Clara e Moreno. Un nome chiaro e un nome scuro. Lei luminosa, lui un po' cupo. Lei ama la fotografia e sogna di diventare una grande fotografa, lui adora la natura e sogna di diventare un esperto di botanica. Frequentano la stessa classe della stessa scuola. Lei ha un mucchio di amici, lui invece no: uno soltanto, ma dalla battuta fulminante. Clara è attratta da Moreno, dal suo modo di trattare i fiori come se fossero esseri umani, e al contempo ne è quasi spaventata, perché stare con lui è impegnativo: lui, per gli altri, è un po' matto. È attratta anche da un altro ragazzo, Clara, che però è ben diverso da Moreno. Si tratta di Rosario, uno che veste alla moda e che tra le compagne riscuote un grande successo. Il mondo degli adulti è sullo sfondo, lontano ma presente, nelle sembianze della madre di Clara, dinamica e a volte complice, del padre di Moreno, che cerca di riprendersi dopo la morte della moglie, di una prof che parla in una maniera buffa e retorica e di una prof in gamba che riesce a intuire cosa sia meglio per i due ragazzi
Angelo, ragazzino cinico e violento appena uscito da una brutta storia, deve trascorrere un periodo di recupero in una comunità di campagna, sotto la tutela di padre Costantino, e in compagnia di altri ragazzi.
Padre Costantino è sicuro delle possibilità di recupero di queste persone, perché crede ciecamente nel Bene. È importante però che queste persone abbiano un obiettivo. Quello di Angelo, da lui stesso scelto per provocazione, sarà di prendersi cura di un cane.
Ma il Male irrompe nel piccolo gruppo sotto molteplici forme, talora violente e drammatiche, talora comiche, talora poetiche, talora metaforiche: come i morsi di un cane, il vizio del bere, i furti, la morte.
Angelo è profondamente irritato da questo prete così ciecamente buono e ottusamente altruista.
Eppure non è così sciocco da non vedere come l’atteggiamento di padre Costantino alla lunga abbia un’influenza positiva su tutte le persone che gli stanno intorno.
Destinatari
Dai 12 anni.
Autore
Antonio Ferrara è nato a Portici, vicino Napoli, nel 1957 e vive e lavora a Novara con sua moglie Marianna, che fa la fotografa, e con i gatti Simba e Goffredo, che fanno i gatti. Ha una figlia che si chiama Martina, studia a Milano e fa anche lei la fotografa. Ha compiuto studi artistici e lavorato per sette anni in una comunità alloggio per minori, dove ha imparato a frequentare i sogni dei bambini e a non prendersi mai troppo sul serio. È autore di numerosi libri per ragazzi, tra cui Pane arabo a merenda, Puzzillo gatto gentiluomo, Come i pini di Ramallah, I suoni che non ho mai sentito, A braccia aperte, Ferite, Anguilla, Batti il muro.
Caterina è solo una bambina quando sua madre comincia a chiuderla in un armadio, al buio. È il segnale di una malattia che non assume mai manifestazioni violente, però infligge a Caterina questa pena ripetuta che non tocca invece alla sorella, chissà perché. Dentro l'armadio Caterina ha paura, all'inizio. Poi comincia a portare con sé un libro e una torcia elettrica, e tutto cambia. La lettura diventa lo strumento per contrastare la volontà della madre in modo sommesso. Caterina non urla, non protesta: rimane buona e zitta dentro la sua casetta di legno, al riparo, con i suoi libri. Sono le storie a salvarla. E sarà l'amore per i libri, un amore fedele e paziente, a dare infine un senso alla sua vita. Età di lettura: da 12 anni.
In casa la TV l’aveva sempre fatta da padrona: in ogni circostanza e in qualunque ora del giorno. Finché, per un banale incidente, si rompe il televisore. Dopo un attimo di smarrimento della famiglia ecco che accadono cose mai successe prima! Una favola bella in una società sempre più individualistica. La riscoperta dei buoni sentimenti e del valore della comunicazione, in un mondo sempre più dominato dai modelli proposti dalla TV. Antonio Ferrara ha partecipato a numerose mostre di pittura e di illustrazione, tra cui New York, Barcellona, Bordeaux, Teheran, Tokyo, Innsbruck, Milano, Venezia. Suoi testi sono stati tradotti in inglese, francese, spagnolo, arabo, ebraico, albanese, tigrino, telugu. Tiene laboratori di illustrazione e scrittura creativa “per emozioni” per ragazzi, insegnanti, detenuti, degenti, presso scuole, biblioteche, librerie, associazioni culturali, carceri, ospedali.