Nel 1986, durante un soggiorno in Germania per la sua tesi di dottorato, il giovane gesuita Jorge Mario Bergoglio rimase incantato dal bellissimo e suggestivo dipinto di Maria che scioglie i nodi della chiesa di Sankt Peter ad Augsburg. Divenuto vescovo, ne consolidò il culto in Argentina.Ma che cosa sono questi nodi? Tutte le difficoltà materiali, familiari, scolastiche, professionali o spirituali; tutti i problemi che ci assillano e che non sappiamo come risolvere; tutte le situazioni bloccate o inestricabili, per le quali spesso non vediamo soluzione. La novena a «Maria che scioglie i nodi» è un affidamento alla Vergine perché aiuti a dipanare situazioni complicate.
Pregare vuol dire pensare a Dio, parlare con Dio
Pregare vuol dire innalzare la propria mente e il proprio cuore a Dio. Vuol dire parlare con Lui con il nostro pensiero o con le nostre parole. perciò ogni pensiero a Dio, ogni sguardo, ogni parola rivolta con affetto a Lui è pregare. Ci guarda le bellezze del cielo, delle montagne, della campagna, di un fiore e pensa con ammirazione e amore a Dio che ha fatto tutto questo, costui prega. Chi guarda un'immagine del Crocifisso, e col pensiero vede Gesù sul Calvario che soffre e dà la vita per noi, e silenziosamente gli dice "grazie", costui prega. Pregare, quindi, è una cosa molto facile. In ogni luogo, in ogni momento, qualsiasi persona può sollevare il suo pensiero a Dio e dirgli "Grazie", "Aiutami", "Perdono".
"Dov'è la parola del Signore? Si compia finalmente! (Ger 17,15)'. Se è forte e qualche volta incomprensibile l'invadenza del diavolo nella nostra vita, è pure vero che Dio "è scudo per chi in lui si rifugia" (Sal 17,31) e che "non si addormenterà, non prenderà sonno il custode d'Israele" (Sai 120,4). Una via di difesa, un addestramento divino alla battaglia (Sai 17,35), è allora sempre offerto alla nostra debolezza, poiché [... ] Dio colpisce 1 nostri nemici in svariatissimi modi(Sap 12,22) e mai ci abbandona a noi stessi.
La strada privilegiata che Dio stesso ci illustra per difenderei da Satana e dalle sue infatuazioni è quella dì restare costantemente alla sua presenza attraverso la relazione della preghiera, che è in grado non soltanto di "liberare" l'uomo dal turbamento del proprio male, ma addirittura di trasformare quello che in prima istanza sembra una grave imposizione di sofferenza in una proposta di purificazione [... ]".
Francesco G. SiUetta è dottore in Teologia dogmatica. Autore di diverse opere in ambito teologico e spirituale.
Con brevi introduzioni ad ogni preghiera, riferimenti magisteriali e una introduzione generale all’inizio della raccolta
Una novena con breve introduzione teologica e testi rigorosamente inediti composta per la meditazione personale e la preghiera per intercessione di San Giuseppe.
L'analisi della propria fede nette in evidenza come sia possibile purificare un modo di porsi dinanzi a Dio esclusivamente fisso sull'oggetto estrinseco, sua male da cui si chiede di essere liberati, senza un previo discernimento del proprio limite ed al contempo dell'infinita potenza di Dio che la fede mette in luce. Il dono della fede ha perciò una fondamentale capacità di annullare un tipo di comprensione miracolistica della liberazione della male, fondata su una logica di senso del genere domanda- risposta immediata.
Francesco G. Silletta è Dottore di Telogia. É autore di molte opere di argomentazione teologica e spirituale, tra cui gli studi Amato perché amante. Il Discepolo Amato come personaggio in migrazione (2015) e Corso di Mariologia dell'intuizione (2018).
Età di lettura: da 8 anni.
Nuova raccolta di preghiere per la liberazione composte dal Teologo Francesco Gastone Villetta
"Di per sé la pratica di una novena è un momento importante dello spirito umano, poiché costituisce una sorta di estensione di una medesima attualità di preghiera, come se il riferimento singolare della nostra orazione rimanesse a suo modo fisso per tutto il tempo dei nove giorni. Non si tratta solo di un pio esercizio devozionale, ma di un vero investimento spirituale dagli effetti spesso inimmaginabili, perché alle volte veniamo esauditi a motivo dell'insistenza nel chiedere (cfr. Lc 11,5)".