Dieci drammi teatrali che esprimono il tormento dell'anima russa nei cupi anni dello stalinismo. Se da un lato Bulgakov fu in un certo qual modo "protetto" da Stalin, dall'altro lottò vanamente perché le sue opere teatrali venissero rappresentate. Delle dieci contenute in questo volume soltanto quattro poterono essere messe in scena, le altre vennero implacabilmente respinte dalla censura. I giorni drammatici della Rivoluzione, la farsa tragica dell'esistenza quotidiana, il "realismo socialista", personaggi come Puskin e Molière: ecco soltanto alcuni degli argomenti di queste dieci gemme teatrali. Con un'introduzione di Anatolij Smeljanskij, l'edizione completa dell'opera drammaturgica dell'autore russo.
Woland, incarnazione di Satana, capita nella Mosca degli anni '20. Con interventi magici sconvolge l'ambiente teatrale e letterario, smascherando soprusi e favoritismi. Aiuta soprattutto il Maestro, scrittore vittima della censura per un romanzo su Pilato (di cui vengono riportati nella narrazione alcuni capitoli, quelli relativi alla condanna a morte di Cristo). Rinchiuso in manicomio, come indesiderabile, viene liberato grazie all'intervento di Margherita, la donna da lui amata, che accetta di diventare strega e per una notte guidare il gran sabba di Satana.
Pubblicato per la prima volta nell'almanacco "Nedra (Mosca, 1925), il romanzo breve "Uova fatali", narra le vicende di Vladimir Ipat'evic Pérsikov, uno geniale scienziato che scopre un raggio misterioso in grado di moltiplicare l'attività della sostanza vivente, ma che rimane vittima della propria scoperta, lanciata in un mondo oppresso da una burocrazia asfissiante e disumana, nella quale non è difficile riconoscere l'apparato statale dell'ancor giovane Russia sovietica. Il romanzo, insieme al famoso "Cuore di cane", costituisce una prima messa a fuoco dell'ambiente da cui doveva scaturire, in una lunga gestazione iniziata pochi anni più tardi, il romanzo "Il maestro e Margherita".
Questo romanzo breve di Michail Bulgakov è la storia tragicomica del professor Vladimir Ipat'evic Pérsikov, insigne scienziato, direttore dell'Istituto Zootecnico di Mosca, autorità indiscussa nel campo dei rettili e degli anfibi, che scopre un "raggio" dalle proprietà straordinarie che ne rende rapidissima e gigantesca la crescita; purtroppo, per l'errore di un burocrate ottuso e zelante, finirà per creare una generazione di orrendi mostri. "Uova fatali" si legge come un racconto di fantascienza, ma è anche una satira del comunismo degli anni della NEP, sfavillante di luci e intriso di ottusità, di chiusure, di entusiasmi ridicoli, di burocratismi insulsi e un ammonimento per quanto si profilava all'orizzonte della nuova URSS: la dittatura di Stalin.
L'universo artistico di Bulgakov racchiude in sé una straordinaria varietà di mondi, luoghi e situazioni: ne sono un esempio "La guardia bianca", le "Memorie di un giovane medico", "Cuore di cane", "Le uova fatali", le "Memorie di un defunto e "Il maestro e Margherita". La scelta dei testi e la curatela del volume sono affidati a Merietta Cudakova.
Questi racconti tesi, asciutti, drammatici, percorsi da una vena sottile di umorismo narrano, in prima persona, alcuni episodi vissuti dall'autore in un angolo sperduto della provincia russa a contatto con un'umanità primitiva e superstiziosa. Essi sono la trasposizione letteraria della durissima "prova iniziatica" subita dal giovane Bulgakov, appena uscito dalla facoltà di medicina e spedito a dirigere un ospedale rurale e ad affrontare, da solo, casi clinici spesso sconvolgenti. Costituiscono inoltre il punto d'incontro della duplice personalità scientifica e artistica di Michail Afanas'evic e testimoniano il suo passaggio dall'attività medica all'attività di scrittore.