Fare storia oggi - soprattutto comprendere e raccontare il Novecento e questi primi vent'anni del nuovo millennio - non può prescindere dagli strumenti della memoria forniti dalla tecnologia. La digitalizzazione degli archivi e la rappresentazione della storia attraverso i media audiovisivi sono due realtà ormai consolidate, che contribuiscono a trasformare il racconto storico in termini, da un lato, di conservazione, circolazione e fruizione senza precedenti dei materiali e, dall'altro, di costruzione condivisa del passato e di coscienza collettiva del presente attraverso un nuovo patrimonio di conoscenze, inedite espressioni di socialità e strategie non solo culturali ma anche politiche ed economiche. Questo volume si interroga sulle conquiste e sulle evoluzioni del discorso storico alla prova dei nuovi strumenti di comunicazione e di conservazione, riunendo i contributi di storici, studiosi dei media e professionisti del settore. Ne nasce una ricognizione a tutto tondo sui cambiamenti del mestiere dello storico, chiamato a uscire dall'ambito puramente accademico per incontrare la memoria 'pubblica' dei protagonisti e del territorio; sul ruolo degli archivi come strumenti di storytelling e identità; sui nuovi musei 'partecipativi' di fronte alla sfida e alle possibilità del web; sulle modalità con cui i broadcasters audiovisivi legano la loro specificità al tema della storia. Questioni di grande risonanza attuale, che danno vita a un dibattito effervescente tra gli studiosi, ma insieme stimolano e incuriosiscono tutti noi, rendendoci consapevoli del nostro ruolo di fruitori e insieme co-narratori del racconto storico.
Cosa è successo quando è apparsa la televisione in Italia? L'hanno capita prima i cattolici o i comunisti? Ha ancora senso l'idea di servizio pubblico? Che rapporti ha intrecciato con il cinema e la letteratura? Come è diventata il medium egemone inglobando altre forme espressive? Le nuove tecnologie ne sanciranno la fine o ne trasformeranno la natura e le sorti? Aldo Grasso, il nostro maggior esperto in materia, ha radunato i più importanti studiosi di media, italiani e stranieri, per disegnare uno scenario inedito sul più diffuso e popolare strumento di comunicazione. L'intento è quello di inaugurare un nuovo metodo di osservazione nei confronti di un universo finora ingabbiato in letture ideologiche o settoriali. La storia della televisione italiana viene invece qui affrontata nei modi saettanti e curiosi della Kulturkritik, con una coralità di voci che si rispondono, intessendosi l'una all'altra, incaricandosi di riflettere con competenza e autorevolezza sui molteplici aspetti della questione. Alla televisione italiana mancava un libro così, un libro che, con precisione filologica e visionarietà teorica, ne raccontasse le storie, i risvolti, le potenzialità.
Nel libro sono accumulate le due passioni totalizzanti dell'autore: il viaggio e la fotografia. Oltre alle fotografie scattate in paesi lontani e misteriosi, trovano posto ventiquattro tra poesie, riflessioni, diari di viaggio.
La tematica dei cinque sensi diventa propedeutica per la comprensione della nostra storia, in quanto la loro rappresentazione può costituire un tramite per comprendere meglio le disposizioni morali che caratterizzano modalità diverse di approccio al paziente e le loro evoluzioni nel corso del tempo. Si è voluto riflettere a più voci sul possibile ruolo dei sensi come fondamento e base della cura e della pratica clinica stessa. Si è cercato di comprendere quali intrecci e quali riflessi generano nell'arte della cura, lo sguardo, la vista, l'ascolto, le diverse forme del toccare e del contatto corporeo, il gusto e l'olfatto. Parlare dei sensi nella cura è parlare della presenza sensibile e dell'indecifrabilità dell'uomo, che si potrebbe anche considerare come un modo di pensare, in uno stile diverso, la stessa «condition humaine». Qui sta la genesi della storia di questo libro, vale a dire, come un ritorno ai sensi può aprire nuove idee (anzi, questo è troppo limitato al senso della vista!) a nuove percezioni per la riflessione e nuovi significati bioetici. Sembra spiacevole, infatti, che la bioetica di oggi sia una bioetica dei principi e una bioetica delle frontiere (sia ai margini della vita umana, ma anche rispetto alle nuove biotecnologie), piuttosto che una bioetica della vita. Parafrasando Serres, si potrebbe dire che la bioetica odierna «non ha il senso dell'olfatto, e niente gusto». Da ciò l'importanza per l'esercizio della pratica clinica, di una riflessione sui cinque sensi.
