Gli immortali racconti di Don Camillo vengono in nostro soccorso chiamandoci alla buona battaglia, per conservare la fede e salvare l’anima.
Giovannino Guareschi, che ha vissuto dolorosamente sulla propria pelle la Seconda Guerra Mondiale e la prigionia in un lager tedesco, la Grande Guerra del ’15-18 l’ha solo sentita raccontare, da bambino e da ragazzo, fino a che le illustrazioni della “Domenica del Corriere” non gli sono entrate nel sangue e nel cuore. La vera Grande Guerra in cui Guareschi ha militato è quella spirituale, per conservare la fede e salvare l’anima: alla stessa guerra siamo chiamati anche noi. Questo libro nasce da sette stagioni di programma radiofonico di un’emittente della Bassa Lombarda: nell’affrontare un po’ di storia e le attuali tristi cronache, Guareschi è venuto in soccorso con i suoi racconti che riposizionano la coscienza sulla linea giusta, con poche pennellate, facendo muovere i personaggi del Mondo Piccolo, dove Giovannino riesce a essere più profondo, più utile e soprattutto più leggibile di tanti teologi.
La verità sul terribile caso Orlandi è più dura di quanto si pensasse, ed era già da tempo sotto i nostri occhi. La scomparsa di Emanuela Orlandi, quindicenne cittadina del Vaticano sequestrata nel giugno 1983, è uno dei misteri più oscuri e terribili nella storia d'Italia. Mentre la famiglia lotta da anni in cerca di una verità con cui fare i conti - anche solo di un corpo da seppellire - negli anni sono state seguite piste di ogni genere: dal terrorismo internazionale, con il coinvolgimento dell'attentatore di Giovanni Paolo II Alì Agca, a festini pedofili finiti male, dal legame con il crack del Banco Ambrosiano di Calvi alla Banda della Magliana. Per la maggior parte, ricostruzioni fantasiose, talvolta diffuse ad arte per confondere inquirenti e un'opinione pubblica già inquietata dai silenzi del Vaticano, da sospetti su alti prelati, da documenti dalle oscure allusioni, tombe vuote e sepolture inattese, un nastro che registra agghiaccianti torture sessuali. Questo libro vuole mettere la parola fine ai misteri del caso Orlandi, districando alla luce di testimonianze e documenti inediti una tela che negli anni si è fatta sempre più fitta. Come in una spy story, ma basandosi unicamente sulla realtà dei fatti, Maria Giovanna Maglie racconta torbidi segreti sullo sfondo della Guerra fredda, perversioni, ricatti e lotte di potere, lo zampino dei servizi tra insabbiamenti e depistaggi. E infine consegna al lettore una drammatica e clamorosa rivelazione su Emanuela. Come spesso accade, la verità era già da tempo sotto i nostri occhi.
Le quattro realtà religiose del titolo hanno in comune il fatto di essere "nuovi" movimenti religiosi nati nell'Ottocento negli Stati Uniti. La loro riconduzione a un medesimo denominatore "cristiano" è problematica, per quanto le Scritture siano per tutti un punto diriferimento essenziale. Potrebbero forse essere accomunati come "millenaristi"?... Il libro ne tratteggia in breve l'identità, cercando di cogliere il loro approccio alla modernità.
Quando la politica si incontra e si scontra con il luogo della formazione e della ricerca. Il diario del prorettore che si è dimesso non "contro" la politica, ma contro un certo modo di "mettere le mani" sull'Università da parte di una potente Provincia autonoma. Il racconto della svolta all'ateneo di Trento, così come è stato vissuto da uno dei protagonisti, in prima linea per difendere la libertà dell'università. Una storia italiana, quasi un "giallo politico", che entra nelle contraddizioni della politica senza fare sconti ai difetti e alle incoerenze della classe accademica. Con una ricca appendice di documenti.
