In queste meditazioni Divo Barsotti tratta delle virtù teologali in rapporto con le cosiddette virtù negative: l'umiltà e l'obbedienza. Il dono delle virtù teologali, per realizzare il suo fine - la partecipazione alla vita divina da parte dell'uomo - comporta necessariamente l'esercizio delle virtù negative. Sono queste, infatti, che aiutano l'anima a collocarsi da creatura davanti a Dio, nella verità di un autentico rapporto con Dio. Sta qui il fondamento della vita contemplativa: "Attraverso l'esercizio delle virtù teologali noi ci trasformiamo in Dio... Nella misura in cui tu fai posto a Dio nella fede, nella speranza e nella carità, tu divieni Dio stesso perché Dio vive in te".
L’autore legge il testo degli Atti degli Apostoli accostandolo alla lectio divina. E’ una lettura degli Atti alla luce della Provvidenza divina, che guida la storia: L’idea centrale di Barsotti è quella della convergenza di tutta la Storia della salvezza su Roma, dove termina un cammino cominciato con l’uscita di Israele dall’Egitto. Per Barsotti la storia dei primi passi della Chiesa è paradigmatica per noi oggi che dobbiamo saper applicare a noi stessi quanto vissero i primi cristiani guidati dalla potenza dello Spirito del Cristo Risorto.
Divo Barsotti (Palaia, 1914 - Firenze, 2006), pochi anni dopo l’ordinazione sacerdotale, per interessamento di Giorgio La Pira si trasferì a Firenze, dove iniziò la sua attività di predicatore e scrittore. Ai nostri giorni è unanimemente riconosciuto come mistico, e come uno degli scrittori di spiritualità più importanti del secolo appena trascorso. La sua produzione letteraria è notevolissima: più di 150 libri, molti dei quali tradotti in altre lingue, e diverse centinaia di articoli presso quotidiani e riviste di spiritualità. Ha scritto commenti alla Sacra Scrittura, studi su vite di santi, opere di spiritualità, poesie. Tra i suoi testi più importanti: Il Mistero cristiano nell’Anno liturgico, Il Signore è uno, Meditazioni sull’Esodo, La teologia spirituale di san Giovanni della Croce, La religione di Giacomo Leopardi, La fuga immobile. Ha fondato la “Comunità dei figli di Dio”, famiglia religiosa di monaci (sacerdoti e fratelli), che vivono in case di vita comune, e laici consacrati che vivono nel mondo; in tutto circa duemila membri. Vicino alla sensibilità del cristianesimo orientale, Barsotti ha, tra gli altri, anche il merito di aver fatto conoscere in Italia figure di santi della Russia quali Sergio di Radonez, Serafino di Sarov, Silvano di Monte Athos, con il suo lavoro Cristianesimo russo. Ha insegnato teologia per più di trent’anni presso la Facoltà teologica di Firenze e ha vinto diversi premi letterari come scrittore religioso.
Non è il solito diario di viaggio che rievoca, giorno dopo giorno, con sforzo di esattezza, i luoghi visitati. In queste pagine Divo Barsotti confida piuttosto le impressioni, le vibrazioni interiori, le brevi ma intense meditazioni che l’incontro diretto, da tempo atteso e agognato, con la «santa Russia» ha fatto nascere nella sua anima. Nessuna pretesa di spiegare la ricchezza della spiritualità e dell’anima cristiana dei russi. Ma la constatazione gioiosa che la sintonia e le affinità interiori con la Russia, che da sempre hanno caratterizzato la sua esperienza di studioso e soprattutto di mistico, trovano conferma nella simpatia e nella venerazione con cui egli è stato accolto dall’umile gente cristiana.
Meditazione sull’Esodo di don Divo Barsotti apparve la prima volta nel 1967 per i tipi della Queriniana di Brescia; da allora si sono succedute diverse edizioni; la sua forza sta nella convinzione di don Divo che questo libro fondamentale della Bibbia ha ancora e sempre un meraviglioso potere di parlare agli uomini d’oggi.
Lungi dall’essere un freddo e distaccato commento esegetico, il volume si trasforma in un vero e corposo nutrimento per lo spirito dei lettori, che con le parole e gli approfondimenti sapienti di don Barsotti sono guidati a interpretare il loro presente e il loro futuro.
