La questione circa la capacità di futuro delle donne e degli uomini oggi non è affatto un interrogativo retorico. Anzi, il rischio che l'umano possa implodere tra l'"inumano- e il postumano invoca un ripensamento delle istanze di un differente umanesimo. In tal senso, l'ipotesi di fondo del presente lavoro è che, nel leggere il nostro tempo come luogo di una transizione antropologica, è quanto mai opportuno indicare nell'umanesimo cristiano un possibile modello di superamento di un presente asfittico, perché possa contribuire a riscrivere la biografia culturale, sociale, politica, religiosa dell'umanità del nostro tempo. Da questa angolatura, il testo tratteggia un triplice percorso. In primo luogo, l'attenzione a un'ecologia integrale per la quale l'uomo diviene protagonista di una ricostruzione della casa comune. In secondo luogo, la riconfigurazione dell'identità della persona segnata dal limite e dalla fragilità quali condizioni per una trasformazione dell'esistenza che sappia puntare al bene comune e al riconoscimento dell'altro. Infine, la riscoperta di essere abitati da una trascendenza che consente di abitare diversamente il mondo e la storia, nella relazione accogliente del Dio amante della vita. La scommessa è nel riattivare l'utopia cristiana dell'umano riscrivendo le parole chiave del lessico umanistico e generando un pensare all'altezza di un mondo aperto e ospitale. Cambiare rotta è, quindi, possibile e urgente. Si tratta di riscoprire la preziosa eredità dell'umanesimo cristiano, affinché l'uomo inedito faccia finalmente il suo ingresso nella scena della storia.
Il pluralismo religioso rappresenta uno degli elementi più importanti di un cambiamento in atto, non facile da interpretare, che richiede un ripensamento dell’autocomprensione del cristianesimo.
La prima parte di questo libro tratteggia la ricaduta del pluralismo nella riflessione teologica e nel suo metodo, individuando gli itinerari che hanno condotto all’elaborazione di idee-chiave per interpretare la relazione tra cristianesimo e religioni.
La seconda si concentra sull’esigenza di individuare le coordinate principali per svolgere il compito teologico che scaturisce da un confronto aperto e critico con la riflessione del pluralismo.
Il volume si colloca in una collana di testi rigorosi e agili a un tempo, rivolti soprattutto al pubblico di università, facoltà teologiche, istituti di scienze religiose e seminari.
Sommario
Introduzione. 1. La teologia del pluralismo religioso: identità e metodo. 2. La teologia delle religioni. Un percorso storico. 3. La teologia delle religioni. Alcuni modelli interpretativi. 4. Teologia biblica delle religioni: l’Antico Testamento. 5. Teologia biblica delle religioni: il Nuovo Testamento. 6. La particolare universalità religiosa del cristianesimo. 7. L’evento Gesù Cristo e il pluralismo religioso. 8. Il compito della Chiesa tra dialogo interreligioso e cura della laicità. Considerazioni conclusive.
Note sull'autore
Carmelo Dotolo è professore ordinario di Teologia delle religioni alla Pontificia Università Urbaniana, dove è stato decano della Facoltà di Missiologia. Presidente della Società Italiana per la Ricerca Teologica dal 2004 al 2014 e rieletto nel 2019, è docente invitato all’Università di Urbino Carlo Bo. Alcune sue opere sono tradotte in inglese, spagnolo e portoghese. Fra le ultime uscite: Teologia e postcristianesimo. Un percorso interdisciplinare (Queriniana 2017); Dio, sorpresa per la storia. Per una teologia post-secolare (Queriniana 2020).
Il primo numero della Rivista, presenta una duplice novità.In primo luogo, il cambiamento del nome: "Urbaniana University Journal. Euntes Docete". Pur nella continuità, la scelta segnala l'esigenza di internazionalizzare sempre più il servizio della Rivista che rappresenta anche l'attività di ricerca e insegnamento dell'Università. La titolatura in lingua inglese consentirà una migliore visibilità e fruibilità in rete, a motivo, non ultimo, del bacino dei lettori sempre più rappresentativo delle differenti realtà socio-culturali. In secondo luogo, il cambio del Direttore. Nel ringraziare Giovanni Ancona per il lavoro con cui ha rilanciato la Rivista universitaria in questi ultimi anni, auguro a Carmelo Dotolo un lavoro proficuo. La sua competenza teologica e l'acutezza dell'analisi della realtà contemporanea, ne fanno un autorevole interprete del rapporto tra fede e storia di cui oggi, a 50 anni dal concilio Vaticano II, si sente bisogno. Sono certo che le sfide culturali e spirituali che la Rivista si pone nell'accompagnare e guidare la riflessione sul mondo della missione, rappresentano il terreno migliore sul quale Carmelo Dotolo darà il meglio di sé. Alberto Trevisiol Rettore Magnifico della Pontificia Università Urbaniana Autori: Kanakappally Benedict; Santoro Raffaele; Ndreca Ardian; Longhitano Tiziana; Kleden Ignas; Kodithuwakku Janaka Indunil; Hongtao Zhao; Meruzzi Mauro; Monachese Angela.