Stile piemontese è un insieme di atmosfere dalle quali affiora il rimpianto per un mondo perduto. Giovanni Ansaldo, conservatore romantico, con l'attenzione e l'ammirazione per la vita privata e il corso politico di "due presidenti", di due "personaggi", tali Giovanni Giolitti e Luigi Einaudi, in epoche diverse emblematici della 'Provincia Granda', fa intravedere in trama un contesto umano e sociale, il gioco delle idee e dei comportamenti di un appartato e discreto lembo d'Italia. Attraverso Giolitti e Einaudi, Ansaldo rende omaggio alla più subalpina fra le province subalpine. Con un saggio introduttivo di Giuseppe Marcenaro.
A venticinque anni dalla morte di Giovanni Arpino (1927-1987), queste "Lettere a Rina" (ossia le 167 lettere finora inedite che dal maggio 1950 all'agosto 1962 Arpino scrisse a Caterina Brero, destinataria amata e irriducibile, fidanzata prima e poi moglie) ben contribuiscono a ricordarne la personalità agonistica e complessa. Lettere rugose e amorose, furibonde e affocate, che appartengono a due diversi tronconi temporali e che rappresentano la più persuasiva conferma di un vivere 'altro', orgoglioso, inquieto, ribelle, generoso, estroso, solitario. Che fa di Arpino uno degli scrittori meno classificabili del nostro secondo Novecento.
Il Decameron è l'opera principale del Boccaccio e quella che gli procurò la fama di grandissimo prosatore italiano. Fu composto tra il 1348 e il 1353 nel pieno della maturità artistica dello scrittore. Un gruppo di dieci giovani (tre uomini e sette donne), per sfuggire alla peste diffusasi a Firenze nel 1348, si riuniscono in un luogo appartato e si alternano nel racconto di cento novelle di contenuto e intonazione prevalentemente amorosi. Sono queste le dieci giornate più famose della letteratura italiana, raccontate dall'abile penna del Boccaccio.
Vescovo, Santo, Patrono di Milano. È Ambrogio, così lo conosciamo. Ma è stato anche un uomo con una sua vita. Alla quale, con innegabile soddisfazione, avrebbe voluto rimanere fedele. Appartenente all'aristocrazia romana, ottimi studi, una carriera importante nella magistratura e, appena trentenne, governatore di due province. Personaggio autorevole, esigente con sé stesso; ma anche struggente e tormentato. E poi, quel "salto nel vuoto" che lo vedrà impegnato a comprendere l'inaspettato percorso svelato da una voce sconosciuta. Per volontà di Dio consacrato vescovo di Milano. La biografia romanzata di una delle più grandi figure del Cristianesimo.
Il volumetto di padre Burdese si può considerare innanzitutto come la risposta di chi ha creduto alle parole di Caterina e continua ad approfondire, con incalzante interesse e stupore, lo straordinario messaggio che la Madonna ha rivolto al mondo - e in modo speciale ai vincenziani - con la sua medaglia e l'invito a diffonderla. Una medaglia definita "il cristianesimo in miniatura".
Il volume offre una breve panoramica sullo sviluppo dell'istituzione "parrocchia" dalle sue origini, con la nascita e la strutturazione delle prime comunità cristiane durante l'impero Romano, fino ai giorni nostri, attingendo a testi canonici e a diversi testi magistrali, integrando nella riflessione le intuizioni contenute nell'ultima Istruzione della Congregazione per il Clero "La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa".
La parrocchia, punto di riferimento per i fedeli, è coinvolta in un processo di maturazione continua nel quale, accogliendo le istanze evolutive (anche quelle più avanguardiste) non deve mai perdere di vista il suo carisma fondazione e la sua missione specifica. Tale istituzione, perché diventi luogo e strumento di evangelizzazione, richiede a coloro che a vario titolo vi operano, una conoscenza degli aspetti tecnico-canonistici che costituiscono la sua identità. E' proprio questo l'intento che l'autore si prefigge in questo testo.
Giovanni Bagnus (Alessandria, 1984), presbitero della Diocesi di Alessandria, laureato in Giurisprudenza (Università degli Studi di Pavia), ha conseguito il Baccellierato in Sacra Teologia posso lo Studio Interdiocesano di Teologia di Alessandria. Attualmente, è licenziando in Diritto Canonico presso la Pontificia Università Lateranense in Roma e Cancelliere del Tribunale Ecclesiastico Diocesano di Alessandria.