Il volume vuole dare un'idea di cio che si prova in un'esperienza straordinaria come il pellegrinaggio a Santiago di Compostela. Tutte le sensazioni e le emozioni del pellegrinaggio a Santiago. Il volume e illustrato con bellissime foto dei paesaggi e dei momenti piu salienti e affascinanti del percorso che conduce a Santiago.
In cielo ci sono tante cose: aeroplani e nuvole, il sole e le stelle. E per una parte dell'umanità ci sono anche gli dei, o un Dio. Non tutti ci credono, ma tutti riconoscono il mistero dell'esistenza. Allora, lassù nei cieli c'è qualcuno? Il creatore di tutte le cose? Possiamo parlarne? E come? Come possiamo comprendere che gli umani se lo siano figurato in tante maniere diverse questo essere invisibile? E che per altri, al contrario, i cieli siano vuoti? Il testo è la trascrizione di una conferenza tenuta al Centre dramatique di Montreuil all'interno di un ciclo di "Petit conférences" destinate ai bambini. È un discorso rivolto ai bambini e in dialogo con loro sul tema di Dio e del cristianesimo. Gli uditori, fra i sei e i dodici anni, erano bambine e bambini, molto attenti durante tutto l'intervento e non hanno mancato di fare domande. Età di lettura: da 12 anni.
Questo libro raccoglie in un unico volume tutti gli scritti di Sartre sul Tintoretto. Si tratta della prima edizione autorizzata di un'opera alla quale Sartre lavorò per quasi un decennio, dal 1951 ai primi anni Sessanta, senza poi darle una forma definitiva. L'interesse per Tintoretto nasce probabilmente nel corso dei frequenti viaggi compiuti da Sartre a Venezia. L'approccio alla materia è originalissimo: la storia della città e della società veneziana, i rapporti con gli altri pittori (Tiziano, Veronese) e con la pittura fiorentina sono fatti ruotare attorno alla figura del Tintoretto, che Sartre definisce "braccato", in continua lotta con se stesso e con la sua città. "Tintoretto è Venezia - scrive Sartre - anche se non dipinge Venezia".
Si è parlato molto dell'economia e della politica mondiali del petrolio, ma il mercato internazionale del petrolio non è sostanzialmente cambiato dopo la crisi del 1973. Per altre materie prime gli eventi degli ultimi decenni sono stati molto meno lineari: rappresentano così uno specchio migliore per capire le tendenze e le modalità della globalizzazione. Ci sono regioni che dipendono completamente da una particolare coltura (come la Costa d'Avorio dal cacao, per esempio): controllare quella coltura significa controllare la popolazione, la regione, addirittura la nazione. Jean-Pierre Boris è giornalista e caporedattore di Radio France Internationale, per cui conduce, da oltre 7 anni, una rubrica quotidiana sulle problematiche della globalizzazione.
L'autore
JEAN-YVES LACOSTE, teologo francese
PIERO CODA, docente di Teologia sistematica presso la Pont. Università Lateranense, consultore del Pont. Consiglio per il dialogo interreligioso e membro della Pontificia Accademia Teologica
Il libro
Dalla Prefazione di Jean-Yves Lacoste, direttore dell’opera:
“Nel momento in cui il lettore arrischia la sua prima incursione in un voluminoso dizionario (a fortiori se si tratta di un dizionario di teologia...), può esigere dal suo direttore un segno di carità elementare: che questi ne precisi l'oggetto e l'utilità. Qualche annotazione sul titolo scelto risponderà a questa esigenza.
Si tratta innanzitutto di un dizionario di teologia, ciò che indica, in un senso restrittivo ma anche preciso, la massa di discorsi e dottrine che il cristianesimo ha organizzato su Dio e sulla sua esperienza di Dio. Ci sono anche altri discorsi su Dio, e la teologia è stata sovente la prima a difendere la loro ragionevolezza. Questo è inoltre un dizionario, con cui si intende uno strumento universitario messo al servizio della trasmissione del sapere. Una cosa è produrre il sapere e ben altra cosa è trasmetterlo. Non ci si aspetterà dunque dall'opera collettiva che si sia fatta opera di creazione. Nel disordine organizzato cui presiede l'ordine alfabetico delle voci trattate, la sua ambizione era modesta; offrire ai suoi lettori un primo accesso ai principali elementi teologici.
