In questi scritti emergono tratti distintivi del vissuto cristiano, rispetto ad altri che possono essere sottoposti a una teorizzazione soltanto filosofica. Si tratta di temi - Fede, Religione, Esperienza - di rilevanza perenne, particolarmente sentiti nell'età moderna e postmoderna, e attuali nel dibattito sul rapporto tra la specificità esistenziale di una fede e la genericità della disposizione religiosa. Guardini li affrontava già nel 1934, distanziandosi in modo preciso dalla soluzione radicale della «teologia dialettica» di Karl Barth, che invece opponeva fede e religione. Lo scritto sulla fede nella grazia e la coscienza della colpa anticipa le odierne discussioni sulla caduta del senso del peccato, sui riduzionismi sociologici e psicologici, sulla possibilità di cogliere l'esigenza del perdono, nella comunità ecclesiale e nella società umana.
Lo spirito della liturgia è una classica interpretazione della spiritualità liturgica, germinata da una straordinaria potenza d'intuizione e da una perspicacia anticipatrice dei movimenti storici, quale il Guardini ha sempre testimoniate. Il volume, che uscì nel 1919 nella collezione "Ecclesia orans" promossa dall'abate Ildefons Herwegen di Maria Laach, nulla ha perduto a tutt'oggi della sua forza di penetrazione, del suo vigore di sintesi. Nei santi segni l'autore avvia ad una calda comprensione della liturgia e del suo simbolismo. Gli si apre dinanzi così, intatta, la ricchezza di allusione e di appello religioso insita nel segno della croce, nell'inginocchiarsi, nel vario atteggiarsi della mano di chi prega, nell'incedere processionale, nel battersi il petto, nel cero, nell'acqua benedetta, nella fiamma sacra, nella cenere penitenziale, nell'incenso, nella luce, emblema della verità di Dio, nel pane e nel vino, nell'altare coi suoi lini, nel calice e nella patena, nella benedizione, nelle campane. Lo spazio nelle sue direzioni, il tempo con l'avvicendarsi dei ritmi quotidiani, rivelano, essi pure, un'arcana consacrazione liturgica. Profondità cristiana e sensibilità lirica si fondono armonicamente in queste pagine.
Fundamentación de la teoría de la formación es un breve ensayo de Romano Guardini donde se indaga sobre el objeto de la ciencia pedagógica. En el contexto de la fragmentación del saber que ha caracterizado la modernidad, nuestro autor señala con claridad meridiana el origen y la necesidad de la pedagogía para posteriormente determinar el objeto de estudio de esta disciplina en la forma (Bild) del hombre. Qué sea esta forma (Bild) y cómo debe educarse (Bildung) es tarea de la pedagogía y llevarla a cabo labor del educador.
Questa via crucis usciva a Magonza nel 1940, in piena guerra e in piena crisi morale per i valori su cui poggiava la civiltà occidentale. Romano Guardini, in quel momento, seppe vedere in Gesù che sale al calvario per una ingiusta condanna a morte, l'umanità che deve confrontarsi con le ingiustizie del mondo, in Gesù che cade e si rialza, lo sforzo a superare le difficoltà presenti nella storia degli anni della guerra.
La libertad, la gracia y el destino. Tres realidades fundamentales que subyacen en el drama del hombre y que parecen contradecirse entre sí cuando inciden en la existencia humana. Sin embargo, distinguir el orden de la naturaleza y el orden de la gracia no supone de ninguna manera separarlos. El pensamiento de Guardini se esfuerza, por el contrario, por discernir la continuidad maravillosa y el parentesco entre estos dos órdenes.
Sin querer responder directamente a las inquietudes del hombre de su tiempo, el autor las plantea y evalúa. Al partir de la experiencia inmediata del sujeto y de las vivencias de la vida cotidiana, su manera de presentar los temas resulta cercana; el diálogo que establece entre vida y pensamiento nos hace más inteligible la fe.
