Quanto più emergono, in bioetica, nuove e inedite questioni di confine, tanto più sembrano moltiplicarsi in materia faticosi e inconcludenti dibattiti su questioni casistiche, certamente rilevanti, ma destinati a restare perennemente aperti, per l'assenza di un rigoroso quadro di riferimento dottrinale di carattere generale. Auspicando l'avvento di una nuova Critica della Bioetica, in questo libro l'autore affronta tematiche di frontiera, alle quali non viene in genere dedicata l'attenzione che esse meritano.
Tutto ciò che è possibile oggi, in seguito al progresso inarrestabile della scienza e della tecnologia, è anche eticamente lecito? Non è semplice rispondere a questa domanda, fondamentale per la bioetica. Il volume ricostruisce la storia della bioetica e della sua interazione con il biodiritto e la biopolitica, delinea in modo critico gli orizzonti teorici e le categorie concettuali per interpretare i principali problemi bioetici, articolandoli alla luce delle più recenti acquisizioni tecno-scientifiche. Sono affrontate anche le dimensioni della bioetica sociale, interculturale, non umana e post-umana. L'antologia raccoglie i principali riferimenti normativi sul piano della legislazione e giurisprudenza, nazionale ed internazionale.
L'Autore in queste pagine espone i principi fondamentali del cristianesimo per stimolare la riflessione sui vari ambiti dell'agire libero e volontario dell'uomo affrontando alcune tematiche familiari, matrimoniali e di bioetica.
L'autore di questo libro non condivide l'illusione, oggi così diffusa, secondo la quale è sufficiente stabilire alcuni supremi principi (democrazia, autonomia, non maleficenza, equità, ecc.) per elaborare le fondamenta di una biopolitica compatta e coerente. Non è così: la biopolitica ha certamente una sua logica e ha comunque bisogno di essere argomentata con ragionamenti rigorosi e coerenti; ma ha soprattutto un cuore, nell'idea che la vita sia nel medesimo tempo l'orizzonte della nostra esperienza e l'orizzonte della nostra percezione del bene. Da questa idea, nella quale ontologia e assiologia si fondono e si confondono, deriva l'unica possibilità di scrivere parole di biopolitica non votate alla tristezza, ma aperte piuttosto alla speranza e provviste di senso, come quelle che sono affidate a questo libro.