Recensione
Cosa significa essere un pro-life? Prima ancora che l’adesione a un insieme di verità circa il retto operare dell’essere umano, significa credere in una possibilità di senso che riscatti la vita di ognuno di noi dall’insignificanza e dal vuoto. Significa essere consapevoli del fatto che, anche nell’esistenza più debole e nella situazione più tragica, l’orizzonte ultimo è quello della positività e della speranza. Negli Scritti che avete tra le mani, un pro-life di lunga data come Francesco Agnoli ci aiuta a misurare su queste premesse questioni attuali e drammatiche come l’aborto, la fecondazione artificiale, il divorzio, l’eutanasia, l’evoluzionismo, l’emergenza educativa e molto altro: scopriremo nel corso della lettura che le regole della morale non sono fatte per ingabbiare l’uomo, ma per aiutarlo a direzionare il suo sguardo verso il bene, la felicità e la pienezza.
«Voglio una vita manipolata»: Vasco Rossi non lo ha mai detto, ma nella sua celebre canzone reclamava una libertà intesa come autodeterminazione individualista, «che se ne frega di tutto». E' questa in sintesi l'idea, oggi tanto più radicata, che ognuno sia l'artefice della propria fortuna e che la felicità e la libertà non siano una conquista, un cammino, una storia, come intese in passato, ma una soddisfazione immediata di un desiderio istintivo da raggiungere a ogni costo, per quanto momentaneo, scentrato, pretestuoso o perfino dispotico possa essere. Una tale concezione è frutto, spiega questo libro, del disconoscimento della legge naturale. Senza il riconoscimento nella realtà e nella stessa vita personale di un qualcosa che è dato, l'uomo contemporaneo non serve più l'ordine del mondo ma lo riplasma, manipolando la vita e la realtà , come dimostrano le modalità in auge della fecondazione artificiale, dell'aborto, dell'eutanasia e della promozione/consumo degli stupefacenti.
Come scrive il direttore di Avvenire Dino Boffo nella prefazione, queste «pagine gettano una luce impietosa su una serie di fenomeni degenerativi nel rapporto fra tecnica e vita; scaturiscono però da un positivo intento provocatorio, di messa in allerta delle coscienze. Ma anche da una pretesa in più; quella di condurre un'analisi di ampio respiro circa le cause di tale dissesto etico». Il risultato? Non è dimostrato che l'uomo si dia da solo la felicità ; più agevolmente, come recitava la canzone, può darsi «una vita piena di guai» (pp. 184)
Francesco Agnoli, collaboratore de Il Foglio e di Avvenire. Tra i suoi libri: Storia dell'aborto nel mondo e La fecondazione artificiale; Conoscere il Novecento; Controriforme. Antidoti al pensiero scientista e nichilista (scritto con A. Morresi).
Nella società contemporanea, caratterizzata da una concezione scientifica e meccanica della vita, è profondamente cambiato l'approccio alla morte: non più evento naturale e ineluttabile da vivere con rassegnazione come nel mondo antico;. non più momento di passaggio e apertura alla vera Vita come nella cultura ebraico-cristiana, la morte appare all'uomo postmoderno come un evento assurdo, irrazionale, da negare e da ridurre sotto il proprio dominio. Contro questo atteggiamento, all'origine di fenomeni quali l'eutanasia e l'aggressività terapeutica, è necessario costruire una nuova cultura che invece di negare la morte e di medicalizzarla... insegni ad integrarla nella vita. E' la proposta che in queste pagine l'Autore indica con il nome di eubiosia (letteralmente, la buona vita): si tratta di una cultura del dono (alla base, ad esempio, della pratica del trapianto di organi) e della biosolidarietà fondata sul rispetto della dignità dell'uomo in ogni fase della vita.
La bioetica è la grande rivoluzione culturale della postmodernità. Alla confluenza di due flussi, quello umanistico e quello scientifico, mentre il progresso della medicina apre prospettive nuove e imprevedibili alla vita dell'uomo, il benessere psicofisico si è affermato come un diritto umano fondamentale. Ma si apre al tempo stesso una nuova problematica nella esigenza di conciliazione degli interessi della società con la libertà di autodeterminazione della singola persona. Di qui, una somma di domande, di ipotesi, di istanze che esigono un tentativo di messa a fuoco.