La sensibilità marca profondamente la nostra esistenza: piene di forme sensibili sono la vita diurna così come quella che ci regalano i sogni notturni, la musica che ascoltiamo gli affetti che proviamo e i sapori che gustiamo. Ma la sensibilità è anche facoltà attiva: parlando, disegnando, modificando la materia che ci circonda produciamo ogni volta sensibilità. Se la scienza, la filosofia, il diritto ci hanno abituato a scorgere nella razionalità il tratto distintivo della specie umana, e nella ragione la facoltà che rende veramente umana la vita dell'"homo sapiens", il libro di Emanuele Coccia infrange questa lunga tradizione di pensiero, riabilitando una modalità negletta eppure onnipresente della nostra esistenza. Ancor prima di essere pubblicato in italiano, "La vita sensibile" è già stato tradotto in francese, spagnolo, portoghese e rumeno, ed è stato recensito su "Le Monde".
«La vita non è che un'unità cosmica che stringe la materia della Terra in un'intimità carnale. Siamo tutti carne della stessa carne, indifferentemente dalla specie cui apparteniamo». Un saggio dirompente, che ribalta in modo radicale la nostra idea di cambiamento. Tutto è metamorfosi e di questo facciamo esperienza fin dalla nascita, perché nascere significa ereditare una vita che ha già vissuto - il suo Dna, il suo respiro, la sua carne, i suoi atomi - e sforzarsi di darle un altro volto. È ciò che accade a tutte le specie attraverso l'evoluzione: ciascuna è la metamorfosi di una forma che ha già vissuto e che si prolunga nella diversità dell'altra. Questa continuità lega tutti i viventi tra di loro e con la Terra, l'immenso bruco da cui si liberano, a ogni istante, le farfalle delle specie. Filosofo italiano tra i più noti e stimati a livello internazionale, Emanuele Coccia ha fatto di questo libro brillante e originale, tradotto già in diverse lingue, la metamorfosi dei saperi più diversi: dalla zoologia alla filosofia, dalla biologia alla linguistica, dalla botanica alla letteratura. Ne risulta una visione in cui l'essere umano stesso è uno zoo ambulante, frutto ed espressione di una forma di vita più vasta e interconnessa.
La casa è l'evento morale per eccellenza. Prima che un artefatto architettonico, secondo Emanuele Coccia è un artefatto psichico, che ci fa vivere meglio di quanto la natura consentirebbe. È lo sforzo di adeguare noi stessi a ciò che ci circonda e viceversa, una forma di addomesticamento reciproco tra cose e persone. È l'estensione di ciò che cominciamo a fare nascendo: costruire intimità con quel che ci sta accanto. Ecco perché coincide con l'io, e ci dimostra che per dire io abbiamo bisogno degli altri. Partendo dai suoi trenta traslochi, con stile affabulatorio e brillante, personalissimo, mescolando discipline diverse e analizzando argomenti in apparenza ordinari, la cucina, gli armadi, i letti e i corridoi, persino i bagni, senza tralasciare la genitorialità, il sesso e la cura, Coccia affronta in modo appassionante un argomento ancestrale e modernissimo, che ci riguarda tutti.
Abbiamo adorato dèi antropomorfi e fatto per millenni degli animali l'oggetto del nostro culto. Eppure la forza cosmogonica più importante sul nostro pianeta sono le piante: sono loro le nostre ultime divinità. Sono loro ad aver prodotto il mondo così come lo conosciamo e lo abitiamo. Sono loro a mantenerlo in vita. Attraverso la fotosintesi, hanno permesso di cambiare lo statuto della materia che ricopre la crosta terrestre, trasformandola in centro di accumulazione dell'energia solare. E soprattutto hanno trasformato irreversibilmente la nostra atmosfera. Non illudiamoci: lungi dall'essere un elemento qualunque del paesaggio terrestre, le piante cesellano e scolpiscono incessantemente il volto del nostro mondo.
Un nuovo caso sconvolge la routine quotidiana del commissario Stefania Valenti: in una mattina di dicembre, poco prima di Natale, la carcassa di un suv viene avvistata nelle acque del lago, in località Ponte del Diavolo, sulla strada tra Lezzeno e Bellagio. Nella macchina, intrappolato tra le lamiere, viene scoperto il cadavere di Irina Bogdanov, una donna di origine russa di trentotto anni che possiede una bellissima villa sul lago: la donna è annegata in circostanze misteriose, dopo un rocambolesco incidente. Cosa le è accaduto? Si tratta di una disgrazia o c'è qualcosa di più? Le indagini fin dall'inizio si concentrano sulla vita della donna, nonostante la sua situazione sentimentale appaia inizialmente tutt'altro che tormentata: figlia di un magnate dell'industria del petrolio, separata di fatto dal marito, un misterioso uomo d'affari italiano, da anni Irina Bogdanov conduceva una vita riservata. Mentre in questura tutti aspettano l'imminente arrivo del nuovo commissario capo, Stefania Valenti inizia a indagare sulle cause della morte della donna, nel tentativo di risolvere il mistero legato all'incidente. Qualcuno ha volutamente manomesso i freni dell'auto. Chi voleva uccidere Irina? La soluzione del caso si annida nelle poche frequentazioni della donna, sullo splendido scenario delle grandi ville sul lago, degli hotel a cinque stelle e delle serate all'insegna della mondanità.
