Che cosa significava libertà nel medioevo? A questa domanda rispondono alcuni dei migliori medievisti a livello mondiale, ciascuno secondo un particolare angolo visuale. Sul piano teologico la libertà era la condizione essenziale di Dio, della quale gli uomini potevano a vario titolo partecipare pur all'interno di un ordine gerarchico che abbracciava il Cielo e la terra. Essere liberi significava allora godere di privilegi concessi dall'autorità regia o dai papi. Questi ultimi a partire dal XI secolo usarono il concetto di Libertas ecclesiae / Libertas ecclesiastica dapprima per rivendicare l'autonomia della Chiesa dai poteri secolari, quindi per difendersi dai tentativi di impossessarsi del patrimonio ecclesiastico operato dai Comuni. Nel frattempo la libertas si era insinuata nel linguaggio politico delle città italiane con modalità enfatizzate dalla nostra tradizione storiografica. Su questi temi il volume offre significative e stimolanti novità.
In pieno XI secolo, un tournant decisivo della storia europea, un giovane professore ravennate di retorica, imbevuto di cultura profana, irruppe in un piccolo eremo dell'Appennino marchigiano alla ricerca di Dio nella solitudine e nella preghiera. Da quel momento la storia di Pier Damiani e di Fonte Avellana mutò radicalmente. La presenza del grande scrittore moltiplicò a dismisura le possibilità per i contemporanei e per i posteri di conoscere le vicende dello sparuto gruppo di eremiti raccolti alle pendici del Catria. Il volume cerca di comprendere il senso di questa trasformazione attraverso l'esame degli scritti di Pier Damiani e delle fonti documentarie del suo tempo. Ne risulta un quadro tutt'altro che scontato, in cui i molti successi del carismatico ravennate, che seppe influire positivamente su aspetti decisivi della vita dell'eremo, si alternarono a conflitti più o meno latenti con la comunità avellanita.CONTRIBUTI DI:Nicolangelo D'Acunto Giancarlo Andenna Guido Cariboni Tommaso di Carpegna Falconieri Stefania Zucchini Roberto Bernacchia Paola Galetti Elisabetta FilippiniGabriele Archetti Lorenzo Saraceno Umberto Longo Ugo Facchini Giacomo Baroffio Massimiliano Bassetti Pierluigi Licciardello Cosimo Damiano Fonseca
Nell'Italia dei secoli X-XII la società stava esaltando e sfruttando al massimo le potenzialità della frammentazione del potere in ambiti localmente circoscritti. Al contrario, nel campo della vita religiosa si realizzavano forme di coordinamento di comunità più o meno distanti nello spazio ma vicine nelle norme e nelle pratiche quotidiane, negli usi liturgici. Il libro analizza i vari meccanismi istituzionali messi in atto dalle diverse reti monastiche e canonicali, mettendo in rilievo, in particolare, come il progetto istituzionale riusciva a perpetuare l'ispirazione profonda dei fondatori. Gli autori: Cosimo Damiano Fonseca, Giancarlo Antenna, Vittorio Carrara, Mariano Dell'Omo, Glauco Maria Cantarella, Nicolangelo D'Acunto, Stefania Zucchini, Pierluigi Licciardello, Francesco Salvestrini, Cristina Antenna, Francesco Panarelli, Tommaso di Carpegna Falconieri, Guido Cariboni.