Riproporre la questione di Dio e del suo significato per l'oggi può sembrare un'operazione di minore importanza. Eppure l'epoca segnata da un ritorno della religione secondo una modalità post-secolare denuncia un'inversione di tendenza rispetto al significato di Dio per l'uomo e la storia. Difatti, da una percezione epocale della sua assenza come spazio di un inedito umanesimo, si passa ad una ripresa filosofica della questione Dio come ermeneutica del senso, fino alla novità del pluralismo religioso che detta l'agenda della realtà di Dio come mistero e alterità. All'interno di un simile paesaggio post-secolare si snoda l'itinerario di questo lavoro. Dotolo parte da una tesi: per la ricerca umana Dio rappresenta una questione aperta, che dischiude una visione del mondo e della realtà che va oltre l'ovvio e li noto, anche là dove il controsenso e il negativo decostruiscono il vissuto religioso. Per l'essere umano, anzi, lungi dal costituire un ostacolo alla libertà e al desiderio di felicità, Dio è risorsa: può rappresentare una interpretazione della vita e del mondo capace di intercettare l'inquietudine radicale che ogni uomo e donna è. In definitiva, incontrare il Dio che ci visita vuol dire attendere ad una novità relazionale, rivedendo anche i modelli che hanno alimentato la nostra esperienza credente, perché Dio è sorpresa costante che genera una nuova sintassi teologica per il pensare, il pregare, il narrare l'avventura dell'esistenza. Dio oltre i soliti schemi, come "evento sorprendente": una scommessa intellettuale di grande respiro. «L'immagine di Dio costruita dall'uomo non consente di coglierne l'autentica identità. Dio stesso ha operato una scelta inimmaginabile: si è spogliato della cosa più preziosa che aveva, il suo potere, per non ferire più gli altri».
La fede - e la teologia che interpreta la fede - hanno ancora un futuro? A quali condizioni possono uscire dalla marginalità o dall'irrilevanza? Oggi la riflessione teologica, se vuole frequentare lo spazio pubblico come presenza significativa, all'altezza della situazione, è chiamata a ricalibrare la sua capacità di ascoltare i diversi saperi, di abitarli e di interagire con loro, accettandone le regole del gioco. Lo esige il suo compito, lo esige la condizione di postcristianesimo. Dotolo invita allora alla riscoperta di uno stile teologico in dialogo con le altre scienze (in particolare le neuroscienze), con il pluralismo religioso e con la ricerca di nuove spiritualità. Esercitare un'epistemologia interdisciplinare è la scelta più congrua a una riflessione sulla condizione umana, sulla nostra instancabile ricerca di senso, sulla fatica di individuare un orientamento negli scenari socioculturali contemporanei. Con una consapevolezza: che il magistero della realtà chiede continue sensibilità interpretative e un pensare che non sia ammaliato ideologicamente da letture univoche. Comunicare l'esperienza della fede è infatti un processo che instaura una tensione con la cultura e con la storia. Comunicare l'esperienza della fede vuol dire sviluppare una dimensione teoretica ed etica, ma anche elaborare linguaggi e pratiche capaci di provocare i vissuti degli uomini e di indurli a interpretarli entro una prospettiva differente: sollecitando in loro una risposta, un percorso di crescita.
L'impegno evangelizzatore della Chiesa nel sociale è qui richiamato e analizzato da specifici punti di vista, sia teoretici sia pratici, che contribuiscono a mettere a fuoco la questione centrale dell'essere umano, la cui dignità essenziale è comune a tutti e a ciascuno. Diversi elementi ricorrono nei saggi di questa raccolta: il tema della speranza, che comporta un riferimento essenziale al regno di Dio sia nella sua prospettiva storico-escatologica, sia nella sua dimensione personale-collettiva; l'individuazione di un criterio di interpretazione della realtà in chiave integrale e inclusiva, con particolare attenzione alla periferia; l'opzione per i poveri, biblicamente fondata e non ridimensionata nel suo potenziale dirompente; l'inclusività di tutti e di ciascuno nel rispetto delle differenze, superando le conflittualità culturali e religiose.