Il lettore che vorrà bighellonare sulle ali di una qualsiasi domanda vi troverà ogni volta l'informazione quasi esauriente e il punto sulla sua questione. Il lettore amico dei lunghi percorsi potrà far affidamento su tanti segnali per iniziarsi, per esempio, articolo dopo articolo, alla "teologia biblica" in genere, o alla teologia medievale, o alla teologia luterana, o ad altre. E in mancanza di un consenso di dotti che non esiste da alcuna parte, ci si attenderà da quest'opera che mantenga le promesse inerenti al suo genere scientifico: promesse di leggibilità, di onestà intellettuale e di precisione storica. Infine, questo vuol essere un dizionario critico, ciò che non lega il suo destino a una qualunque temerarietà sconquassatrice, ma sottolinea la condizione fontale di ogni servizio universitario alla verità. Una ragione critica ha anzitutto bisogno di sapersi autocriticare…”
dalla Premessa di Piero Coda, curatore dell’edizione italiana:
“Il DIZIONARIO CRITICO DI TEOLOGIA offre una panoramica a carattere quasi enciclopedico eppure sempre di alto profilo, non dimenticando d'accostare i principali protagonisti della storia della teologia e le principali questioni dibattute nel suo seno. Mostrandosi così fruibile, oltre il resto, a una cerchia assai più vasta dei semplici addetti ai lavori e dei cultori delle scienze ecclesiastiche, per aprirsi ai diversi ambiti disciplinari e alle molteplici esigenze culturali del mondo universitario e in genere colto. L'iniziativa lodevolmente promossa dall’Editrice Borla, di concerto con Città Nuova, viene con ciò incontro a una crescente richiesta, anche se spesso non esplicitamente espressa, del nostro mondo culturale: conoscere appunto in modo critico e insieme - senza nulla togliere a ciò che è peculiare della teologia cristiana e del suo rigore metodico -mondato da incrostazioni ormai desuete, e perciò scostanti, la costruzione complessiva e multiforme dell'intelligenza della fede nel suo percorso diacronico, nella sua inferiore sistematicità e nella sua dialogale plausibilità.
Tale finalità, in realtà, è rigorosamente perseguita da quest'opera magistrale col tener conto, costitutivamente, di tre dinamiche specifiche della teologia cristiana così come s'è profilata in questi 2000 anni di storia…
Alle soglie di un nuovo millennio di storia della fede cristiana, ripercorrere, grazie a una corretta chiave di lettura, il lascito dei due straordinari millenni che precedono, aiuta perciò a intuire le vie concretamente percorribili nel futuro. Vie inedite, certamente, che chiamano ad aprire l'incontro, così propizio e senz'altro imperdibile, tra il logos greco e la rivelazione cristiana, assumendo la lezione della modernità e le sfide del nostro tempo, ad altri universi di vita, di cultura e di pensiero. Per tutti questi motivi, sono certo che l'offerta di quest'opera alla cultura del nostro Paese sarà stimolante e produttiva. Alcune integrazioni contenutistiche e non soltanto bibliografiche alle voci più impegnative, così come l'aggiunta di nuove voci, hanno obbedito al criterio non solo di contestualizzare l'opera, per quanto possibile, nella tradizione teologica e culturale italiana e nella sua vivace attualità, ma anche di esprimere alcuni contributi e persino orientamenti innovativi che in questi ultimi anni, grazie a esse e in esse, si sono profilati.”
Abbandonandosi ad analizzare quell'umorismo ebraico che lo affascina e che ha ereditato dal padre, Freud scopre, nascosto dietro quest'ultimo, il personaggio maestoso della madre delle origini. La mia vita mi interessa solo nel suo rapporto con la psicoanalisi", affermava circa un secolo fa Freud, il grande teorico ed esperto di umorismo. Ci si puo allora interrogare sui motivi della sua scarsa considerazione nei confronti del libro 'Il motto di spirito e la sua relazione con l'inconscio' (1905), malgrado questo testo - scritto contemporaneamente ai 'Tre saggi sulla teoria sessuale' - abbia contribuito in modo evidente a fondare le basi della nuova scienza. Perche una simile svalutazione? Come spiegare una tale riserva da parte di chi ha esplorato campi ben piu avventurosi e temerari? Sta di fatto che il testo del 1905 fa parte dei materiali dell'autoanalisi e il figlio Freud, attraverso il motto disspirito ebraico, cerca di riappropriarsi della propria storia, trovandosi di fronte all'enigma della sua identita. "
E' un'opera di ispirazione antimonarchica. Possiamo dire del Contratto sociale ciò che il suo autore diceva del Principe di Machiavelli: è il libro dei repubblicani. Rifiutando la sovranità ai re, ripetendo ch'essa deve appartenere al popolo e non può che appartenere ad esso, Rousseau si pronuncia apertamente per la democrazia. Certo non è una democrazia nel senso ristretto in cui l'intende nel Contratto sociale, ossia come governo diretto dal popolo, ma in quel senso largo che la parola assume nella Lettre à d'Alembert: una democrazia è uno Stato dove i sudditi e il sovrano sono gli stessi uomini considerati sotto diversi rapporti" (dal saggio introduttivo).
"L'uomo è nato libero" ma "ovunque si trova in catene" A partire da questa constatazione, nel "Contratto sociale" (1762) Rousseau raccoglie una delle sfide decisive della modernità: la ricerca di un ordine politico fondato non sulla forza ma sul diritto. La versione del contratto proposta da Rousseau crea una "comunità" in cui il diritto di cittadinanza si esprime nella facoltà di partecipare alla deliberazione pubblica sulle leggi, che incarnano la volontà generale. In questa prospettiva lo "stato civile" diventa la premessa per realizzare la "libertà morale". Questa edizione presenta una nuova traduzione, un apparato di note nel quale il testo è puntualmente commentato e un "Lessico minimo" in cui sono illustrati i concetti dell'opera.