La Chiesa è (anche) politica: dall'antichità a oggi, è noto che la Santa Sede sia sempre intervenuta, abbia dialogato o si sia scontrata con le questioni poste dalla coesistenza con i poteri secolari e una società laica. Nell'era contemporanea, con la fine del potere temporale, la Chiesa cattolica ha ancora più marcatamente assunto i tratti di un attore politico internazionale, agendo al pari delle altre potenze nel quadro sempre più complesso e intricato che andava delineandosi mentre il Novecento assumeva le sembianze del "secolo breve". Questo libro concentra la sua riflessione proprio partendo dallo scorcio del Ventesimo secolo e arrivando ai giorni nostri, analizzando il regno di tre pontefici, tre personalità diversissime tra loro, ma anche diversamente significative nel tracciare il percorso della Chiesa attraverso il labirinto della contemporaneità. Ma cosa ha accomunato, nonostante le discontinuità a volte evidenti - o solo apparenti - l'operato del "papa polacco" Giovanni Paolo II, in guerra contro il comunismo, di Benedetto XVI, il "teologo" impegnato a conciliare fede e ragione nell'epoca del ritorno del jihadismo, e di Francesco, il "papa dalla fine del mondo", che ostenta umanità e semplicità e combatte intanto per ridisegnare gli equilibri di una Chiesa divenuta ormai una questione globale più che occidentale? Secondo questo libro, a caratterizzare l'operato diplomatico e internazionale del Vaticano negli ultimi, complessi e decisivi decenni, è stato il realismo politico, la dottrina che ritiene essenziale obiettivo dell'azione politica degli Stati il conseguimento dei propri interessi e il mantenimento del potere. Ma come possono fini tanto pragmatici conciliarsi con La Chiesa è (anche) politica: dall'antichità a oggi, è noto che la Santa Sede sia sempre intervenuta, abbia dialogato o si sia scontrata con le questioni poste dalla coesistenza con i poteri secolari e una società laica. Nell'era contemporanea, con la fine del potere temporale, la Chiesa cattolica ha ancora più marcatamente assunto i tratti di un attore politico internazionale, agendo al pari delle altre potenze nel quadro sempre più complesso e intricato che andava delineandosi... Prefazione Dario Fabbri.
Il presente manuale è stato concepito per i giovani che si accingono agli studi giuridici e che di concetti e categorie giuridiche sono pertanto, come affatto naturale, del tutto digiuni. L'autore ha tenuto conto delle esigenze di contenuti (elementari) e di dimensioni (ridotte) imposte dal nuovo ordinamento universitario per le Facoltà di Giurisprudenza. Ma al contempo gli è parso utile integrare in qualche punto l'esposizione con argomenti in precedenza solo accennati.
Il De Civitate Dei, scritto dopo un evento catastrofico come il sacco di Roma, è di grandissimo aiuto nelle innumerevoli e devastanti crisi del presente, soprattutto per comprendere le dicotomie che il sociale ci presenta e che papa Francesco considera decisive per iniziare i processi necessari alla nuova umanità. Inoltre, il capolavoro di Agostino, arrivato a Bergoglio soprattutto tramite il pensiero di E. Przywara, contribuisce a delineare percorsi di discernimento sul ruolo della Chiesa nel XXI secolo, in anni in cui la religione è tornata a contare nella gestione del potere negli Stati e nella geopolitica internazionale. Questo volume presenta un lavoro sui testi di Agostino e contribuisce a rispondere all'appello della Veritatis gaudium per elaborare una teologia volta a individuare un nuovo sviluppo e un nuovo progresso per l'umanità. La postfazione di Fabrizio Mandreoli rilancia lo scritto nell'attuale dibattito teologico e multidisciplinare.
La lotta dello Stato contro la 'ndrangheta non si interrompe mai. Si è da poco aperto il secondo grande maxiprocesso della storia d'Italia: a Lamezia Terme si giudicano 300 imputati accusati a diverso titolo di appartenere a questa organizzazione. Ma c'è un lato umano di questa tragedia che non deve essere ignorato. Cosa "promette la più potente associazione criminale del mondo a chi entra a farvi parte e a chi collabora con i suoi traffici? Com'è la vita di una persona che si lega a questa realtà? E soprattutto: è possibile interrompere la schiavitù e uscire da questo "inferno dorato? Un testimone d'eccezione racconta il suo percorso dentro la 'ndrangheta attiva a Milano, la "capitale morale del Paese. Dove ci sono i soldi, dove c'è la finanza, dove si continuano a fare guadagni con la droga e il controllo di molteplici attività economiche legali. Il protagonista percorre la sua "carriera, poi viene arrestato nell'ambito della più importante operazione contro la 'ndrangheta al Nord, processato e condannato a sedici anni di prigione per gravissimi reati (che ha scontato interamente). Oggi racconta il prezzo da pagare per essere un criminale; l'atroce pena rappresentata dal carcere e cosa significa cambiare vita.
