Così lontano e così vicino, l'Ottocento è il teatro di tutto ciò che oggi conosciamo. È il 1815 e Napoleone viene sconfitto a Waterloo, in una battaglia terrificante. Le grandi monarchie tentano di ripristinare un ordine perduto. Tutta la prima metà del secolo è all'insegna delle rivoluzioni e dei sogni di indipendenza. La libertà dallo "straniero" viene cantata dai poeti e dal melodramma almeno quanto l'amore, come parte di un diffuso e rinnovato sentire. È il 1848 e il manifesto di Karl Marx entra nel cuore delle contraddizioni del capitalismo. Con Balzac, Zola, Flaubert il romanzo realistico assume la sua forma più matura. L'Ottocento è anche il secolo dell'invenzione della fotografia e del cinema: una folla di immagini che trasforma i modi di conoscere e ricordare. Non c'è aspetto della vita quotidiana che non sia stravolto dalla tecnica e dall'industria: in medicina, nei trasporti, nell'ingegneria, nelle scienze naturali. Un secolo che elabora il mito del Progresso ma che ci lascia anche in eredità l'idea dello Sfinimento, della caduta dei valori e della morte di Dio.
L'Umanesimo non è una rottura brusca, non è un totale cambio di paradigma tra Medioevo e Rinascimento. Piuttosto una nuova concezione del rapporto uomo-Dio-mondo, con l'uomo centro attivo, protagonista e misura di tutte le cose. Tra Quattrocento e Cinquecento inizia una nuova era, un'epoca di rinnovamento nella quale prende forma la convinzione che l'ordine del mondo non sia immutabile e che tocchi all'uomo trasformarlo. Il Seicento, secolo di disordine e di instabilità, di inquietudine e di spaesamento, secolo della scienza e delle grandi utopie, guida gli uomini negli anni d'oro della cultura europea. Ed è nel Settecento che la luce della ragione, il filtro spietato dell'investigazione critica si impone a ogni livello di indagine. A cerniera tra due secoli, il pensiero di Kant: non tanto nel senso che propone "una nuova visione rispetto ai problemi discussi dalla filosofia che lo ha preceduto, ma perché influenza radicalmente il corso della filosofia successiva. I grandi dibattiti filosofici del XIX secolo potranno essere intesi solo come risposta a Kant". Ci accompagnano in questo viaggio veri e propri giganti del pensiero filosofico, delle scienze e delle arti.
"Ce una ragione culturale per cui una storia della filosofia inizia dai Greci. È stato il pensiero greco a formare il modo di pensare del mondo occidentale e solo comprendendo che cosa avessero pensato i Greci noi possiamo capire come abbiamo continuato a pensare negli ultimi tre millenni circa. Anche se tutto il pensiero occidentale fosse sbagliato, occorrerebbe conoscerlo per capire da dove veniamo e che cosa siamo". Inizia dai presocratici "La filosofia e le sue storie" perché "se, come dirà poi Aristotele, la filosofia nasce da un atto di meraviglia di fronte al mistero delle cose che ci circondano, da atti di meraviglia nascono le dottrine di Talete, di Anassimandro e di Anassimene". Il viaggio prosegue nel pensiero antico, greco, latino, cristiano, medievale, fino all'ultima tappa nei primi anni del Trecento, generosi di novità. "Nova è la musica, moderni i seguaci del pensiero di Guglielmo di Ockham, nova è la pittura di Cimabue e Giotto. I maestri percorrono l'Europa e, in una lingua comune, insegnano le loro conclusioni nelle università di Parigi, Oxford, Bologna, Erfurt. Cresce il bisogno di filosofia e il sapere esce anche dalle aule universitarie per aprirsi alle novità e alle esigenze della società".
Caravaggio, Shakespeare, Vermeer, Rembrandt, Molière, Borromini, Monteverdi e poi Galileo, Pascal, Descartes, Cervantes, Newton e Leibniz... Ciascuno dei protagonisti di questo secolo porta con sé una "rivoluzione": nelle arti, che sperimentano architetture vertiginose e forme dinamiche oppure si addentrano senza esitazioni nel cuore ombroso del reale; nella visione del mondo e dell'Universo, che la novità galileiana scombina completamente catapultando il soggetto tra l'infinitamente grande e l'infinitamente piccolo (Pascal) rivelato dagli strumenti e dai metodi della nuova scienza; nelle forme teatrali e musicali, rinnovate radicalmente sul piano teorico e tecnico. Anche la storia politica ed economica viaggia su rotte diverse rispetto al passato. Il predominio di Inghilterra e Olanda sui mari e sulle terre del mondo scalza quello della Spagna e dell'Impero e apre nuovi scenari, generando mutazioni decisive. Addentrarsi nelle vicende del Seicento significa scoprire quanto la storia d'Europa si vada scrivendo in una relazione sempre più stretta con quella del resto del mondo: economia, società, sistemi di produzione e distribuzione dei beni, ricchezze e schiavitù descrivono un secolo che ha molto da raccontare alle nostre stesse contraddizioni.