Este libro podría definirse como una fenomenología de la vida cristiana, interpretada en un sentido filosófico, psicológico y teológico. ¿Qué es la libertad? ¿Qué es la gracia? ¿Qué es el destino? Preguntas que Guardini desarrolla con rigor y claridad, llevando al lector a los significados más inesperados y profundos de la existencia cristiana. Un análisis que ilumina la vida del creyente, pero también, y quizá, sobre todo, la de cada hombre que se pregunta sobre el significado de su propia existencia.
Romano Guardini (1885-1968), filósofo y teólogo, es una de las grandes personalidades del pensamiento europeo contemporáneo. Su obra atrae cada vez más por la equilibrada mezcla de belleza y profundidad que se encuentra en sus escritos, y por su capacidad de intuir lo trascendente en el hombre.
La transmisión de los fundamentos del saber moral se ha interrumpido.... Hay que reanudar esa transmisión volviendo a quienes han sido modelo de gran intuición y buen hacer en cuestiones didácticas, como Romano Guardini
Este Cuaderno es el n. 100. Y recupera -deliberada y gustosamente- este texto del hondo profeta del revivir litúrgico del siglo XX, Romano Guardini. El ayer y el hoy, en él se unen. Un texto indispensable en cualquier biblioteca litúrgica
Classico del pensiero cristiano del Novecento, Il Signore di Romano Guardini nasce dall'esperienza della predicazione. Per diversi anni Guardini illustrò la figura di Gesù Cristo a un'assemblea liturgica composta prevalentemente di studenti, ripercorrendo la narrazione evangelica con l'intento di delineare la figura e l'identità del Signore. La fortuna che nei decenni ha accompagnato l'opera è certo dovuta anche a questa vividezza di contesto, propizia all'emergere del senso della parola biblica. Guadini si prefigge di far cogliere il significato profondo dei testi evangelici, e del Nuovo Testamento tutto: tale rivelazione non si dà anzitutto attraverso un'analisi storica e filologica, bensì nell'approfondimento religioso che fa spazio al 'cuore'. Essa è la chiave d'accesso a quell'«incandescente realtà» che la Scrittura custodisce. Per chi voglia aprirsi alla verità della persona di Gesù è necessario «l'incontro della narrazione con il cuore disponibile ad accoglierla». Ciò richiede pazienza e rispetto, e insieme «un'attenzione calma, che attende, che domanda». A tale condizione il volto di Cristo si svela: dagli inizi dell'esistenza storica fino allo splendore dell'Apocalisse, passando attraverso il destino di morte da Lui assunto obbediente, consapevole che solo da lì sarebbe scaturita la redenzione dell'uomo. La figura che Guardini ci consegna, invita alla 'conversione': eccede infatti ogni misura che pretenda di rinchiuderla in parametri abituali, perché Gesù è la misura del tutto - il Signore.
"Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore": L'invocazione del Salmo 90 è la migliore introduzione a queste nitide pagine di Romano Guardini. Autentico gioiello di sapienza cristiana, esse aiutano a chiarificare un'esperienza attraversata da tutti e disegnano la parabola di una vita riuscita, dove ogni fase ha senso e valore insostituibili, sue crisi di crescita, equilibri e dinamismi peculiari. Guardini pubblica "Le età della vita" agli inizi degli anni Cinquanta e si rivolge quindi a un secolo che sta uscendo dalla stagione dei totalitarismi, tutti concordi nel celebrare il culto acritico della 'giovinezza', e sta inquadrando i suoi teenagers nel sistema dei consumi. Ma le sue riflessioni si adattano con straordinaria lucidità anche al nostro tempo, nel quale le differenti 'età della vita' sono cancellate a beneficio di un artificioso 'vivere senza età'. Una sorta di bengodi dell'inesperienza si configura come la fissazione postmoderna, che non solo preclude alla saggezza della vecchiaia, ma impedisce di essere davvero giovani e davvero adulti in un mondo inchiodato su se stesso. Ogni età, ci ricorda Guardini, ha la sua bellezza singolare, che va colta e realizzata: è il segreto di una vita eticamente compiuta, affrancata dall'ansia per il tempo che scorre. Prefazione di Alessandro Zaccuri.