Colmo di luce, tenerezza, pazzia, questo piccolo libro racconta l'assoluto dell'amore e ne esplora la gamma di possibili esiti. Lo svela come fiamma che, nel suo cuore e verità, fonde l'umano e il divino ed evoca il Principio e l'Eterno. Protagonista, alla fine, è l'Amore stesso, la forza più potente dell'universo, quella che lo ha voluto. Amore che sperimenta il naufragio, ma non si arrende, ricomincia, combatte, piange, ride, prega. Amore che si esprime anche nella tensione sensuale e nel meraviglioso rapporto uomo donna, nel loro continuo valzer del già e non ancora, in un canzoniere ove sembrano risuonare note di maestri come Neruda e Prévert.
Nei trent'anni compresi tra l'acquisto della baia di Assab e la fine della guerra di Libia (1882-1912), anche il cattolicesimo affrontò la questione del colonialismo, con toni e modalità irriducibili alla tradizionale distinzione tra moderati e intransigenti. Basato su un ampio spoglio di fonti inedite e a stampa, il volume ambisce a fornire una prima ricostruzione del discorso dei cattolici italiani sull'espansione in Africa, con l'obiettivo di gettare nuova luce sulla formazione di una coscienza coloniale e sull'ingresso dei cattolici nella vita pubblica. Agli occhi di numerosi e autorevoli speakers 'bianchi', infatti, le colonie apparvero come una sorta di laboratorio politico, atto a dimostrare che non poteva esistere vera civiltà senza il cristianesimo e che i cattolici non erano nemici della patria, ma fautori della sua grandezza. Benché non recepito dalle élite liberali e più ampiamente dalle culture laiche, il discorso pose le premesse della svolta realizzatasi durante la Prima guerra mondiale, quando il sostegno cattolico allo sforzo bellico avrebbe creato le condizioni per la normalizzazione dei rapporti tra Chiesa e Stato.
Un delinquente, reo confesso, ottiene grazia e gloria condividendo il patibolo con un innocente condannato ingiustamente. Il primo santo della storia, l'unico canonizzato direttamente da Cristo, è un ladro. "Miserere" è il monologo interiore di un padre, percepito e raccontato dalla figlia che sta lì, ai piedi della croce cui lui è confitto. E anche di lei si narra. E di un fatto realmente accaduto. Pochi protagonisti, una di fantasia, gli altri no; tante comparse. La lettura di "Miserere", proposta dall'autore a Maurizio Botta, Massimo Camisasca e Robert Sarah, ha generato le riflessioni con le quali tutti e tre hanno voluto accompagnare questa edizione del testo. Un libro che nasce dalla domanda sul legame tra giustizia e misericordia, e che si rivolge a tutti: in fondo, chi potrebbe fare a meno di scorgere in sé almeno un tratto di somiglianza con il protagonista, se non altro nella sua richiesta di salvezza?
Via Matris vuole essere una contemplazione delle grandi cose che Dio ha fatto nella vita e nel cuore di Maria di Nazaret, Vergine, Sposa e Madre
L'autore, dopo aver definito la nozione di carattere nazionale, ripercorre le varie interpretazioni - spesso non prive di pregiudizi e stereotipi - che sono state enucleate sulla forma mentis dell'italiano medio, soprattutto dagli innumerevoli cultori del Grand Tour nella Penisola. Con approccio scevro da valutazioni morali, prova poi a delineare una propria congettura, una ipotesi di spiegazione dell'"essere italiano". Secondo questa ipotesi, è connaturata nel modus agendi italico - come precipitato e frutto di secoli di storia - una spiccata e prevalente predisposizione per il momento esterno, esteriore, estetico, epiteliale dell'agire, a discapito dell'interiorità, della profondità e dell'introspezione riflessiva che conducono inevitabilmente all'inquietudine del vivere. Nell'italiano, il profilo superficiale, ciò che si vede ed è visto dagli altri, è comunque predominante rispetto alla modalità più incentrata sul fare e sul reale. Il sembrare fa premio sull'essere. L'autore poi esamina come tale paradigma comportamentale si riverberi in 5 fondamentali "settori" dell'esistenza: la famiglia, la strada, la religione, politica, la guerra.
Il volume affronta le questioni legate al sesso/gender da una prospettiva biologica, relativa agli aspetti biodinamici che governano lo sviluppo di ogni essere umano; da quella socio-antropologica, relativa alle costruzioni culturali elaborate dalle differenti culture in rapporto al sesso/gender, e dal punto di vista dell'etica, che si interroga sulla sostanza etica dei differenti orientamenti relativi a questo tema nella modernità contemporanea. La proposta di fondo è quella di superare gli schemi classificatori delle teorie relative al sesso/gender, sottolineando la singolarità e unicità di ogni essere vivente al quale deve essere garantito il diritto di vivere una vita degna di essere vissuta.