"Ci sono dei momenti in cui non ci si può rassegnare all'andazzo delle cose, alla legge del più forte: bisogna trovare il coraggio di esporsi e denunciare" dichiara Nino Di Matteo a Loris Mazzetti, spiegando in questo modo la sua decisione di rompere un silenzio che per tutta la durata della sua carriera di pm antimafia lo ha tenuto lontano dai microfoni e dai riflettori. In un'intervista che si delinea piuttosto come un dialogo, un accorato sforzo di capire come e perché la riforma costituzionale della Giustizia, la legge bavaglio, il processo breve metterebbero a rischio la democrazia. Di Matteo arriva fino al cuore del problema per farci capire come bloccare questa deriva, che sopravvive a qualunque tipo di esecutivo. Con il coraggio che lo ha contraddistinto in questi anni smaschera le false motivazioni, le ipocrisie e le demagogie nascoste dietro la riforma, e ne svela gli inquietanti parallelismi con il Piano di rinascita democratica della P2. Ma non solo: le sue parole ci spiegano a che punto si trovano le indagini sulla "trattativa" tra Stato e mafia, sulla strage di via D'Amelio, e su personaggi discussi e discutibili che ancora oggi tengono in mano le redini del potere, dopo le rivelazioni del pentito di mafia Gaspare Spatuzza. Il tutto con lo sguardo rivolto al suo grande maestro di lotta antimafia e di coraggio: il giudice Paolo Borsellino.
«All'inizio del 2021 abbiamo aperto una crisi di governo in piena pandemia. Ci hanno definito pazzi e irresponsabili ma noi pensavamo giusto e necessario per l'Italia cambiare passo sui vaccini, sull'economia, sul futuro. Oggi sono più convinto di prima. L'ho fatto e lo rifarei, dunque, senza alcun dubbio. Sono convinto che il nostro gesto abbia aiutato in modo decisivo l'Italia a svoltare. Grazie al nostro coraggio e all'arrivo di Mario Draghi, il Paese e più forte di prima. E tuttavia avverto la responsabilità di raccontare, confidare, illustrare ciò che è accaduto in queste settimane, per chi davvero vuole conoscere, giudicare e criticare le nostre scelte. Ma voglio farlo partendo dalle ragioni profonde che ci hanno mosso, non dalla verità preconfezionata degli slogan, dei tweet, dei titoli acchiappa consenso. Ciò che è avvenuto non è una sconfitta della politica, ma il capolavoro di una politica che vive di idee e non si piega alla logica dei sondaggi e degli influencer. Di una politica capace di essere controcorrente. Siamo andati controcorrente per realizzare questa svolta. Controcorrente, contro tutti. Ma nel mondo che cambia ci sarà sempre più bisogno di persone capaci di andare controcorrente». Un libro ricco di passione, aneddoti e retroscena, ma soprattutto di una visione capace di squarciare il conformismo a cui spesso siamo stati abituati.
La Chiesa non è certamente solo una organizzazione ma è anche una organizzazione (LG 8, realtà visibile e spirituale). Osservarla anche dal punto di vista organizzativo non significa negare la sua dimensione sacramentale, mistagogica... Tutt'altro. Una visione arricchisce l'altra. Partendo da numerose esperienze di formazione, l'Autore condivide consapevolezze e strumenti con tutti coloro che nella Chiesa si trovano a dover vivere e affrontare la gestione della dimensione organizzativa. Le sezioni del testo: perché e come conciliare la dimensione umana e spirituale della Chiesa? Il riconoscimento del limite e la consapevolezza della soggettività e parzialità della propria visione. La parola di Dio in un percorso di rinnovamento. Uno strumento per l'autoanalisi organizzativa delle realtà ecclesiali. Capacità di autoanalisi dei singoli componenti e dell'organizzazione ecclesiale. L'organizzazione come esperienza di cura.
