Così lontano e così vicino, l'Ottocento è il teatro di tutto ciò che oggi conosciamo. È il 1815 e Napoleone viene sconfitto a Waterloo, in una battaglia terrificante. Le grandi monarchie tentano di ripristinare un ordine perduto. Tutta la prima metà del secolo è all'insegna delle rivoluzioni e dei sogni di indipendenza. La libertà dallo "straniero" viene cantata dai poeti e dal melodramma almeno quanto l'amore, come parte di un diffuso e rinnovato sentire. È il 1848 e il manifesto di Karl Marx entra nel cuore delle contraddizioni del capitalismo. Con Balzac, Zola, Flaubert il romanzo realistico assume la sua forma più matura. L'Ottocento è anche il secolo dell'invenzione della fotografia e del cinema: una folla di immagini che trasforma i modi di conoscere e ricordare. Non c'è aspetto della vita quotidiana che non sia stravolto dalla tecnica e dall'industria: in medicina, nei trasporti, nell'ingegneria, nelle scienze naturali. Un secolo che elabora il mito del Progresso ma che ci lascia anche in eredità l'idea dello Sfinimento, della caduta dei valori e della morte di Dio.
Caravaggio, Shakespeare, Vermeer, Rembrandt, Molière, Borromini, Monteverdi e poi Galileo, Pascal, Descartes, Cervantes, Newton e Leibniz... Ciascuno dei protagonisti di questo secolo porta con sé una "rivoluzione": nelle arti, che sperimentano architetture vertiginose e forme dinamiche oppure si addentrano senza esitazioni nel cuore ombroso del reale; nella visione del mondo e dell'Universo, che la novità galileiana scombina completamente catapultando il soggetto tra l'infinitamente grande e l'infinitamente piccolo (Pascal) rivelato dagli strumenti e dai metodi della nuova scienza; nelle forme teatrali e musicali, rinnovate radicalmente sul piano teorico e tecnico. Anche la storia politica ed economica viaggia su rotte diverse rispetto al passato. Il predominio di Inghilterra e Olanda sui mari e sulle terre del mondo scalza quello della Spagna e dell'Impero e apre nuovi scenari, generando mutazioni decisive. Addentrarsi nelle vicende del Seicento significa scoprire quanto la storia d'Europa si vada scrivendo in una relazione sempre più stretta con quella del resto del mondo: economia, società, sistemi di produzione e distribuzione dei beni, ricchezze e schiavitù descrivono un secolo che ha molto da raccontare alle nostre stesse contraddizioni.
"Il discorso sui celti, nella percezione del grande pubblico, ha avuto per lo più un carattere d'intrattenimento: negli scaffali delle librerie la collocazione delle opere a loro dedicate oscilla tra la protostoria e l'esoterismo. Emarginati precocemente dalla storia, quella vera, dove non sono stati in grado di reggere il confronto con competitori più attrezzati, come latini e germani, i celti sembrano aver ottenuto la loro rivincita, colonizzando i territori dell'immaginario e del favoloso. [...] L'origine della civiltà celtica viene collocata nel cuore d'Europa, nel bacino del Reno e del Danubio, e questa centralità ha conservato fino a oggi, più o meno consapevolmente, un significato simbolico. [...] I celti sono allora l'Europa, la Prima Europa, l'Europa originaria che deve essere riscoperta, riattivata, per costruire una nuova Europa unita, oppure delle nuove piccole patrie sorte dall'auspicata dissoluzione delle gabbie nazionali. Radicato nel passato il mito celtico si proietta così verso il futuro". (Dall'introduzione di Vittorio H. Beonio Brocchieri)
A differenza da quella greca, la storia romana ha una struttura lineare, poiché possiede un evidente elemento unificante nella città di Roma, che da piccolo villaggio del Lazio, diventa una grande metropoli, capitale del più vasto impero della storia antica. Dell'eredità romana ricordiamo la forza militare, la certezza del diritto, la struttura logica della consecutio temporum, la precisione del confine... Dalla Grecia abbiamo tratto il modello politico della democrazia, da Roma i principi del diritto, da entrambe le civiltà le tecniche retoriche che usiamo ancor oggi nei parlamenti, nei tribunali, nella pubblicità. Questo volume vi farà scoprire la complessità e la multiformità del modello classico romano che ha determinato e ancor oggi continua a influenzare il mondo moderno. Umberto Eco, con la collaborazione dei più prestigiosi esperti del mondo classico, vi conduce in un percorso di riscoperta delle radici dell'occidente, con nuove e sorprendenti chiavi di lettura.
Dalle origini della civiltà minoica alla fine dell'età ellenistica: quasi due millenni trascorrono dall'antica Creta all'ultimo tentativo di ribellione ai Romani. Un periodo in cui nascono e fioriscono idee e valori in cui possiamo riconoscerci: dai modelli di comportamento della mitologia greca alle forme di ragionamento e alle dimostrazioni geometriche, dal sistema politico della democrazia ateniese alla versione eroica dello sport, dall'educazione che pone le proprie radici nella paideia greca alla ricerca continua di dare ordine alla realtà. Molto di quello che noi ancora oggi viviamo ci rimanda alla civiltà dell'antica Grecia.
Questo libro racconta di alcuni nodi emblematici nella storia intellettuale del pensiero occidentale: momenti in cui le opinioni - i testi, i luoghi e le persone che le rappresentano - stridono nel proprio contesto, e innescano le dinamiche articolate del controllo sulla circolazione e sulle fonti del sapere. In questi passaggi cruciali si definiscono i contorni di ciò che chiamiamo autore, lettore, editore, pubblico; e quindi censura, autocensura, libertà d'espressione, proprietà intellettuale: temi che nella postfazione Riccardo Fedriga chiama a raccolta per una riflessione sulla contemporaneità.
