Attraversando le diverse tradizioni e sensibilità religiose, la ricerca a più mani offerta dal volume vuole provare a rispondere alla domanda: come il pensiero e la pratica ospitale possono promuovere il dialogo tra le religioni?
Dopo una descrizione del pluralismo religioso interrogato anche dal punto di vista della teologia, sarà la sapienza orientale a ricordare che l’accoglienza e la tolleranza sono virtù tipiche del mondo hindu quando l’ospite continua ad essere considerato come una divinità. Così anche la teologia musulmana quando, come recita un hadith, ricorda che: “una casa dove non entrano degli ospiti non sarà frequentata dagli angeli”. E le chiese cristiane sanno che il metro di misura del loro agire e della loro testimonianza sarà, come ricorda il vangelo, l’ospitalità ecumenica ed interreligiosa: “ero forestiero e mi avete ospitato…”. La vocazione universale delle religioni, insomma, si fonda su un’identità ospitale, messa in discussione, però, quando esse si prestano a diventare dispositivi simbolici ufficiali di politiche d’identità, come la storia del Mediterraneo insegna. E se il diritto è chiamato a promuovere la pratica dell’ospitalità, anche la teologia della creazione può riscoprire un’ospitalità fondatrice.
In continuità con una ricerca avviata da tempo ed ereditando, insieme al patrimonio interreligioso, anche il pensiero e la pratica francescana, il lavoro che qui si presenta intende indagare l’ospitalità come cifra paradigmatica. Si tratta di rileggere ogni tradizione all’interno di tale paradigma e insieme provare ad eleggere il “principio ospitalità” come cifra del dialogo interreligioso a venire. In continuità con le tradizioni religiose, ma anche e tanto più come esigenza dei tempi che viviamo. Gli autori dei diversi saggi sono convinti che un’autocomprensione cristiana in chiave di ospitalità (che promuove l’identità credente e insieme rispetta l’irriducibilità dell’altro) possa liberare e far maturare il dialogo interreligioso.
Autore:
Gutiérrez Gustavo
Sacerdote e teologo peruviano nato a Lima nel 1928, è ritenuto il fondatore della Teologia della Liberazione. Docente all'Università Notre Dame (Indiana) non ha mai abbandonato l'attività con le comunità di base, con le quali ha elaborato la sua visione teologica e spirituale. È membro dell'Accademia Peruviana del Linguaggio e nel 1993 ha ricevuto la Legion d'Onore dal governo francese per il suo lavoro instancabile.
Target:
Per tutti.
Contenuti:
"Poveri" aggiunge un nuovo tassello al mosaico delle Parole delle Fedi. Il termine è analizzato a partire da uno dei testi più studiati e controversi dei vangeli: il versetto di Matteo 25,31-46, uno dei più importanti quando si parla del significato teologico della solidarietà verso gli ultimi della società; elemento chiave, quindi, nella prospettiva dell'opzione preferenziale per il povero.
Lo stesso cardinal C.M. Martini, pastore e biblista, confessa con umiltà: "La sua lettura mi mette in discussione e in difficoltà".
Nella seconda parte l'autore ne dispiega il significato nell'ottica della mondialità: in rapporto alla storia, alla globalizzazione, all'etica e alle religioni: poveri e cristianesimo, poveri e islam, povertà e buddhismo, poveri ed ebraismo.
Il termine terra" ha diverse accezioni che presentano, nel declinare dei fatti storici e culturali, dei rischi e delle derive. "