Divo Barsotti (Palaia, 1914 - Firenze, 2006), pochi anni dopo l'ordinazione sacerdotale, per interessamento di Giorgio La Pira si trasferì a Firenze, dove iniziò la sua attività di predicatore e di scrittore. Ai nostri giorni è unanimemente riconosciuto come mistico, e come uno degli scrittori di spiritualità più importanti del secolo appena trascorso. La sua produzione letteraria è notevolissima: più di 150 libri, molti dei quali tradotti in lingue straniere, e diverse centinaia di articoli presso quotidiani e riviste di spiritualità. Ha scritto commenti alla Sacra Scrittura, studi su vite di santi, opere di spiritualità, diari e poesie. Tra i suoi testi più importanti: Il Mistero cristiano nell'anno liturgico, Il Signore è uno, Meditazione sull'Esodo, La teologia spirituale di San Giovanni della Croce, La religione di Giacomo Leopardi, La fuga immobile. Ha fondato la “Comunità dei figli di Dio”, famiglia religiosa di monaci, formata da laici consacrati che vivono nel mondo e religiosi che vivono in case di vita comune; in tutto, circa duemila persone. Vicino alla sensibilità del Cristianesimo orientale, Barsotti ha, tra gli altri, anche il merito di avere fatto conoscere in Italia figure di santi della Russia quali Sergio di Radonez, Serafino di Sarov, Silvano del Monte Athos, con il suo lavoro Cristianesimo russo. Ha insegnato teologia per più di trent'anni presso la Facoltà teologica di Firenze e ha vinto diversi premi letterari come scrittore religioso.
Delitto e Castigo, L’Idiota, I demoni, I fratelli Karamazov... l’opera del grande Dostoevskij indagata alla luce della fede da Divo Barsotti.
“L’opera di Dostoevskij è stata per me un messaggio e mi ha svegliato dal sonno. Non mi avrebbe svegliato e oggi non mi interesserebbe più, se Dostoevskij fosse stato per me solo uno scrittore.
Egli non è semplicemente uno scrittore, sia pur grande, egli è un profeta. Per lui mi ha parlato Dio. L’ho riconosciuto
nel tormento di Raskòlnikov dopo il delitto; nella pietà e nella forza di Sonja. Mi ha disturbato ne L’idiota la gura
del principe perché mi sembrava voler sostituire il Cristo; ma l’ho amato nell’umiltà e nella dolcezza di Sonja de L’adolescente, nella luminosa bellezza di Macario, l’ho sentito presente nell’umiltà di Tichon ma anche nell’orrore della morte di Kirillov e nella condanna di Stavrògin; nalmente l’ho veduto nello staretz Zosima e in Aljòša. Sempre Dio era presente. La sua presenza dava un senso agli avvenimenti, dava un nome a ogni uomo. Il silenzio non era vuoto,
era il silenzio di Dio che riempiva di sé ogni luogo, ogni avvenimento, era la vita nella comunione con lui, era la morte nella volontà di ri utarlo, di volerlo negare”.
Uno dei più importanti scrittori di spiritualità del nostro tempo conduce il lettore a gustare la drammaticità delle pagine bibliche di Giosuè, che illuminano e indicano cosa significhi esser fedeli all'Alleanza con Dio.
Tre diverse raccolte di poesie di questo grande autore del Novecento sono raccolte in questo volume. Immanenza, trascendenza, amore, unità sono le parole tematiche essenziali della poesia di don Barsotti e della sua poetica; più che parole tematiche, sono addirittura le note con le quali compone la sua armonia. Non si penetra nel suo mondo se non si accetta che tutto il suo discorso è una tessitura di assoluti; tutto è riportato al confronto, al paragone (usando questi termini nel loro senso più forte) con l'assoluto che Dio ha posto come un seme nell'uomo e che, entro la storia, è continuamente irraggiungibile e fuggente. La vita umana è dunque divisa in perpetuo tra attesa e presenza, tra evento e profezia, tra incompiutezza e totalità; e al tempo stesso trova il suo significato nell'unità di quelle sempre rinascenti divisioni. Il bilico infinito tra immanenza e trascendenza si proietta e si risolve nell'unità (che è il vero volto del mondo redento dal Cristo) mercé l'intermediazione dell'amore, il quale, proprio perché tensione all'unità, supremo valore, partecipa insieme dell'immanenza e della trascendenza, del tempo e dell'eterno, dell'io e di Dio.