L’istanza comunitaria si rivela cruciale per la nostra epoca a tutti i livelli, in modo particolare nel corpo ecclesiale. Focalizzando lo sguardo sulla Congregazione salesiana, l’evento del Concilio Vaticano II e il rinnovamento conseguente hanno favorito l’emergere di un’espressione nuova rispetto alle prassi e al linguaggio consueti: “comunità educativa”, con un deciso allargamento di responsabilità e di attori in gioco nella pastorale a favore dei giovani in stile salesiano.
Il suo mutarsi in “comunità educativa pastorale” (CEP) rappresenta bene la dinamicità degli inizi e la creatività dei processi avviati, ma pure l’insicurezza del percorso effettivo poiché è implicata la libertà delle persone e delle comunità.
Il presente volume intende favorire l’ermeneutica della scoperta e del perseguimento di quella particolare forma di Chiesa, la CEP, con cui i salesiani, e i soggetti in vario modo coinvolti, intendono caratterizzare la loro missione.
Grazie al recupero della categoria di “corresponsabilità”, in forma profonda, rinnovata e condivisa, è certamente possibile l’apertura di orizzonti promettenti perché vi sia per i figli di don Bosco un paradigma generativo adeguato ai tempi e alla Chiesa di oggi.
Piccola biografia con un profilo carismatico sull'attualità della figura di Santa Rita con il premio internazionale sul perdono. Novena e preghiere a Santa Rita, tra cui una del card. Angelo Comastri.
A Milano, il 29 novembre 1946, Rina Fort uccide la moglie e i tre figli del suo amante. Questo delitto desta molto scalpore all’epoca, anche per la violenza dell’esecuzione in modo particolare sui bambini, uno di appena 10 mesi.
Giovanna Ferrante, grande esperta meneghina, si cimenta per la prima volta in un genere del tutto nuovo per lei: il noir.
Lo fa da abile narratrice, trasformando qui una storia veramente accaduta in un page-turner che lascia senza fiato, che interroga le coscienze, che scava negli anfratti più bui del cuore umano.
Quarta di copertina
Mi chiamo Rina Fort.
Stasera ucciderò una madre e i suoi tre figli.
Mi aspetto il tuo giudizio tagliente, lettore, e giustamente: sto per diventare una crudele assassina.
Ma se hai un minimo di pietà, ascolta prima la mia storia.
Una storia di «troppo» la mia.
Troppa solitudine, troppo desiderio di abbracci, troppa vita macilenta, troppo amore… che è rosso come il sangue.
Biografia dell'autore
Giovanna Ferrante è scrittrice, giornalista, autrice e conduttrice di trasmissioni radiofoniche. Milanese, innamorata della sua città, impegnata nel sociale, nel 2007 le è stato conferito l’Ambrogino d’Oro.
Ha pubblicato con Àncora molti libri di successo.
Senso di abbandono e consolazione. Troppo facile stabilire che il primo è negativo e l'altra positiva. Percorrendo i sentieri delle Sacre Scritture, il libro mostra che le cose sono più complicate. Per la Bibbia, il senso di abbandono è esperienza originaria e complessa. Tocca Dio e gli umani, peccatori e innocenti, chi si svincola da legami e chi li tesse. La risposta è la consolazione, non un "premio di consolazione" che, come tale, né premia né consola. Il profeta Isaia, ad esempio, afferma che Dio consola allattando come una madre. Cosa vuol dire ciò? Si tratta indubbiamente di un'esperienza gratificante; eppure, l'allattamento agisce alternando poppata e astinenza, stretto contatto e distacco. L'allattamento non satura, ma prepara alla separazione tipica dello svezzamento. Tale dinamica è presente nel primo annuncio di Cristo: «Convertitevi, perché il Regno dei cieli è vicino» (Mt 4,17). Cioè Dio "è nelle vicinanze". Esattamente come una mamma che non resta sempre presso il suo bambino, ma deponendolo dopo la poppata, pian piano lo abitua a stare solo. Ella rimane nelle vicinanze, pronta alla chiamata del piccolo. Abbiamo bisogno di riscoprire questo aspetto della fede, che l'autore esprime anche con la bella e significativa immagine dell'"andirivieni- di Dio e del suo Messia. Se Dio abbandona è per dire "inventa", "mettiti in gioco".