Igino Righetti (1904-1939) è stato un protagonista della storia del cattolicesimo italiano del Novecento ma è rimasto quasi sconosciuto al grande pubblico. A fianco di Giovanni Battista Montini, contribuì in modo decisivo all'educazione dei giovani della Fuci, fondò il Movimento Laureati di Azione Cattolica, propiziò e animò numerose e rilevanti iniziative culturali. Negli anni del fascismo, la sua passione civile, animata da un'intensa fede, orientò la formazione delle coscienze democratiche di una generazione. I saggi raccolti in questo volume offrono nuovi approfondimenti sul suo breve ma affascinante itinerario biografico e intellettuale e suggeriscono originali piste di riflessione storica sul contesto civile ed ecclesiale nel quale egli operò con sorprendente e feconda lungimiranza. Con un messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
La collana "Il diritto in schemi" intende fornire un utile supporto per l'apprendimento e il ripasso delle principali discipline oggetto di esami e concorsi. Gli "Schemi" guidano lo studente e il concorsista nello studio delle materie, aiutandolo a focalizzare l'attenzione sulle nozioni fondamentali e sugli aspetti principali di disciplina di ogni argomento, sulle analogie e le differenze tra gli istituti, sui profili meritevoli di approfondimento perché oggetto di attenzione da parte della dottrina e della giurisprudenza. I volumi sono caratterizzati dalla schematizzazione degli argomenti, che rende possibile una chiara e immediata comprensione e un'agevole memorizzazione, ed in particolare contengono: schemi e tavole sinottiche; tabelle di comparazione tra istituti; box di approfondimento; particolari accorgimenti grafici, quali l'uso di simboli, elenchi puntati e grassetti, per sviluppare la memoria visiva. Tali elementi rendono i volumi una guida pratica per chi vuole prepararsi alla materia partendo dalle nozioni di base e dagli istituti fondamentali o per chi necessita di un ripasso veloce nell'imminenza della prova, fungendo anche da utile strumento da affiancare a manuali e compendi.
M. Cangiotti, Necessità e limiti della mediazione. Prospettive: M. Ferraris, Realismo positivo. L'invito che ci viene dal mondo D. Marconi, Genealogia del nuovo realismo F. Botturi, Realismo morale P. Pagani, Phainesthai. Note su essere e pensiero V. Fano - S. Matera, Realismo scientifico e vincolo fenomenologico M. Alai, Realismo, idealismo e agnosticismo. Una prospettiva epistemologica P. De Vitiis, Nuovo realismo ed ermeneutica M. Giuliani, Il realismo rabbinico C. Dotolo, Rivelazione e realtà C. Zuccaro, Può la teologia morale non essere realista? Figure e confronti: E. Baccarini, La questione dell'oggetto nella fenomenologia G. D'Anna, Nicolai Hartmann. Realismi e ontologia L. Grion, La critica di Bontadini al new realism anglo-americano S. Bignotti, Realismo e idealismo in Emanuele Severino. Un'identità problematica G. Cotta, La realtà dell'altro. Individualismo, relazionismo e relazionalità Materiali: T.W. Adorno, Kant: due concetti di cosa (a cura di I. Bertoletti) P. Aubenque, Relatività o aporeticità dell'ontologia? Da Quine ad Aristotele (tr. di I. Bertoletti).
Sezione monografica: P. Grassi, Introduzione; B. Forte, Pensare dopo Mancini; A. Aguti, L'ultimo Dio. Note sul confronto di Mancini con Martin Heidegger; D. Scalzo, La penultima parola. Heidegger nel Frammento su Dio di Mancini; M. Bozzetti, Hölderlin nei doppi pensieri; E. Cecchi, Mancini lettore di Rosmini; C. Vigna, Un maestro, vent'anni dopo; A. Di Caro, La logica dei doppi pensieri; M. Cangiotti, Ethos/popolo. La filosofia politica di Mancini fra Aristotele, Agostino e Paolo; E. Moroni, Per un'assiologia giuridica e politica; M. Cascavilla, Italo Mancini e il decisionismo di Carl Schmitt; G. Crinella, Il confronto critico con la teoria giuridica di Hans Kelsen.
Il processo di secolarizzazione che ha investito la società contemporanea sta portando a una scissione piuttosto netta tra ambito religioso e ambito non religioso, spesso a discapito del primo. In questo contesto anche le forme della religiosità giovanile appaiono frammentate, quasi fossero espressione di una pluralità di stili che, se da una parte evidenzia la tendenza verso la costruzione di una religione "personalizzata", d'altra parte è manifestazione evidente delle difficoltà che incontrano le forme tradizionali di trasmissione della fede nel rispondere alle sfide di un mondo che cambia. Così, se è vero che chi ha fede mostra maggior attenzione verso i valori etici e la qualità delle relazioni umane, sviluppando un forte senso di appartenenza a una comunità, è anche vero che l'influenza dei modelli di comportamento dominanti è estremamente forte anche tra i cattolici più partecipi e impegnati. Questo volume, che trae origine da una ricerca richiesta all'Istituto Iard dal Centro di Orientamento Pastorale, permette di disporre di uno strumento in grado di fornire una visione il più possibile completa su come i giovani vivono il rapporto con la religione in tutte le fasi della vita quotidiana: in famiglia, a scuola e sul lavoro, nel tempo libero.