Mai come in questi mesi di forzata sedentarietà ci siamo resi conto di quanto la dimensione del viaggio arricchisca le nostre vite. Viaggiare è assaporare i primi istanti di quando si arriva in una città nuova, in cui tutto sembra ancora possibile. È immaginare dove condurrà la strada di cui non si vede la fine. È esplorare, scoprire punti di vista diversi, confidarsi con gli sconosciuti, lasciarsi sorprendere dal caso. Matteo Cavezzali - instancabile giramondo, abituato a macinare chilometri da quando, ragazzino, percorreva autostrade e sterrati con la sua famiglia a bordo del 'Supercamper' - ci regala con questo libro un viaggio tra memoria personale e resoconto di tradizioni, miti, credenze, gusti. Ci svelerà modi di affrontare paure antiche e di mettersi in gioco. Ci racconterà di tramonti visti dall'Egeo e di albe baltiche. Ci illustrerà modi diversi di pensare alla vita, ai figli, al lavoro e all'amore, di confrontarsi con la solitudine e con la società. E scopriremo la comune umanità che come un'armonica sinfonia risuona a tutte le latitudini, dalle campagne francesi alle luci di New York, dall'Estremo Oriente all'America Latina. Per poter rimetterci in viaggio.
Un libretto per un breve percorso pastorale e di riflessione personale. L'autore ci accompagna, attraverso i colori dell'arcobaleno, nella riflessione sulle tematiche della carità e dell'amore Cristiano partendo dalla definizione di arcobaleno presente in genesi: l'arco tra le nubi segno dell'alleanza tra l'uomo e Dio. Tutto a colori, testi chiari e leggibili, carta patinata, elegante veste tipografica.
Quindici canti (Sal 120-134) che segnano i passi di un pellegrino che sale verso Gerusalemme, verso il tempio. Chi ha cantato questi salmi? Un pellegrino? Forse un esule che ritorna nella sua patria? Oppure un levita durante la liturgia del tempio? Non lo sappiamo. Tuttavia, questi salmi delineano un cammino spirituale di ritorno alla nostra terra, e di incontro con Dio e con gli altri, che ogni lettore oggi può sperimentare. I Salmi delle salite diventeranno come uno specchio per rileggere la nostra vita, quel “pellegrinaggio” che è la nostra esistenza.
Matteo Ferrari, monaco benedettino camaldolese della Comunità di Camaldoli, è biblista e liturgista, autore di diversi libri. È vicedirettore dell’ISSR “Santa Caterina da Siena” della Toscana per il Polo di Arezzo e docente nel medesimo Istituto.
Firenze 1288. Una città cupa, fosca, nelle mani di Corso Donati, capo dei guelfi, assetato del sangue dei nemici, quei ghibellini che hanno appena sterminato i senesi - alleati dei fiorentini - nelle Giostre di Pieve al Toppo. In questo teatro d'apocalisse si muove il giovane Dante Alighieri: coraggioso, innamorato dell'amore e consacrato a Beatrice, ma costretto a convivere con la moglie, Gemma Donati; amico di Guido Cavalcanti e di Giotto, amante della poesia e dell'arte ma chiamato dal dovere sul campo di battaglia. Firenze infatti si prepara a un ultimo, decisivo scontro, e Dante dovrà dar prova del proprio coraggio impugnando le armi a Campaldino. Quando Ugolino della Gherardesca, schierato coi guelfi e imprigionato nella Torre della Muda a Pisa, morirà di fame fra atroci tormenti, Corso si deciderà a muovere guerra ai ghibellini. Il giovane Dante si unirà allora ai feditori di Firenze, affrontando il proprio destino in una sanguinosa giornata che ha segnato il corso della storia d'Italia. E che segnerà necessariamente anche lui, come uomo e come poeta.
Questa è la storia di Viola, una bambina che gioca a calcio, sfreccia in monopattino e ama vestirsi di Blu. Viola i colori li scrive tutti con la maiuscola, perché per lei sono proprio come le persone: ciascuno è unico. Ma non tutti sono d'accordo con lei, specialmente gli adulti. Tanti pensano che esistano cose 'da maschi' e cose 'da femmine', ma Viola questo fatto non l'ha mai capito bene. Così un giorno decide di chiedere al suo papà, che di lavoro fa il pittore e di colori se ne intende. È maggio, un venerdì pomeriggio, il cielo è azzurrissimo e macchiato di nuvole bianche, il papà è in giardino che cura le genziane. Le genziane hanno un nome da femmine, eppure fanno i fiori Blu. Però ai fiori, per fortuna, nessuno dice niente. Non è come con le persone, pensa Viola. Un fiore va bene a tutti così com'è... In questa storia, ispirata dalle conversazioni con le sue figlie, Matteo Bussola indaga gli stereotipi di genere attraverso gli occhi di Viola, una bambina che sa già molto bene chi è e cosa vuole diventare. Un racconto per tutti, che celebra la forza della diversità e l'importanza di crescere nella bellezza e nel rispetto delle sfaccettature che la vita ci propone. Una storia dedicata a tutti quelli che vogliono dipingere la propria vita con i colori che preferiscono. Età di lettura: da 7-15 anni.