La stagione che chiamiamo Medioevo, lunga quasi mille anni, si schiude sulla sua ultima scena. E una scena illuminata dalle vetrate e dai manoscritti, luccicanti di miniature, dalla consistenza e dai colori dei tessuti italiani e delle Fiandre che viaggiano per mare o per terra toccando il nord e il sud dell'Europa e attraversando un mondo nuovo, che si dispiega in tutta la sua variegata molteplicità. Nuove visioni abitano le città, ma anche l'intimità di studioli di uomini e donne di comando, ispirando la loro ricerca e sostenendola con l'autorità di una grandezza che appare di nuovo possibile, anche grazie alla poderosa immaginazione e abilità di artisti, architetti delle arti e del pensiero, pronti a tratteggiare utopie del presente, attraverso cupole e palazzi, nuove costruzioni di vita civile, di modelli statuali ed economici che si vanno rinnovando e delineando.
Dall'anno Mille al XIII secolo: un tempo di rinascita, un balzo di civiltà. I comuni cercano una propria autonomia dal potere imperiale, si sviluppano le città, aumentano le terre coltivate e le attività artigianali e commerciali.
L'Europa si popola di cattedrali, vere e proprie enciclopedie del sapere e della fervida immaginazione medievale. Fra gli splendori arabi e normanni, il tempo delle Crociate e del Regno di Gerusalemme nutre un'epica di dame e cavalieri destinata ad influenzare per sempre la poesia, l'arte, il teatro. Abelardo ed Eloisa discutono intanto di amore e filosofia, si traduce Avicenna e si studia Platone accordando il pensiero cristiano con quello pagano.
La polifonia del pensiero medievale passa attraverso i monasteri, le biblioteche, le università, la struttura della lectio e della quaestio; e poi il commento come genere filosofico, le teologie, gli aristotelismi e le censure intellettuali e, ancora, la scienza, la pluralità dei mondi, la politica, le pratiche e le teorie della medicina e della musica. Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri e Riccardo Fedriga hanno raccolto molti fra i più importanti medievisti italiani insieme ai più interessanti giovani studiosi per comporre una visione ampia e plurale del pensiero medievale che attiene, anche, all'etica espressa da laici, cavalieri, goliardi, poeti. Questo libro è dunque una vasta esplorazione dell'Occidente medievale, l'Europa "dai molti padri e dalle molte madri" che articola il pensiero greco, latino, arabo e ebraico, nel melting pot che prepara il decollo dell'età moderna.
Dal 476 all’anno Mille: dopo la caduta dell’Impero Romano assistiamo al tramonto del mondo antico e al lento formarsi di un nuovo amalgama con i popoli barbari, al diffondersi del cristianesimo, alla costruzione del rapporto complesso con l’Islam, tutti elementi attraverso i quali si iniziano ad abbozzare i tratti dell’Europa che verrà. Uno sguardo totalmente nuovo, limpido, vivace e insieme profondo, per leggere vicende ed eventi lontani, ma a noi vicini in molti imprevedibili modi.
Umberto Eco, con la collaborazione dei più importanti medievisti delle diverse discipline, vi accompagna in un viaggio coinvolgente e sorprendente attraverso l’arte, la storia, la società, la letteratura, la musica, la filosofia, le scienze di questo periodo così intenso della storia della civiltà europea.
Curatori
Umberto Eco, Laura Barletta, Pietro Corsi, Riccardo Fedriga, Giuseppe Ledda, Luca Marconi, Valentino Pace, Cecilia Panti, Ezio Raimondi.
Coordinatori
Andrea Bernardoni, Giovanni Di Pasquale, Dario Ippolito.
Autori
Umberto Eco, Alessandra Acconci, Gianfranco Agosti, Ivana Ait, Simona Artusi, Giuseppe Albertoni, Giacomo Baroffio, Laura Barletta, Elisabetta Bartoli, Carolina Belli, Anna Benvenuti, Andrea Bernardoni, Armando Bisogno, Giuliana Boccadamo, Luciano Bottoni, Tommaso Braccini, Giuseppina Brunetti, Glauco Maria Cantarella, Filippo Carlà, Alessandro Cavagna, Elena Cervellati, Antonio Clericuzio, Maria Conforti, Pietro Corsi, Diego Davide Renato De Filippis, Manuela De Giorgi, Lucio De Giovanni, Marco Di Branco, Giacomo Di Fiore, Catia Di Girolamo, Giovanni Di Pasquale, Roberto Gamberini, Manuela Gianandrea, Isaia Iannaccone, Dario Ippolito, Giancarlo Lacerenza, Giuseppe Ledda, Pierluigi Licciardello, Claudio Lo Jacono, Ernesto Mainoldi, Luca Marconi, Fabrizio Mastromartino, Donatella Melini, Ernst Erich Metzner, Silvana Musella, Valentino Pace, Cecilia Panti, Amalia Papa Sicca, Andrea Paribeni, Massimo Parodi, Stefania Picariello, Giorgia Pollio, Massimo Pontesilli, Ezio Raimondi, Marcella Raiola, Alessandra Rizzi, Pasquale Rosafio, Umberto Roberto, Silvia Ronchey, Carlo Luigi Schiavi, Giulio Sodano, Maria Elisa Soldani, Tullio Spagnolo Vigorita, Francesco Stella, Patrizia Stoppacci, Francesco Storti, Giorgio Strano, Francesco Paolo Tocco, Adriana Valerio, Giovanni Vitolo, Francesca Zago, Irene Zavattero.