L'annuncio del Vangelo nella storia sorprendente e sempre nuova del cristianesimo. Le prime comunità cristiane hanno individuato in Gesù e nel suo messaggio qualcosa di molto importante per la vita, le attese e i dubbi di ogni donna e uomo, di qualsiasi cultura e religione. Questo è il motivo che ha spinto la Chiesa nel corso dei secoli ad annunciaree condividere il progetto evangelico. Tuttavia, è necessario reinventare la grammatica dell'evangelizzazione, ogniqualvolta, come nella contemporaneità, emerge la richiesta di un annuncio credibile e capace di entrare nei passaggi cruciali della storia, delle culture e delle società. Il messaggio cristiano mostra come il credere porta con sé un'inquietudine che lotta contro la rassegnazione, affinché la buona notizia non privi donne e uomini di quelle prospettive di senso che rispondono alle questioni più profonde dell'umano.
Un saggio sulla fede intesa come evento di libertà.
Se c'è una caratteristica propria del cristianesimo, questa è la passione per la cultura come luogo di umanizzazione. Nell'attenzione alle domande di ogni uomo e donna, la proposta cristiana ha saputo farsi compagna di viaggio, sperimentando la fatica del senso, ma anche la bellezza di orizzonti dove sono possibili la speranza e la liberazione. Tale compito esige, però, uno sguardo aperto e simpatico nei riguardi di un mondo segnato da processi di globalizzazione e multiculturalità. Non è facile collaborare a una convivialità delle differenze, là dove prevalgono logiche di imposizione culturale, di identità esclusive, di sfruttamento delle risorse umane e ambientali. Tuttavia, è da questi snodi problematici che deve passare oggi la differenza qualitativa della proposta cristiana. La scelta del dialogo, dell'ospitalità culturale, della salvaguardia dell'ambiente, di un'etica attenta alla dignità umana rappresenta la condizione per riavviare un processo di liberazione attenta al bene comune. Il cristianesimo ha le carte in regola per offrire un contributo costruttivo, perché ha nel suo DNA l'interculturalità come stile di vita: critico nei riguardi di progetti che pensano di poter costruire orizzonti di pace, solidarietà, giustizia senza alcuni particolari ingredienti etici e religiosi; attento alla promessa di bene e felicità realizzata nello stile di vita di Gesù.
C’è un interrogativo che attraversa la ricerca contemporanea: se il messaggio cristiano sia capace o meno di una nuova narrazione del mondo. La fede cristiana non è al riparo dalla necessità di doversi riformulare, soprattutto se intende suscitare ancora una volta l’interesse per un’interpretazione differente dell’esistenza, dell’uomo, della religione, dell’etica. L’invito, pertanto, è riscoprire il Vangelo come un «pensare altrimenti», in maniera interessante, sorprendente, ma anche impegnativa. Il cristianesimo stimolando a non farsi illusioni e invitando la ragione a non allinearsi su strategie di falsa sicurezza, indica, nella vicenda di Gesù Cristo, un punto di appoggio che legittima la ricerca di felicità, aprendola all’ascolto e incontro con l’altro. Assumere lo stile di Gesù, farlo diventare norma di vita, ispirarsi all’originalità delle comunità cristiane, vuol dire toccare il mistero dell’uomo e quello di Dio, per immettere nella storia la nostalgia di un diverso modo di essere uomini e donne.
Destinatari
Studenti di teologia e filosofia. Operatori in ambito educativo.
Autore
Carmelo Dotolo è professore straordinario di teologia delle religioni presso la Pontificia università urbaniana e professore invitato alla Pontificia università gregoriana e al Marianum. È presidente della Società Italiana per la ricerca teologica (SIRT) e membro del Gruppo europeo di ricerca teologica (GERT) dei missionari comboniani. Tra le sue pubblicazioni più recenti: La rivelazione cristiana. Parola, evento e mistero, Milano 2002; Un cristianesimo possibile. Tra postmodernità e ricerca religiosa, Brescia 2007; Abitare i confini. Per una grammatica dell’esistenza, Massa 2008.
Non è affatto semplice, né ovvio interpretare i conflitti che attraversano l'esistenza nella concretezza delle sue attese e e dei suoi desideri. Soprattutto, quando il prendersi cura del quotidiano deve fare i conti con l'esperimento che ogni uomo è nella ricerca di senso. Che dire, poi, di quelle situazioni limite, di quei confini che aprono la comprensione alle avventure della differenza, a scelte non provate dall'evidenza? È questo l'orizzonte di riferimento che fa da sfondo alle riflessioni su quelle tematiche che incalzano saperi diversi, come la filosofia, l'antropologia, le religioni, la sociologia. In particolare, il volume di Dotolo pone analizza quegli aspetti dell'esistenza quali la questione dell'identità e alterità, il dilemma della libertà, l'attenzione al corpo, le domande sull'amore, sul male, il problema Dio nell'orizzonte del nichilismo.