Appartato e visionario, apostolo della speranza e cronista di private apocalissi, per la poesia italiana del secolo scorso Elio Fiore non ha solamente rappresentato un irripetibile e sorprendente caso letterario. La sua è stata semmai una presenza viva e coraggiosa, una testimonianza di instancabile fedeltà al mistero della parola e dell'esistenza. A ottant'anni dalla nascita dell'autore, questo volume curato dall'italianista Silvia Cavalli presenta l'intera produzione in versi di Fiore, riordinando in maniera sistematica le molte opere già edite e offrendo una ricca selezione di testi rari o del tutto inediti, a partire dalla raccolta Quaderno greco, che il poeta aveva licenziato poco prima della sua morte nell'estate del 2002. Insieme con l'attenzione di lettori esigenti (da Cesare Cavalleri ai cardinali Carlo Maria Martini e Gianfranco Ravasi, da Carlo Bo e Italo Alighiero Chiusano a Guido Ceronetti), Fiore ha saputo conquistare l'amicizia e la stima di numerosi poeti e artisti, in un lungo elenco che comprende tra gli altri i nomi di Sibilla Aleramo, Camillo Sbarbaro, Mario Luzi, Liliana Cavani, Rafael Alberti e, su tutti, Giuseppe Ungaretti, suo maestro riconosciuto. Ora questa voce, straordinaria per intensità di ispirazione e generosità del canto, torna a levarsi con nitida urgenza, in un libro destinato a costituire un punto fermo per la conoscenza e lo studio di questo autore.
Un itinerario tracciato nel solco sicuro di una devozione che è indelebilmente legata al cuore stesso della redenzione della Misericordia di Dio: la devozione al Preziosissimo Sangue. Ogni capitolo ripercorre una delle "sette effusioni" del Sangue di Cristo, quei sette momenti in cui Egli ha versato il proprio sangue come prezzo per la nostra redenzione. Attraverso la Parola di Dio - spina dorsale di questo percorso - l'autore ci guida "affettivamente" a farci quanto più possibile prossimi all'uomo Gesù, al suo sentire, al suo amare, al suo soffrire. Le parole diventano così la maniera attraverso cui la nostra mente e il nostro cuore fanno spazio al grande mistero di un Dio fatto uomo e morto per la nostra salvezza.
Fino alla firma della resa con l'esercito piemontese il 13 febbraio del 1861, per più di quattro generazioni la dinastia dei Borbone aveva regnato nell'Italia meridionale, Stato autonomo e indipendente che fu per sette secoli la "Nazione napoletana". Un Paese con una propria economia, una propria industria, un proprio esercito, un proprio inno nazionale; un Paese con valori riconoscibili, condivisi dai suoi abitanti, da Gaeta in giù. Per molti di loro, l'unità d'Italia rappresentò la fine del mondo che avevano conosciuto e nel quale si identificavano. In molti reagirono all'occupazione. Eppure, mentre di Cavour, Garibaldi e Vittorio Emanuele II si sa quasi tutto, pochissimi sono i libri che raccontano le storie degli ufficiali e dei soldati che scelsero di rimanere fedeli al Regno delle Due Sicilie e si opposero ai piemontesi. Uomini che dopo la sconfitta dovettero affrontare umiliazioni, processi e prigionie. Non erano tutti aristocratici o assolutisti: in tanti erano liberali, alcuni avevano combattuto nella Prima guerra d'indipendenza nel 1848 e condividevano il sogno di un'Italia federale; ma quasi tutti furono bollati come retrogradi, reazionari, sbandati, e cancellati dalla memoria comune. Le storie qui raccolte dallo studioso meridionalista Gigi Di Fiore restituiscono un Risorgimento "al contrario", visto e vissuto dalla parte degli sconfitti... Con e-book scaricabile fino al 31-12-2015.