Il carteggio tra Divo Barsotti e Giuseppe Dossetti si snoda per oltre quarant'anni, dai primi anni cinquanta a metà degli anni novanta del Novecento, e testimonia l'evolversi del rapporto tra l'inquieto sacerdote pisano e uno dei protagonisti più originali della vita politica, istituzionale e religiosa del Novecento italiano. Nelle lettere emergono i problemi che attraversano le loro vite, la storia del paese e le vicende della Chiesa italiana: domande sull'autenticità e sulla fedeltà alle proprie scelte, sulle difficoltà di relazione con la Chiesa degli anni '50, sui possibili modi di essere cristiani nel tempo e nella storia, sui profondi bisogni di rinnovamento e di riforma ecclesiale. Spesso il discorso si allarga ed emerge la ricca trama di contatti e avvenimenti in cui si inserisce il loro rapporto: la vita politica nazionale da cui Dossetti è uscito, lasciando una complessa e discussa eredità; la vivacissima Firenze degli anni '50 e '60, con Giorgio La Pira e molti altri; la vita locale, politica ed ecclesiale di Bologna. Anche i grandi fatti della storia internazionale sono presenti: la guerra del Vietnam, la tensione tra i due blocchi, occidentale e sovietico, le questioni mediorientali e il conflitto israelo-palestinese. Le lettere rappresentano così il racconto di due vite, attraverso cui rileggere alcune delle questioni cruciali della fede cristiana e della società italiana del secolo scorso. Questioni che, a ben vedere, giungono fino ai nostri giorni.
Don Divo Barsotti nella sua lunga vita ha avuto molti contatti con svariate persone di ogni livello sociale e culturale. Per la prima volta, dal suo immenso epistolario, vengono qui pubblicate alcune lettere, la cui caratteristica è di trattare la direzione spirituale. Si ha così modo di entrare nel profondo dell'interiorità di don Divo e di coloro che a lui si affidavano per essere accompagnati nella ricerca di Dio. L'occasione della pubblicazione è legata al centenario della sua nascita, avvenuta il 25 aprile 1914.
Dei molti diari che Don Divo Barsotti ha scritto durante la sua lunga vita, questo, che copre gli anni dal 1973 al 1975, è uno dei più interessanti perché incentrato sulla figura di Cristo. Egli già scriveva in un precedente diario: "Tutta la vita è solo rapporto col Cristo ed Egli è la sola Realtà". Cristo assume quindi ne L'attesa la statura di centro, di Assoluto, di Trascendente incondizionato. Egli è "la mèta", non "la via". Cristo è Dio ed esiste un'unica via per giungere all'Amore: l'amore. Per giungere a Dio, per realizzare la prima unione con Lui è necessario passare per il deserto del nulla - vedere "sprofondare la Chiesa nel vuoto", sopportare il "silenzio di Dio", portare "il male del mondo" - ma soprattutto fare il vuoto nell'uomo con le sue passioni devastanti.
"Le pagine barsottiane raccolte in questo volume sono dedicate ad alcuni letterati italiani del '900: Italo Svevo, Luigi Pirandello, Cesare Pavese, Aldo Palazzeschi, Tornasi di Lampedusa, Clemente Rebora ed Eugenio Montale. Barsotti, come osserva Massimo Naro, ha vissuto una profonda sintonia con questi scrittori (e con tanti altri), 'portandosi sempre appresso i loro libri e custodendo dentro di sé l'eco della loro parola, come una sorta di viatico: nella loro scrittura letteraria rintracciava le formulazioni più efficaci anche delle sue interiori domande, dei suoi personali 'perché', mentre pure si rendeva conto di dover discernere il senso autentico - quasi sempre implicito, quasi mai dichiarato - dei loro dubbi, delle loro rivendicazioni, dei loro appelli. Leggerli e interpretarli, [...] significava per lui rintracciare il mondo e ritrovarsi nel mondo. Ma non per indugiare su quella soglia, che anzi - sentiva con impellenza di dover oltrepassare. Si trattava per lui di risonare quelle umane parole all'orecchio di Dio: solo così esse sarebbero state finalmente dotate di senso, davvero ascoltate e capite." (dalla Presentazione di Massimo Naro)
Per l'autore di questo libro, don Divo Barsotti, fondatore della "Comunità dei figli di Dio", la Messa è vita e il Mistero Eucaristico è un atto sempre nuovo, vissuto, preparato, sentito come incontro vivo e drammatico con Gesù Cristo e il suo Sacrificio che ci riscatta, atto di amore che ci fa partecipi della vita divina, mistero nuziale e compimento della vita cristiana del battezzato. La vita di don Barsotti era tutta tesa verso la Messa, e da questa poi si dipana per lo sviluppo della sua azione, della sua giornata e della sua missione. E questo d'altronde è il carisma della famiglia religiosa di monaci da lui costituita nel 1946, formata da laici consacrati e religiosi il cui impegno è vivere la radicalità battesimale con i mezzi che sono propri della grande tradizione monastica."Nella Messa c'è tutto!" era solito dire don Divo ai suoi giovani monaci. E davvero da ogni pagina del volume appare evidente che l'autore è un uomo "rapito" dal Mistero del Padre e di Cristo nell'Eucaristia.