Le neuroscienze sono nate come progetto di unificazione delle conoscenze sul sistema nervoso dell'uomo e degli animali; hanno ormai assunto una posizione di primo piano, non solo nei campi del sapere di stretta pertinenza biologica e medica, ma anche in altri settori come la psicologia, l'antropologia, la sociologia e la filosofia. L'insegnamento delle neuroscienze a studenti con formazioni culturali molto diverse deve avvalersi di testi che presentino in modo semplice ma esauriente i metodi, gli scopi, le categorie e le prospettive della disciplina nel quadro dell'evoluzione del pensiero scientifico che ha portato a intravedere un collegamento plausibile fra le molecole e i neuroni da un lato e la mente umana e i suoi prodotti spirituali dall'altro. Articolato in 37 capitoli suddivisi in 8 parti - introduzione alle neuroscienze, la fisiologia del neurone, le neuroscienze della percezione, le neuroscienze del movimento, le funzioni inconsce, lo sviluppo del sistema nervoso, le neuroscienze cognitive e cliniche -, il volume tratta in maniera concisa e sistematica tutti gli argomenti delle neuroscienze: dalla neurofisiologia alle malattie neurologiche e psichiatriche.
Oggi parlare di identità culturale significa addentrarsi in una zona di pencolo, perché in suo nome si sono perpetrati crimini che sfidano l'idea stessa di umanità, e nel suo cono d'ombra ancora si annidano le pulsioni più aggressive. Ma l'ambivalenza dei processi identitari, in cui spesso vanno a incagliarsi i tentativi di riflessione sul tema, per Franco Fabbro non ostacola la comprensione, anzi ne è il presupposto. E, se indagata con strumenti conoscitivi adeguati, che integrano le osservazioni paleoantropologiche e le analisi storico-religiose, può suggerire strategie di disinnesco dei potenziali dannosi. Fabbro ha studiato per decenni sotto il profilo neuroscientifico le due componenti identificative e coesive dei gruppi umani, ossia le lingue e le religioni: acquisite entrambe nelle prime età della vita, scolpiscono il cervello con analoghi meccanismi neurali, organizzandosi nella memoria implicita e determinando un'architettura neuropsicologica che differirà a seconda delle singole tradizioni. Questi marcatori culturali sono collegati ai sistemi emozionali, quindi alle reazioni difensive e aggressive. Allora, come mitigare gli aspetti violenti dell'identità culturale e preservarne al tempo stesso gli elementi che conferiscono «consistenza e spessore» agli esseri umani, come scrive il teologo Vito Mancuso nella Prefazione? La proposta neuropedagogica di Fabbro è di esporre precocemente i bambini a quella pluralità di religioni e di lingue che, secondo ricerche ormai consolidate, favorirebbe una più efficace regolazione del comportamento e una maggiore autoconsapevolezza. Proprio là dove adesso c'è pericolo crescerebbe - in ottemperanza a un verso celebre - «ciò che salva».
Chi ascolta musica mentre fa l'amore? I cantautori sono poeti? Perché nella terza strofa della «Canzone di Marinella» si sente una tromba? Da dove arrivano le scale «orientali» nel primo album dei Pink Floyd? Com'è nata l'idea che le radio potessero trasmettere in continuazione le stesse canzoni? I dj continueranno a esistere o saranno sostituiti dalle app? Perché nessuno al mondo chiama più le canzoni «musica leggera» tranne che in Italia? E cosa c'entra la «musica leggera» col Ventennio fascista? Quando è stata inventata la «musica classica»? Scritto con mirabile equilibrio fra chiarezza giornalistica e rigore scientifico, L'ascolto tabù di Franco Fabbri affronta il complesso tema della popular music focalizzandosi sull'epoca dello «scontro globale» che ha travolto gli ultimi due decenni: uno scontro politico, economico e culturale al quale le musiche non sono sfuggite. Che si tratti di musica elettronica, di cantautori, di musiche del mondo, di rock, di industria musicale e dello spettacolo, di radio e televisione, di Internet, di insegnamento della musica nelle scuole, nei conservatori, nelle università, non è più possibile rinchiudere il discorso in uno specialismo tranquillizzante: se si parla solo di musica, la musica non si può capire. Il tabù del titolo è quello dell'ascolto disattento, fonte di panico per musicologi sussiegosi e critici conservatori di ogni provincia, incapaci di comprendere un ascolto che si svolga fra le corsie di un centro commerciale e non in una sala da concerto. Ma se non si riconosce che ogni genere esiste in funzione di altri generi, che ogni modo di fare e ascoltare la musica esiste in funzione di altri modi e in relazione con loro, ogni ascolto può diventare tabù. E la lezione di questo libro è che i tabù vanno sempre infranti.