A rincasare ubriachi nel cuore della notte si rischia di inciampare in qualsiasi cosa: un gradino, i lacci delle scarpe, uno stuoino fuori posto. Ma se ti chiami Giulia, sei una pubblicitaria di successo e per te l'infanzia è solo una nicchia di mercato, puoi anche inciampare in una camicia da notte con una bambina dentro: Rebecca, la figlia della nuova vicina. Allora, tra i fumi dell'alcol, puoi persino decidere di ospitarla per una notte sul tuo divano. Salvo poi rimanere invischiata in sessioni di fiabe da raccontarle ogni volta che la madre, misteriosamente, non c'è. Da Cenerentola a Pollicino, da Raperonzolo alla Sirenetta, purché siano sempre le versioni originali: quelle di Perrault, dei Grimm e di Andersen, dove i ranocchi si trasformano in principi soltanto se li lanci contro un muro, e non sono certo i baci a risvegliare le più belle del reame. Se invece ti chiami Rebecca e sei arrivata da poco in città, puoi provare a conquistare i compagni di classe con le "fiabe vere". Salvo poi imbatterti nelle temibili bimbe della Gilda del cerchietto, pronte a screditarti con le versioni edulcorate della Disney. E forse, nonostante i tuoi nove anni, cercherai di far capire a Giulia, la tua amica del pianerottolo, che, anche se i principi azzurri nella realtà non esistono, l'uomo giusto a volte è più vicino di quanto si pensi. Ciò che ancora non sai è che la verità costa cara. E non solo perché certe cose è meglio non raccontarle, specie quando ci sono di mezzo i segreti degli adulti.
"Uccidi e non uccidere, comandano facilmente le leggi. Perché uccidere? Perché non uccidere? Che vale la legge contro la necessità? Chi comanda? Chi è comandato? Queste e altre cose ho ricercato sulla guerra degli uomini". Di Tommaso Fiore, insegnante pugliese, assiduo collaboratore della "Rivoluzione Liberale" e firmatario dell'Appello ai meridionali della rivista, Gobetti pubblicò nel 1924 due libri, riproposti insieme nella presente edizione. Essi raccolgono annotazioni e meditazioni filosofico-poetiche sull'esperienza dell'autore, fante in prima linea sul Carso. Soprattutto "Uccidi" è una testimonianza ricca di umanità e di moralità pensosa nel genere letterario dei diari di guerra. Fiore non ha certezze, accumula anzi tormentosi interrogativi, rimanendo costantemente sconcertato dal paradosso che lega guerra (giustificata e "necessaria" per l'interventismo democratico dell'autore) e violenza omicida (che avverte ripugnante e insensata).
Quasi tremila morti, migliaia di dispersi e deportati: fu questo il Risorgimento per i vinti nel Mezzogiorno d'Italia. Dallo sbarco di Garibaldi fino alla capitolazione dell'esercito delle Due Sicilie a Gaeta passarono appena nove mesi. Tanto bastò a sfaldare un regno, che la dinastia dei Borbone aveva guidato per 127 anni. Su quel tracollo solo ora emerge, finalmente nella sua interezza, uno spaccato da conquista militare: diplomazia, forza delle armi e politica riuscirono a creare le condizioni per un'annessione al Piemonte, che violava le norme del diritto internazionale, realizzata con i fucili senza il consenso delle popolazioni. In poco tempo le regioni meridionali, con 9 milioni di abitanti, furono "italianizzate": azzerati monete, codici penali e civili, burocrazie. Tra il 1860 e il 1861 gli sconfitti, protagonisti di questa ricostruzione storica, furono soprattutto migliaia di pastori, carbonari e contadini del Matese, delle Puglie, delle campagne salernitane, della Sicilia, dei Tre Abruzzi, del contado del Molise, della Calabria, di Napoli. Un esercito di oltre 50 mila uomini: meridionali, a difendere quella che allora era la loro Patria. Su quei mesi, sui militari, sulla generazione che realizzò in concreto il Risorgimento, sia nella vittoria sia nella sconfitta, l'Archivio Borbone è una miniera ancora poco esplorata.
Dieci canzoni che nascono dall'esperienza: "C'è una storia dietro di te ricca di valori, di esperienze che tu stesso hai vissuto e spesso dimenticato... Riscoprire tutto ciò può diventare per te una grande risorsa dentro la quale ritrovare un senso grande per il quale vale spendere una vita intera". Questo cd fa parte del progetto che comprende anche un volume + dvd che costiutuisce un percorso educativo per orientare i giovani nella ricerca di Dio.
L'obiettivo di questo percorso educativo (pensato per un itinerario annuale o per un campo estivo) è aiutare i giovani a sapersi orientare nella ricerca di Dio e interiorizzare l'esperienza dell'incontro con Cristo. Ogni tappa propone: il videoclip di una canzone inedita che lancia il tema, una dinamica di gruppo per interiorizzare il tema, il confronto con un "testimone", un momento di preghiera e la visione di un film da vedere insieme. Oltre a questo libro con i testi e il materiale per gli incontri e un dvd allegato con 10 videoclip, canzoni e testimonianze, è disponibile a parte il cd musicale con la registrazione delle dieci canzoni che danno lo spunto al cammino.