A differenza da quella greca, la storia romana ha una struttura lineare, poiché possiede un evidente elemento unificante nella città di Roma, che da piccolo villaggio del Lazio, diventa una grande metropoli, capitale del più vasto impero della storia antica. Dell'eredità romana ricordiamo la forza militare, la certezza del diritto, la struttura logica della consecutio temporum, la precisione del confine... Dalla Grecia abbiamo tratto il modello politico della democrazia, da Roma i principi del diritto, da entrambe le civiltà le tecniche retoriche che usiamo ancor oggi nei parlamenti, nei tribunali, nella pubblicità. Questo volume vi farà scoprire la complessità e la multiformità del modello classico romano che ha determinato e ancor oggi continua a influenzare il mondo moderno. Umberto Eco, con la collaborazione dei più prestigiosi esperti del mondo classico, vi conduce in un percorso di riscoperta delle radici dell'occidente, con nuove e sorprendenti chiavi di lettura.
La Bellezza non è mai stata, nel corso dei secoli, un valore assoluto e atemporale: sia la Bellezza fisica, che la Bellezza divina hanno assunto forme diverse: è stata armonica o dionisiaca, si è associata alla mostruosità nel Medioevo e all'armonia delle sfere celesti nel Rinascimento; ha assunto le forme del "non so che" nel periodo romantico per poi farsi artificio, scherzo, citazione in tutto il Novecento. Partendo da questo presupposto, Umberto Eco ha curato un percorso che non è una semplice storia dell'arte, né una storia dell'estetica, ma si avvale della storia dell'arte e della storia dell'estetica per ripercorrere la storia di un'intera cultura dal punto di vista iconografico e letterario-filosofico.
Dalle origini della civiltà minoica alla fine dell'età ellenistica: quasi due millenni trascorrono dall'antica Creta all'ultimo tentativo di ribellione ai Romani. Un periodo in cui nascono e fioriscono idee e valori in cui possiamo riconoscerci: dai modelli di comportamento della mitologia greca alle forme di ragionamento e alle dimostrazioni geometriche, dal sistema politico della democrazia ateniese alla versione eroica dello sport, dall'educazione che pone le proprie radici nella paideia greca alla ricerca continua di dare ordine alla realtà. Molto di quello che noi ancora oggi viviamo ci rimanda alla civiltà dell'antica Grecia.
Dal 1200 al 1400, nel periodo che viene definito basso Medioevo, una nuova spinta espansiva, tenuta insieme dall'ideologia delle crociate, porta l'Occidente alla conquista dell'Oriente. Le città si ingrandiscono; l'architettura, l'arte, la letteratura esprimono un intenso desiderio di rinnovamento e apertura. A questo iniziale impulso espansivo segue un periodo di guerre e carestie: la guerra dei Cent'anni, la peste, le rivolte dei contadini represse nel sangue; nonostante questo, ritroviamo qui i semi della rinascita che leggeremo in tutte le sue espressioni nell'Europa del Quattrocento.
Dall'anno Mille al XIII secolo: un tempo di rinascita, un balzo di civiltà. I comuni cercano una propria autonomia dal potere imperiale, si sviluppano le città, aumentano le terre coltivate e le attività artigianali e commerciali.
L'Europa si popola di cattedrali, vere e proprie enciclopedie del sapere e della fervida immaginazione medievale. Fra gli splendori arabi e normanni, il tempo delle Crociate e del Regno di Gerusalemme nutre un'epica di dame e cavalieri destinata ad influenzare per sempre la poesia, l'arte, il teatro. Abelardo ed Eloisa discutono intanto di amore e filosofia, si traduce Avicenna e si studia Platone accordando il pensiero cristiano con quello pagano.
