Questo libretto è nato per far conoscere meglio Maria ai bambini, attraverso gli episodi evangelici che la riguardano.
I bambini sono aiutati a scoprire i fiori che Maria ha coltivato nel suo cuore e sono invitati ad imitarla coltivando le stesse piantine, approfittando delle piccole croci che incontrano nelle loro giornate e affidandosi all’aiuto di Gesù.
In un tempo in cui un numero crescente di persone si rende conto del vicolo cieco imboccato dalla società dei consumi e dell’incapacità delle sue offerte di soddisfare i bisogni vitali della persona, molti riscoprono la pratica del digiuno. Rinuncia all’insaziabile frenesia del mondo, all’angoscia dell’effimero che la sottende, il digiuno è sempre stato, in tutte le tradizioni spirituali, una via di purificazione corporale, psichica e spirituale. Jean-Claude Noyé, giornalista della redazione di Prier, che anima regolarmente sessioni di digiuno spirituale, ci introduce alla varietà e alla storia di queste pratiche che il nostro tempo sta riscoprendo. Presenta anche alcune figure di grandi digiunatori, non solo eremiti, ma anche persone impegnate nella vita attiva. Al termine di un percorso che illustra le modalità del digiuno nelle diverse tradizioni cristiane, ma anche musulmane, ebraiche e buddiste, offre anche una serie di consigli pratici su come, perché e dove digiunare oggi.
Il libro offre un quadro omogeneo e il più possibile completo del percorso di Vaccaro, ricostruendo il catalogo delle opere e dei disegni, il regesto della vita, l'esperienza teatrale e riportando un'appendice documentaria con atti inediti inerenti la sua vita pubblica e privata. Con un saggio di Riccardo Lattuada su Andrea Vaccaro
Taizé nasce nella Francia occupata dai nazisti come comunità monastica, voluta da un giovane protestante svizzero, Roger Schutz-Marsauche, che non crede all’esistenza di frontiere invalicabili fra i paesi, le confessioni religiose, le culture, le generazioni. In un’epoca in cui l’uomo sembrava aver smarrito ogni speranza, frère Roger fonda sulle dolci colline della Borgogna un luogo di riflessione, di preghiera e di dialogo, dapprima riservato ai confratelli protestanti e poi con il passare degli anni aperto anche ai cattolici e agli anglicani (l’unità dei cristiani, così tanto desiderata…). Taizé diventa in poco tempo una delle realtà più vitali del mondo cristiano, capace di parlare – in un’Europa sempre più atea – alla società e, in particolare, ai giovani, e impegnata a fare dell’ecumenismo una pratica davvero quotidiana. Le immagini dei tantissimi ragazzi che ogni anno da tutte le parti del mondo si radunano festanti sulle colline francesi per pregare e stare insieme sono forse la rappresentazione più efficace dello spirito di Taizé. Ma altrettanto significativi sono i legami che frère Roger e la sua comunità hanno stretto con Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, con uomini politici come Mitterrand, con intellettuali e artisti come Wim Wenders, e i progetti di aiuto alle zone più povere del pianeta, dall’Africa, all’Asia, all’America latina.
Nelle pagine di questo libro il cantiere avviato dalla comunità di Taizé – diretta dal 2005 da frère Alois, dopo la tragica scomparsa di frère Roger –, si rivela un’opera titanica nella sua semplicità, una tra le più alte di tutta la spiritualità del XX secolo. Dopo aver assistito alla sconfitta dei totalitarismi, all’esaurimento delle ideologie e aver contribuito a riavvicinare molte voci discordi della cristianità, Taizé ha ora di fronte la sfida forse più difficile: ridare una speranza cristiana a un mondo soffocato da un relativismo privo di una prospettiva autenticamente umana.
Omaggio al grandissimo antropologo che il 28 novembre 2008 ha compiuto cent'anni, quest'intervista, raccolta dagli scrittori Silvia Ronchey e Giuseppe Scaraffia, tocca tutti i suoi temi che sono anche i temi del nostro tempo: estetica, letteratura, clonazione umana, razzismo, la famiglia nella società contemporanea... Intense sono le pagine dedicate ad argomenti più intimi: al senso del sacro, alla morte e, non ultima, all'amata scimmietta Lucinda.