Nella "Confessione di fede" e negli "Articoli di fede" Gioacchino da Fiore si presenta non tanto nelle consuete vesti di esegeta biblico, specialista dell'Apocalisse, né di teologo della storia che annuncia "profeticamente" l'imminente terza età dello Spirito, quanto come teologo a confronto con altri teologi e nei panni del teologo-abate, maestro dei suoi monaci. Nella "Confessione di fede" Gioacchino esprime una cultura teologica assimilata anche attraverso i testi della scolastica, in particolare le "Sentenze" di Pietro Lombardo. I destinatari del breve scritto sono teologi dotti, cui l'abate si rivolge probabilmente dall'abbazia di Casamari tra 1182 e 1184. Di altro genere è l'impostazione degli "Articoli di fede". I temi trattati sono comunque teologici, ma sono i toni e il lessico a essere diversi e a indicare che i destinatari sono i monaci della sua comunità, rappresentati dal filius Giovanni. L'abate di Corazzo non evita di toccare problematiche dibattute a quel tempo negli ambienti scolastici, ma il largo spazio riservato alle questioni monastiche e ai concreti problemi della gestione dei differenti carismi e ruoli, presenti all'interno di un'unica comunità religiosa, fa risaltare il suo volto di abate, impegnato a istruire i monaci a lui affidati.
Questo libro contiene la prima traduzione italiana del De Septem Sigillis, un opuscolo apocalittico in cui Gioacchino riassume le duplici persecuzioni dei due Testamenti, scandite dai sette sigilli dell’Apocalisse e dalla loro apertura. L’andamento esplicativo di questa breve opera attraversa tutto il corpus gioachimita, essendo presente in molte delle maggiori opere dell’abate, dalla Concordia Novi ac Veteris Testamenti all’Expositio in Apocalypsim, fino al celebre Liber Figurarum. Nell’introduzione al volume, il curatore sottolinea l’originalità del pensiero di Gioacchino, confrontandolo con le più importanti autorità teologiche del tempo e mettendo in risalto l’audacia e l’importanza della riflessione dell’abate calabrese.
Gioacchino da Fiore (1135-1202) è una delle figure più enigmatiche ed influenti dell’intera tradizione medievale, e la sua opera rappresenta un unicum nel panorama della storia della filosofia. Grazie alla radicalità della sua esegesi apocalittica, l’abate calabrese diede voce e sostanza ad un nuovo immaginario, disegnando una cartografia simbolica e figurale del tempo a venire. Fra le sue opere più importanti, vanno ricordate la Concordia Novi ac Veteris Testamenti, l’Expositio in Apocalypsim e il Tractatus super quatuor Evangelia.
Alfredo Gatto (1985), dottore di ricerca in Filosofia presso l’Università San Raffaele di Milano, collabora con varie riviste italiane e straniere e fa parte, sin dalla sua fondazione, della redazione del Giornale Critico di Storia delle Idee. Le sue ricerche sono incentrare sulla filosofia medievale e sul pensiero cartesiano.
Con un saggio di Andrea Tagliapietra
In un momento storico in cui le sperequazioni sociali stanno diventando intollerabili, si pone un quesito di scottante attualità: lo Stato riuscirà a conservare il suo ruolo cruciale per controbilanciare le crescenti ingiustizie e per rendere effettivi i diritti di tutti i cittadini? Per rispondere a questo interrogativo, sfuggendo ai luoghi comuni, Fiora Luzzatto in questo volume risale alle radici del nostro patto di convivenza civile, cioè alla nostra Costituzione. Il volume percorre le tappe salienti della legislazione assistenziale italiana, individuando se si siano compiuti progressi ? o regressi ? nell'attuazione dell'art.38 e delle altre norme costituzionali. L'analisi non si limita alla legislazione assistenziale propriamente detta, ma affronta i rapporti con le altre aree del welfare: previdenza, istruzione, sanità, lavoro, immigrazione, diritti civili. Con un'ottica attenta alla specifica realtà meridionale, si evidenziano le gravi disparità tra Nord e Sud, che potrebbero accentuarsi con la futura attuazione del federalismo. Il libro indaga sul passaggio dal welfare-state al welfare-mix, e sul ruolo svolto e da svolgere da parte degli enti pubblici e delle organizzazioni private. Dopo decenni di sviluppo dello Stato sociale, il ruolo degli enti pubblici, a partire dalla fine dello scorso millennio, è sembrato sfumare e spegnersi.