Ludovica e la sua piccola sorellina Maia giocano serene davanti alla finestra di casa in un freddo pomeriggio di dicembre. La quiete viene interrotta dalla gioia delle due bambine alla vista dei primi fiocchi di neve che incominciano ad imbiancare tutto il paesaggio ricoprendo in breve tempo ogni cosa con il loro candore. Anche le cose che sembrano brutte, come il vecchio recinto del vicino, assumono a un tratto una forma diversa. Ma che cos'è la neve? Sarà il papà, ancora una volta, a spiegare alle piccole che la neve è il regalo che ci fa il cielo quando si accorge che i grandi passano poco tempo con i più piccini... Età di lettura: da 4 anni.
"Una stella non potrebbe brillare senza una notte da illuminare". Età di lettura: da 4 anni.
Se guardiamo una foto dell'universo profondo elaborata dal telescopio vediamo delle isole luminose in un mare buio: quelle sono le galassie. E all'interno di ciascuna galassia, miliardi di stelle. Perdendoci in una tale immensità non possiamo fare a meno di tornare a quello che nei tempi più antichi l'uomo ha pensato fosse il suo posto nel cosmo. Con un breve viaggio nella Storia e nello spazio potremo renderci meglio conto di dove siamo arrivati oggi.
Primi anni ottanta. Sulla sponda occidentale del Lago di Como, nel triangolo soleggiato compreso fra Menaggio, Bellagio e l'Isola Comacina, dentro il quadro fastoso del turismo internazionale e dei grandi personaggi che vi hanno soggiornato, vanno in scena le piccole vicende della Tremezzina. In quella provincia italiana dove il tempo sembra essersi fermato e l'opulenza degli alberghi di Cadenabbia e di Villa Balbianello sembra lontanissima, irrompe sulla scena il piccolo borgo di Mezzegra. Qui sono in gioco le dispute fra parroco e sindaco, le grazie non ancora onorate di Angela, l'organista, la moto rombante dell'anarchico Bernasconi che quelle grazie vorrebbe onorare, le feste di paese, i traffici illeciti con la vicina Svizzera, e poi corriere, biciclette, l'epopea del volo in idrovolante, milanesi e "teroni", battelli della Navigazione Lago di Como e una galleria di personaggi irresistibili. È proprio questo mondo che viene scosso dalla sparizione della statua della Madonna del Carmine. Chi ha commesso questo atto sacrilego? A che scopo? Che fine ha fatto la statua? Il bravo don Luigi non perde le staffe, cerca di capire, indaga, interroga e non dimentica che "il diavolo è nel dettaglio". Una commedia degli errori che, in forza della macchina dell'indizio, lascia trapelare piccoli segreti, calde passioni, speranze e appetiti inconfessabili.
Per secoli i muri hanno raccontato la storia. Oggi che gli dèi sono caduti, e la storia sembra una lunga sequenza di errori, i muri delle città non hanno smesso di essere luogo di celebrazione e di insegnamento. Dove troneggiavano divinità, eroi o eventi del passato, appaiono ora oggetti comuni e di uso quotidiano: la morale a cielo aperto della città contemporanea, la pubblicità, continua a parlarci del bene, ma lo fa attraverso auto, telefoni, rasoi, vestiti, cibo, e quanto siamo abituati a chiamare merci.
Sulle montagne sopra il lago di Como, durante i lavori di costruzione di una nuova strada verso il confine svizzero, vengono alla luce dei resti umani. A chi appartengono? Quale identità si nasconde dietro la misteriosa sigla K.D. ritrovata su un portasigarette d'argento? E come è coinvolta in tutto questo la potente famiglia Cappelletti, trincerata nella sua villa e nel suo immenso giardino? L'indagine è affidata al commissario Stefania Valenti, quarantacinquenne, separata, con una figlia di undici anni, ostacolata perché donna, ma molto più determinata e in gamba di tanti suoi colleghi maschi. Tra svolte che si succedono come in un dispositivo a orologeria, sempre accompagnate dal vento leggero di Breva, le ricerche affondano a poco a poco nel passato, quando sulle rive del lago transitavano clandestinamente persone e cose: contrabbandieri, disertori, partigiani, agenti segreti, membri della Gestapo, ebrei in fuga, e quadri, oggetti preziosi, denaro. Perché è qui, ben nascosta, che c'è la soluzione del caso... Una doppia indagine che illumina un presente gravato da intrighi famigliari e pressanti ricordi e insieme un brano cruciale della Storia italiana.
La crisi economica e morale che sta rendendo drammatica l'esistenza dell'uomo contemporaneo è aggravata anche da una esasperata conflittualità tra i vari Paesi del mondo per assurdi motivi di natura religiosa. Questo libro si propone di promuovere un pacifico e proficuo dialogo tra le varie religioni, dialogo che è possibile solo abbattendo gli ostacoli che lo impediscono e riscoprendo le prospettive di reciproco arricchimento spirituale-culturale che può derivare proprio dall'interscambio, se questo viene effettuato in forme concrete di rapporto umano.