Si può parlare di un «Sessantotto cattolico»? E se è esistito, è stato solo una componente della contestazione giovanile, irrilevante e risucchiata dall'attrazione a specifiche e ramificato a livello europeo, se non su scala globale? Quali ne sono i riferimenti culturali, le reti di collegamento, i momenti e i luoghi in cui si è sviluppata una riflessione comune? Esiste davvero, insomma, una sorta di filo rosso che unisce gli studenti della JEC parigina e gli universitari cattolici che a Madrid scendono in piazza contro Franco, le avanguardie cattoliche della contestazione belga e gli studenti italiani che si sono mobilitati sin dall'inizio degli anni Sessanta? A tali interrogativi vuole rispondere questo libro, che analizza le direttrici di marcia che hanno portato i giovani cattolici europei «verso il Sessantotto », considerando un arco temporale ampio, che comprende il passaggio tra anni Cinquanta e Sessanta e gli orientamenti del mondo studentesco europeo del decennio che precede la contestazione. Italia, Francia, Belgio, Olanda, Germania, Austria, Spagna: paesi che hanno avuto un Sessantotto spesso dirompente, alimentato proprio dalla gioventù cattolica. Gli studenti cattolici hanno in parte anticipato le istanze di contestazione, dal protagonismo generazionale alla vocazione antiautoritaria, declinandola in ambito ecclesiale e sociale. Come i loro compagni, anzi ancor prima dei loro compagni, hanno vissuto i lunghi anni Sessanta come un anticipo di contestazione, mettendo in sinergia, non senza contraddizioni, tensioni spirituali, esperienze associative e aspirazioni sociali.
"Giorgio Rumi ha lasciato un segno evidente nelle vicende umane che ha percorso. Lo ha lasciato con la sua attività di storico, di studioso esigente e ricercatore inesausto; con la sua propensione ad interpretare i filoni più autentici che nel tempo si sono mossi, dandone conto con massima scientificità e con grandissima capacità di comunicare, ad ogni livello; con la sua passione istituzionale, fatta di rispetto per la tradizione e compartecipazione piena; con la sua naturale prontezza all'analisi e alla critica, sempre acute e fondate". (Dalla Prefazione di Michele Busi e Michele Bonetti).
L'anniversario dei 150 anni dall'unificazione nazionale ha riproposto modi diversi di celebrare o di ripensare la storia italiana. Non sono mancati i tentativi di chi, ancora una volta, ha provato ad alimentare l'epica risorgimentale, con l'obiettivo di rafforzare un sentimento di appartenenza messo in discussione in tante fasi della nostra storia. Altri sono ritornati alla genesi, sofferta, dello Stato nazionale e ai molti problemi che sono riconducibili al processo unitario e alle sue conseguenze di lunga durata. Entrambe le prospettive hanno prodotto, nel tempo, un profluvio di studi e di occasioni di confronto, concorrendo a consolidare interpretazioni persino configgenti, sintomo di fratture non troppo lontane da quelle post-risorgimentali. E tuttavia, a 150 anni dal processo unitario, è forse venuto il momento di far spazio a prospettive meno dialettiche e divisive, non perché si possano negare i molti nodi problematici che connotano la storia dell'Italia unita, ma perché questa stessa storia è stata via via arricchita da energie positive e propositive, di vario segno e di diversa ispirazione, che sono state capaci di traghettare il paese verso un processo di modernizzazione segnato, sì, da limiti e storture tuttora assai evidenti, che però ha trasformato profondamente la vita di milioni di italiani. Questo volume intende riportare alla luce un settore della storia italiana che ha saputo dare un contributo significativo allo sviluppo culturale e sociale...
Giuseppe Dalla Torre Del Tempio di Sanguinetto (1885-1967) è stato tra i rappresentanti più autorevoli del mondo cattolico. Ha iniziato la carriera giornalistica appena diciottenne, collaborando con diverse riviste cattoliche dell’epoca. Dal 1909 ha diretto il quotidiano di Padova «La Libertà». Laureatosi in Giurisprudenza, è stato assessore comunale dal 1910 al 1912. Ha rivestito diversi incarichi nell’ambito del movimento cattolico, arrivando nel 1911 a presiedere l’Azione Cattolica padovana. Nel 1912 Pio X lo ha nominato presidente dell’Unione popolare. Benedetto XV lo ha promosso presidente della Giunta direttiva dell’Azione Cattolica e, nel 1920, direttore dell’«Osservatore Romano», incarico che il conte Dalla Torre ha ricoperto per più di un quarantennio, sino al 1960. Dalla Torre è anche stato presidente dell’Unione internazionale della stampa cattolica. A quarant’anni dalla sua morte, l’Università Cattolica del Sacro Cuore e la Libera Università Maria Santissima Assunta hanno voluto dedicargli due momenti di riflessione e di studio, che si sono svolti nel novembre del 2007 presso la sede dei due Atenei, a Milano e a Roma. Sono stati chiamati a portare il loro contributo diversi studiosi, con l’intento di sviluppare un confronto serio e fondato su nuovi scavi documentari, per offrire un quadro il più possibile ampio e circostanziato della biografia di Dalla Torre, riscoprendo i lineamenti di una personalità lucida e coraggiosa, il cui profilo umano e intellettuale fornisce suggerimenti preziosi per leggere e affrontare alcuni nodi problematici dell’età contemporanea.
