Ampie riflessioni sulle letture festive, considerate non separatamente ma nel loro complesso, con un duplice scopo: aiutare ad approfondire la conoscenza dell'insegnamento biblico, e a calare nella vita quotidiana le ricchezze del mistero di Cristo. Il linguaggio è semplice, chiaro, "visivo".
Ritenuti a torto un mero retaggio del passato, i vizi capitali costituiscono un'autentica enciclopedia delle passioni umane, una lettura geniale dell'agire umano nelle sue derive negative e nei beni cercati attraverso di essi. Chiunque consideri con attenzione questi vizi potrebbe trovarvi ogni possibile situazione di vita, di classe sociale, di attività proprie della giornata dell'uomo di sempre. Si potrebbe dire dei vizi capitali quello che il regista polacco Kiesloswski aveva osservato a proposito dei comandamenti: "Essi riassumono l'intera nostra esistenza, ciò che siamo e ciò che vorremmo essere: tutti li disattendiamo eppure tutti ci riconosciamo in essi". Questa polarità di trasgressione e ideale evidenzia la perenne attualità del discorso sui vizi, mettendo in guardia da una suggestione mortale: la tentazione di eliminare gli ideali dalla vita, rassegnandosi ad accogliere passivamente ciò che capita, con indifferenza. L'importanza di studiare i vizi capitali si giustifica infine per la profonda saggezza di cui sono portatori. Non a caso sono stati lungo i secoli oggetto di indagine da parte di artisti e studiosi delle discipline più diverse: le loro analisi delineano un profilo dell'uomo di tutti i tempi. Questo libro intende esplorare tale saggezza, avventurandosi in un percorso affascinante che coinvolge teologia, filosofia, psicologia, arte e letteratura.
Quello tra Maria Montessori e la marchesa Maria Maraini Guerrieri Gonzaga fu un intenso rapporto complesso e solidale, che coinvolse la loro sfera pubblica e privata e si protrasse lungo la vita di entrambe, quasi coetanee. Una relazione nata nel 1908 in occasione del 1° Congresso nazionale delle Donne Italiane, a Roma. Era la Roma del Sindaco Ernesto Nathan, che vide quasi un decennio di straordinario sviluppo sociale, artistico, culturale, edilizio, a cui entrambe le signore parteciparono attivamente. Un lungo periodo di inizio '900, assai interessante, che vide svilupparsi una corrente progressista che coinvolgeva le forze migliori in Italia e a Roma, sia in ambito scientifico e didattico che politico. Da quel fortunato periodo in avanti è anche la storia delle "due Marie" che è ricostruita in questo libro.
Per raccontare i «capitoli della vita» di Giorgio La Pira (Pozzallo 1904-Firenze 1977) è stato scelto un ordine cronologico. Basandosi su una minuziosa ricerca e proponendo una ampia documentazione inedita, si descrivono i molteplici impegni che - anno dopo anno - il Professore si è trovato ad assumere ed i vari campi della sua azione, a partire dagli anni della sua formazione in Sicilia. Giovanissimo docente universitario di Diritto romano, intellettuale impegnato nel contrasto al fascismo, costituente, parlamentare, sindaco di Firenze, presidente della Federazione mondiale delle città unite, La Pira ha caratterizzato la sua testimonianza in tutti questi ambiti con la fedeltà alla sua profonda fede e con la concreta attenzione agli ultimi, ai poveri, alla difesa del lavoro, del diritto alla casa, della giustizia sociale; e del basilare diritto alla libertà e alla pace. Per ogni anno viene riportato un riepilogo di tutte le attività del Professore. L'opera è corredata da oltre mille schede biografiche e da una ampia bibliografia. Una solida base di partenza per ulteriori ricerche, ma anche un utile strumento per percorsi di riflessione e di studio sulla vita e il pensiero di Giorgio La Pira. Prefazione di Gualtiero Bassetti.
La recita della Coroncina della Divina Misericordia accompagnata dai testi sulla vita di Santa Maria Goretti.
Scatoline è una collana di saggi per giovani menti dai cinque anni in su. Ogni libro è una parola raccontata. Perché le parole sono libere, ed è da come le usiamo che possiamo capire di volta in volta cosa vogliamo dire.
Il libro offre il ritratto di Natuzza Evolo: una donna semplice, una mamma di famiglia che il cielo ha voluto arricchire di fenomeni mistici straordinari - visioni, locuzioni, rivelazioni, estasi, emografie, il dono di rivivere la passione di Cristo - ma che ha sempre vissuto in una profonda umiltà e non ha fatto che pregare, amare, ascoltare e consolare chiunque bussasse alla sua porta. Monsignor D'Ercole, figlio spirituale della mistica di Paravati, ci consegna il suo ricordo personale e commosso di mamma Natuzza, il suo «viaggio incontro a una donna, straordinaria nella sua povertà e ricca di gioia nella sofferenza che mai l'ha abbandonata, una madre per tutti». Nella terza parte del volume, inoltre, l'Autore affronta tematiche attuali - quali il problema del dialogo tra giovani e adulti; la crisi di senso e di speranza in cui è immersa la società attuale, la guerra... - alla luce del messaggio e della testimonianza di Natuzza, sottolineandone così la profonda attualità.
