggiori studiosi nel campo delle scienze umane. A coordinare il tutto il Ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni.
Il volume è il tentativo di diffondere attraverso "dialoghi possibili" scritti da studiosi e affidati al teatro, alla radio, a queste pagine, ad altre forme di comunicazione, la conoscenza oggi circoscritta, sfocata o distorta, di cinque figure-chiave della storia italiana: Francesco Crispi, Francesco Saverio Nitti, Donato Menichella, Luigi Sturzo e Giuseppe Di Vittorio. Il progetto nasce dalla constatazione che è oggi debole, debolissima, la consapevolezza del contributo di idee e di azione degli uomini e delle donne che hanno concretamente lavorato a disegnare il paese. Non vi è un orgoglio diffuso nell'avere questi e altri "padri fondatori". La conoscenza, lo studio, anche di primissimo livello, rimangono prerogativa degli "specialisti", non concorrono alla formazione di una cultura politica nazionale. L'opera racconta il percorso di costruzione del progetto, raccoglie i dialoghi costruiti dagli studiosi, le schede di presentazione dei personaggi e le scene degli incontri. I dialoghi anticipano la fase drammaturgica, mentre ai testi degli studiosi segue un esempio di traduzione teatrale.