Un brindisi a sorpresa nella Mosca di Andropov, la ricerca di un negozio di strumenti musicali a Istanbul, una tournée con i Rolling Stones, un viaggio a Capo Nord con sosta allo Star Club di Amburgo, culla dei Beatles; la cooperativa l'Orchestra e il festival Rock in Opposition, in giro per l'Italia sul "pulmone d'acciaio" durante la prigionia di Moro, la conquista di Berlino, gli Stormy Six che battono i Police, una serata alla Scala con Robert Fripp e una mezza lite con John Zorn. Episodi avventurosi e bizzarri di una vita on the road, di cui è disseminata anche la sua esperienza di critico e studioso. Franco Fabbri - chitarrista degli Stormy Six e musicologo ripercorre quasi cinquant'anni di popular music e di sinistra italiana, dal Movimento studentesco alla vittoria elettorale di Pisapia, dai primi festival alternativi degli anni sessanta alle tre generazioni che festeggiano insieme il nuovo sindaco di Milano in piazza del Duomo cantando "Stalingrado". "Raramente" sostiene Ivano Fossati "il vivere e il fare musica sono stati raccontati in maniera così autentica." Arricchite da una serie di rare fotografie, le memorie raccolte in "Album bianco" richiamano l'estensione nel tempo e nello spazio di "White Album" dei Beatles, dando vita a un eclettico diario musicale, vissuto come un romanzo di formazione della generazione del Sessantotto.
Il libro, che indaga sulle basi neuropsicologiche del misticismo, ha il pregio unico di presentare, in modo comprensibile a tutti, dati perfettamente aggiornati alle più recenti ricerche scientifiche. Ma cos'è la neuropsicologia e cosa ha a che fare con la religione? La neuropsicologia studia tutti i fenomeni psichici dell'uomo a livello del sistema nervoso, descrivendo quindi in modo molto approfondito le connessioni tra corpo e psiche. La storia evolutiva del cervello e i meccanismi neurochimici che sottendono le emozioni, i sentimenti e i diversi stati di coscienza (veglia, sonno, sogno e trance) sono tra gli argomenti trattati in questo volume. E da circa dieci anni che l'autore, nell'ambito di tale disciplina, ha concentrato la sua attenzione sulla sfera del sacro e in particolare sui fenomeni di estasi e beatitudine su cui si imperniano le tradizioni spirituali, esaminando con rigore metodologico alcune delle principali ipotesi per spiegare l'esistenza, negli esseri umani, di circuiti cerebrali coinvolti nell'esperienza religiosa.
Integrando concetti classici della neurolinguistica con le più recenti nozioni derivanti dalle moderne tecniche per lo studio del cervello, il manuale fornisce un quadro completo dei processi e delle basi nervose sottostanti il farsi, disfarsi e rifarsi del linguaggio, sia in età adulta sia in età evolutiva, e tratta non solo i temi fondamentali della disciplina, ma anche gli aspetti relativi alla riabilitazione del linguaggio.
È noto a tutti che l'apprendimento delle lingue da adulti è molto faticoso e spesso dà risultati deludenti, mentre i bambini possono acquisire con facilità le lingue a patto che vengano osservate alcune semplici "regole". Questo libro illustra tali regole e ne discute gli aspetti più rilevanti alla luce delle ricerche più avanzate nell'ambito delle neuroscienze.