Dal 476 all’anno Mille: dopo la caduta dell’Impero Romano assistiamo al tramonto del mondo antico e al lento formarsi di un nuovo amalgama con i popoli barbari, al diffondersi del cristianesimo, alla costruzione del rapporto complesso con l’Islam, tutti elementi attraverso i quali si iniziano ad abbozzare i tratti dell’Europa che verrà. Uno sguardo totalmente nuovo, limpido, vivace e insieme profondo, per leggere vicende ed eventi lontani, ma a noi vicini in molti imprevedibili modi.
Umberto Eco, con la collaborazione dei più importanti medievisti delle diverse discipline, vi accompagna in un viaggio coinvolgente e sorprendente attraverso l’arte, la storia, la società, la letteratura, la musica, la filosofia, le scienze di questo periodo così intenso della storia della civiltà europea.
Curatori
Umberto Eco, Laura Barletta, Pietro Corsi, Riccardo Fedriga, Giuseppe Ledda, Luca Marconi, Valentino Pace, Cecilia Panti, Ezio Raimondi.
Coordinatori
Andrea Bernardoni, Giovanni Di Pasquale, Dario Ippolito.
Autori
Umberto Eco, Alessandra Acconci, Gianfranco Agosti, Ivana Ait, Simona Artusi, Giuseppe Albertoni, Giacomo Baroffio, Laura Barletta, Elisabetta Bartoli, Carolina Belli, Anna Benvenuti, Andrea Bernardoni, Armando Bisogno, Giuliana Boccadamo, Luciano Bottoni, Tommaso Braccini, Giuseppina Brunetti, Glauco Maria Cantarella, Filippo Carlà, Alessandro Cavagna, Elena Cervellati, Antonio Clericuzio, Maria Conforti, Pietro Corsi, Diego Davide Renato De Filippis, Manuela De Giorgi, Lucio De Giovanni, Marco Di Branco, Giacomo Di Fiore, Catia Di Girolamo, Giovanni Di Pasquale, Roberto Gamberini, Manuela Gianandrea, Isaia Iannaccone, Dario Ippolito, Giancarlo Lacerenza, Giuseppe Ledda, Pierluigi Licciardello, Claudio Lo Jacono, Ernesto Mainoldi, Luca Marconi, Fabrizio Mastromartino, Donatella Melini, Ernst Erich Metzner, Silvana Musella, Valentino Pace, Cecilia Panti, Amalia Papa Sicca, Andrea Paribeni, Massimo Parodi, Stefania Picariello, Giorgia Pollio, Massimo Pontesilli, Ezio Raimondi, Marcella Raiola, Alessandra Rizzi, Pasquale Rosafio, Umberto Roberto, Silvia Ronchey, Carlo Luigi Schiavi, Giulio Sodano, Maria Elisa Soldani, Tullio Spagnolo Vigorita, Francesco Stella, Patrizia Stoppacci, Francesco Storti, Giorgio Strano, Francesco Paolo Tocco, Adriana Valerio, Giovanni Vitolo, Francesca Zago, Irene Zavattero.
La bellezza e la bruttezza non sono mai state, nel corso dei secoli, un valore assoluto e atemporale: entrambe hanno assunto forme diverse: armoniche o dionisiache, associate alla mostruosità nel Medioevo e all'armonia delle sfere celesti nel Rinascimento; hanno assunto le forme del "non so che" nel periodo romantico per poi farsi artificio, scherzo, citazione in tutto il Novecento. Partendo da questo presupposto, Umberto Eco ha curato un percorso che non è una semplice storia dell'arte, né una storia dell'estetica, ma si avvale della storia dell'arte e della storia dell'estetica per ripercorrere la storia di un'intera cultura dal punto di vista iconografico e letterario-filosofico. Questa edizione riunisce in un cofanetto i due volumi "Storia della bellezza" (giunto alla sesta edizione) e "Storia della bruttezza".
La Bellezza non è mai stata, nel corso dei secoli, un valore assoluto e atemporale: sia la Bellezza fisica, che la Bellezza divina hanno assunto forme diverse: è stata armonica o dionisiaca, si è associata alla mostruosità nel Medioevo e all'armonia delle sfere celesti nel Rinascimento; ha assunto le forme del "non so che" nel periodo romantico per poi farsi artificio, scherzo, citazione in tutto il Novecento. Partendo da questo presupposto, Umberto Eco ha curato un percorso che non è una semplice storia dell'arte, né una storia dell'estetica, ma si avvale della storia dell'arte e della storia dell'estetica per ripercorrere la storia di un'intera cultura dal punto di vista iconografico e letterario-filosofico.