Interventi di Daniele Bardelli, Maria Bocci, Edoardo Bressan, Giuseppe Dalla Torre, Giuseppe Ignesti, Francesco Malgeri, Lorenzo Ornaghi, Mario Pendinelli, Gianpaolo Romanato, Achille Silvestrini, Claudio Siniscalchi, Claudio Vasale, Gian Maria Vian. Maria Bocci è ordinario di Storia contemporanea presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Si è occupata di storia della Lombardia, di cattolicesimo sociale e di storiografia otto-novecentesca. Si è soffermata sul dibattito alimentato dall’intellettualità cattolica in età fascista e nel momento costituente, sul progetto culturale di padre Agostino Gemelli e sui rapporti fra Università Cattolica e fascismo. Ha collaborato alla progettazione della Storia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, per la quale ha scritto L’Università Cattolica nelle carte degli archivi (Vita e Pensiero, Milano 2008) e ha curato Agostino Gemelli e il suo tempo (Vita e Pensiero, Milano 2009). Tra i suoi lavori anche alcune monografie: La Casa del Popolo alla Fontana (Milano 1990), Ester Angiolini nella città di Ambrogio (Milano 1992), Oltre lo Stato liberale. Ipotesi su politica e società nel dibattito cattolico tra fascismo e democrazia (Roma 1999), Agostino Gemelli rettore e francescano. Chiesa, regime, democrazia (Brescia 2003).
Sesto volume della Storia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Il volume pubblica gli atti del convegno «“Nel cuore della realtà”. Agostino Gemelli e il suo tempo», svoltosi a Milano, in Università Cattolica, tra il 28 e il 30 aprile 2009, in occasione del cinquantesimo anniversario della morte di padre Gemelli. Si articola in varie sezioni, che corrispondono alle sessioni del convegno, ed è introdotto dal saluto del Magnifico Rettore. Nella prima parte, intitolata «Materialismo cattolico»?, sono comprese le relazioni introduttive e basilari del convegno, con interventi sulla formazione e sulla specializzazione medica di Gemelli, sulla sinergia fra medievalismo e modernità che connota il suo progetto culturale, sul rapporto fra scienza e fede istituito dal padre fondatore dell’Università Cattolica e sulla sua presidenza della Pontificia Accademia delle Scienze. La seconda parte, intitolata Protagonista della vita della Chiesa, prevede contributi dedicati alle relazioni intessute da Gemelli con i pontefici e ai suoi interventi in materia concordataria e nel riordino degli studi ecclesiastici. È anche presente un intervento sulla questione dell’antisemitismo. La terza parte, denominata Alla frontiera della psicologia, approfondisce l’importante contributo che Gemelli ha dato allo sviluppo di questa disciplina, mentre la quarta è dedicata ai Rapporti internazionali sviluppati dal rettore. Nella quinta ed ultima parte, intitolata La società e le sue trasformazioni, sono presenti lavori che rimandano agli interessi coltivati da Gemelli in settori allora all’avanguardia, come le scienze sociali e le discipline che si occupano di produzione e lavoro, dei mezzi di comunicazioni di massa e dello sport. Un contributo affronta poi il tema dell’eugenetica. In chiusura il volume prevede un saggio sulla diffusione di un’opera di Gemelli assai famosa e più volte tradotta, vale a dire "Il Francescanesimo".
Gli autori
Maria Bocci è professore ordinario di Storia contemporanea presso la Facoltà di Scienze della formazione dell’Università Cattolica. Si è occupata di storia della Lombardia, di cattolicesimo sociale, del contributo della storiografia otto-novecentesca alla formazione dell’identità italiana, di storia dell’Università Cattolica e del dibattito alimentato dall’intellettualità cattolica sullo Stato e sulla società civile. Tra i suoi lavori si ricordano i volumi La Casa del Popolo alla Fontana (Milano 1990), Ester Angiolini nella città di Ambrogio (Milano 1992), Oltre lo Stato liberale. Ipotesi su politica e società nel dibattito cattolico tra fascismo e democrazia (Roma 1999), Agostino Gemelli rettore e francescano. Chiesa, regime, democrazia (Brescia 2003), L’Università Cattolica nelle carte degli archivi (Milano 2008).
Il volume raccoglie un nucleo di saggi volti ad approfondire la complessa figura di Amintore Fanfani sotto un duplice profilo: quello del docente di storia economica e delle dottrine economiche nonché quello dell'uomo politico e delle istituzioni. L'analisi del suo lungo impegno politico ed istituzionale ha comportato la messa a fuoco dei nodi principali della storia dell'Italia dal secondo dopoguerra alla fine del secolo XX. L'indagine è stata corredata anche dalla percezione che della figura di Fanfani hanno avuto paesi come la Francia, la Germania, la Gran Bretagna, gli Stati Uniti, la Jugoslavia, la Russia, nonché vaste aree dell'America latina. Sono emersi, tra l'altro, aspetti di attualità che il pensiero e l'azione di Fanfani offrono alla società odierna.