"La nostra scienza è giunta alla maturità il giorno in cui l'uomo occidentale ha cominciato a rendersi conto che non avrebbe mai capito se stesso, finché sulla faccia della terra, una sola razza, o un solo popolo, fosse stato da lui trattato come oggetto. Solo allora l'antropologia ha potuto affermarsi per quello che è: un'impresa, che rinnova ed espia il Rinascimento, per estendere l'umanesimo a guisa dell'umanità. Permetterete dunque, che le mie ultime parole siano per quei selvaggi, la cui oscura tenacia ci offre ancora modo di assegnare ai fatti umani le loro vere dimensioni: quegli Indiani dei tropici, e i loro simili sparsi per il mondo, che mi hanno insegnato il loro povero sapere in cui consiste, tuttavia, l'essenziale delle conoscenze che voi mi avete incaricato di trasmettere ad altri; e verso i quali ho contratto un debito di cui non mi sentirei liberato nemmeno se, al posto in cui mi avete messo, potessi giustificare la tenerezza che mi ispirano, e la riconoscenza che ho per loro, continuando a mostrarmi quale fui fra loro, e quale, fra voi, vorrei non cessare di essere: loro allievo, e loro testimone."
Acredine, esasperazione, fastidio, insofferenza, rancore, irritazione, impazienza, malessere, frustrazione, disgusto, insoddisfazione, collera... quante sfumature di amaro può assumere la micro-conflittualità di coppia? In questo tipo di guerre, in cui niente è irrilevante, l'unica certezza è quella del torto altrui. Per l'insopportabile abitudine del partner di abbandonare in giro la biancheria sporca o cercare affannosamente le chiavi nella borsa senza mai trovarle saremmo perfettamente disposti, in certi momenti, a buttare via un'intera relazione. Siamo ossessionati da futili dettagli, meditiamo lungamente meschine vendette. Sgradevole, a volte devastante, ma pure incline a sconfinare nella stramberia o nella comicità conclamata, l'ostilità reciproca svolge un ruolo essenziale nel rapporto di coppia, producendo persino effetti positivi. Come? Ce lo dice Kaufmann, sorridente anatomo-patologo della vita di coppia, attraverso una serie di interviste - talora sofferte, talora esilaranti - in cui non mancheremo di riconoscerci.
Jean-Claude Kaufmann, sociologo, è direttore di ricerca al CNRS di Parigi. Tra i suoi libri tradotti in italiano: "Trame coniugali. Panni sporchi e rapporto di coppia" (Dedalo, 1995), "C'era una volta il principe azzurro. Donne che vivono da sole ma non smettono di sognare" (Mondadori, 2000), "Corpi di donna, sguardi d'uomo: sociologia del seno nudo" (Cortina, 2007); pubblicati dal Mulino, "La vita a due" (1996) e "Quando l'amore comincia" (2005).
Lei fa la giornalista finanziaria. Ha due hobbit di sesso maschile. Il più grande ha quattro anni, ama le donne, il cioccolato e "Il Signore degli Anelli". Da grande farà il cavaliere Jedi. Il più piccolo ama le papere e le scarpe. Ha gli occhi tondi, come il protagonista di un fumetto giapponese. Nei suoi quasi due anni di vita ha detto "sì" una volta sola e se n'è subito pentito. Lei ha un marito part-time, barese e comunista, che passa buona parte del suo tempo a Londra dove lavora e dove probabilmente ha una vita parallela con un'altra moglie e altri figli, inglesi. Insieme a loro c'è spesso Valentina Diolabenedica, la baby sitter degli hobbit, la persona più importante dell'elasti-vita. Abitano a Felicity Place. Intorno a loro c'è Milano, ma i residenti di questo bizzarro posto tra le magnolie sono convinti di vivere in un ridente sobborgo americano e crescono i figli a Coca-Cola con ghiaccio, tacchino ripieno e pop corn cotti nel microonde. Lei ha i piedi per terra, i capelli a carciofo e un cronico senso di colpa. Ha giornate complicate e notti impegnative. Non si veste da strafiga perché sta scomoda, non si trucca perché non ne ha il tempo, non si mette la crema idratante perché se ne dimentica. Se per sbaglio chiude gli occhi, crolla addormentata. Lei è un'elasti-mamma, nel bene e nel male.
Ogni organizzazione desidera assumere i candidati migliori, così come ogni candidato all'assunzione desidera potersi esprimere al meglio delle proprie possibilità. Al centro di questo intreccio di aspettative si trova il selezionatore, la cui competenza nell'utilizzo di una serie di tecniche e di strumenti decide l'efficacia della selezione. Il testo ripercorre un percorso di selezione reale descrivendo i differenti momenti in cui si articola: la definizione del profilo del candidato, il reclutamento e la convocazione, il colloquio, i test, le prove di gruppo, la stesura del profilo psicoprofessionale e la valutazione, il colloquio con la linea e l'assunzione. Per ciascun passaggio vengono proposti esempi di materiali diagnostici, brani di colloqui e schede di valutazione che consentono di riconoscere le molteplici attività che il selezionatore è chiamato a svolgere, evidenziando le opzioni disponibili, esplicitando le ragioni delle scelte suggerite e ipotizzando i risultati ottenuti.