Le stragi del 1992 hanno lasciato un segno indelebile nella memoria di tutti gli italiani. Trent'anni fa Giovanni Tizian era un ragazzo di dieci anni, già orfano del padre ucciso dalla ?ndrangheta. In questo memoir appassionato ripercorre il ricordo drammatico della scia di sangue che ha unito in un filo comune la sua famiglia a quelle delle tante altre vittime e traccia un amaro bilancio: sono trascorsi trent'anni ma quel 1992 che doveva trasformare l'Italia ha lasciato ogni cosa immutata. Quel dolore collettivo non ci ha cambiati, ha solo prodotto una breve indignazione. Per il resto tutto è rimasto come prima: la cultura mafiosa, la prepotenza, l'umiliazione degli ultimi, dei più deboli, di chi è sotto ricatto. I tratti tipici della mafiosità li ritroviamo purtroppo ancora in ampi strati della società. In queste pagine, trent'anni della nostra storia letti prima con gli occhi di un bambino già ferito nel suo diritto all'ingenuità per la violenza che gli si dispiega intorno; poi con gli occhi del ragazzo che cerca con la sua famiglia un nuovo inizio nella 'normale' Emilia; infine con gli occhi del giornalista che da anni si occupa delle trame torbide del potere. Perché anche quando sembra impossibile ottenere giustizia e verità, può e deve rimanere il desiderio di lottare.
Fondata nel 1622 e tuttora esistente con il nome di Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, la Congregazione de Propaganda Fide è il dicastero della Curia pontificia preposto alla giurisdizione sulle missioni cattoliche nelle varie parti del mondo. La fondazione di questa istituzione costituisce un fattore di affermazione dell'autorità spirituale universale del papa nel contesto globale apertosi con l'espansione dell'Europa nel mondo. Giovanni Pizzorusso discute i motivi che hanno portato alla creazione di questa istituzione e i problemi geopolitici che sono sorti con le potenze coloniali nelle varie parti del mondo. Analizza inoltre la struttura burocratica interna e il funzionamento della Congregazione, anche in rapporto alle altre congregazioni soprattutto il Sant'Uffizio, e i termini della sua giurisdizione sui missionari nell'ambito delle varietà di situazioni presentate nelle missioni dal confronto tra il cattolicesimo tridentino e le diverse società e culture. Approfondisce infine il rapporto tra Propaganda Fide e gli ordini regolari protagonisti delle missioni, in particolare cappuccini e gesuiti.
Una breve ma intensa intervista di Giovanni Capurso a Padre Anselm Grun presso l'abbazia di Munsterschwarzach, in Baviera. domande sul bene e sul male, sul senso della vita, sui cambiamenti del mondo. In ogni parola un messaggio di speranza.
Vi è un protagonista che ha attraversato per mezzo secolo le vicende eversive italiane. Lo troviamo a fianco del presidente degli Stati Uniti e seduto al tavolo da poker con Buscetta, nella fondazione di una massoneria universale e tra i congiurati della Rosa dei Venti, vicino a Junio Valerio Borghese e in rapporti con vertici militari, della diplomazia e degli affari. È il principe palermitano Gianfranco Alliata di Montereale, uscito indenne dalle vicende penali che lo videro coinvolto a partire da quando il suo nome risuonò tra i mandanti della prima strage della Repubblica, l'eccidio di Portella della Ginestra, essendo stato il suo accusatore avvelenato per tempo in una cella dell'Ucciardone. Un'esistenza rimasta nell'ombra, su cui fa luce il saggio di Giovanni Tamburino, il magistrato che nel 1974 a Padova condusse l'inchiesta contro la struttura eversiva di stampo neofascista denominata Rosa dei Venti. Il volume attinge a una ricca documentazione inedita, custodita nell'Archivio storico della Camera, ad atti giudiziari, a fondi archivistici finora inesplorati.
Le immagini vengono perlopiù ricondotte alla immediatezza del visibile. In genere, il risultato di tale appaiamento è la coincidenza tra visione e ocularità. Fedele alla prospettiva fenomenologica, il percorso qui proposto cerca di approfondire un aspetto meno evidente qual è il nesso tra visibile e invisibile alla luce del quale emerge l'"eccedenza" delle immagini, non semplicemente riducibili a ciò che si mostra ai nostri occhi. È così possibile recuperare una dimensione fondamentale dell'umano che oggi rischia di essere rimossa, nelle varie forme del riduzionismo, e delineare un'"etica delle immagini" che interroga l'esperienza dello spettatore, il legame tra immagini e valori e il ruolo dell'oggettività di ciò che vediamo.