Josef K. condannato a morte per una colpa inesistente è vittima del suo tempo. Sostiene interrogatori, cerca avvocati e testimoni soltanto per riuscire a giustificare il suo delitto di "esistere". Ma come sempre avviene nella prosa di Kafka, la concretezza incisiva delle situazioni produce, su personaggi assolutamente astratti, il dispiegarsi di una tragedia di portata cosmica. E allora tribunale è il mondo stesso, tutto quello che esiste al di fuori di Josef K. è processo: non resta che attendere l'esecuzione di una condanna da altri pronunciata.
Un doloroso atto d'accusa, una disperata richiesta di affetto per un figlio troppo debole al padre troppo forte.
Obra emblemática, junto con “El castillo” y “La metamorfosis”, de lo que se ha dado en llamar “lo kafkiano”, “El proceso” se cuenta entre las pocas obras de la literatura que han alcanzado el raro destino de desbordar ampliamente los meros límites de su naturaleza como relato. En efecto, en esta novela que se inicia con el arresto, una mañana, de Josef K., supuestamente acusado de un delito que nunca llegará a conocer, y quien a partir de ese momento se ve envuelto en una maraña inextricable regida por un mecanismo omnipresente y todopoderoso cuyas razones y finalidades resultan inescrutables, Franz Kafka forjó una vigorosa metáfora de la condición del hombre moderno.
Traducción de Miguel Sáenz
«Al despertar Gregorio Samsa una mañana, tras un sueño intranquilo, se encontró en su cama convertido en un monstruoso insecto.» Tal es el abrupto comienzo, que nos sitúa de raíz bajo unas reglas distintas, de "La metamorfosis", sin duda alguna la obra de Franz Kafka que ha alcanzado mayor celebridad. Escrito en 1912 y publicado en 1916, este relato es considerado una de las obras maestras del siglo xx por sus innegables rasgos precursores y el caudal de ideas e interpretaciones que desde siempre ha suscitado. Completan este volumen los relatos «Un artista del hambre» y «Un artista del trapecio».
Scritta nel 1919 e mai consegnata al destinatario, "Lettera al padre" ripercorre la storia di un rapporto assolutamente squilibrato tra un padre troppo forte e un figlio troppo debole. Una lotta impari. Da una parte c'è una figura che incarna l'autorità assoluta, distante e brutale, dall'altra un figlio pieno di paure, che desidera con tutto se stesso l'affetto del padre, ma che non ha il coraggio di conquistarselo. Così, in pagine di forte impatto emotivo, Kafka confessa la sua natura di figlio incompreso, insicuro e inadeguato, schiacciato dalla personalità di un uomo che ha l'aspetto enigmatico del tiranno. Uno spietato atto d'accusa, e insieme l'accorato appello di chi non può rinunciare alla speranza di una riconciliazione. Con un'introduzione di Klaus Wagenbach.
Questo libro raccoglie l'opera narrativa di uno tra i maggiori scrittori del Novecento, colui che più di ogni altro ha dato voce alle inquietudini dell'uomo moderno. America (iniziato nel 1910 e pubblicato nel 1927), Il processo (scritto tra il 1914 e il 1915, pubblicato nel 1924), e Il castello (scritto nel 1922 e pubblicato nel 1926) sono ormai tra i più celebri romanzi della letteratura moderna, in cui ritorna, pur sotto differenti trame, il tema dell'angoscia per una persecuzione assurda e incomprensibile. Lo sguardo appassionato e acuto e l'intelligenza profonda del giovane Franz svelano e rendono altissima letteratura le contraddizioni, i drammi, la violenza e la stupidità nascosti sotto le apparenze del reale. Un posto di rilievo nell'opera di Kafka spetta anche ai racconti, molti dei quali, come La metamorfosi, Nella colonia penale, Il messaggio imperiale, sono veri capolavori. Completano il volume le raccolte di aforismi, pensieri, appunti, alcune pubblicate nella forma voluta dall'autore (come le Considerazioni), altre curate dopo la sua morte dall'amico Max Brod.
"Descrizione di una battaglia" (1905) è il racconto che segna l'esordio letterario di Franz Kafka, anche se la sua pubblicazione avverrà qualche anno più tardi, nel 1909, sulla rivista "Hyperion". È il racconto di una passeggiata notturna per le vie di Praga; i due protagonisti, che si sono incontrati ad un ricevimento, s'incamminano verso il Monte S. Lorenzo e intrecciano una fitta conversazione, che si sottrae sempre più alla contingenza della loro vita quotidiana e diventa invece una sorta di confessione; non a caso, la seconda parte del racconto s'intitola "Divertimenti, ossia dimostrazione che è impossibile vivere". L'atmosfera di questo straordinario racconto, fra ironia e paradosso, entrambi però sentiti come qualcosa di implacabile che regge le sorti della vita umana, ricorda quella del primo grande romanzo, "America"; pagine dunque non cupe come quelle della "Metamorfosi" o de "Il castello", e con qualcosa nella rappresentazione dei personaggi che rimanda ad uno dei maestri del grande scrittore praghese, Charles Dickens.
Nell'autunno del 1912, a Praga, tra 17 novembre e il 7 dicembre, Franz Kafka scrisse "La metamorfosi", l'incubo sotterraneo e letterale di Gregor Samsa, un commesso viaggiatore che si sveglia un mattino dopo sogni agitati e si ritrova mutato in un enorme insetto. La speranza di recuperare la condizione perduta, i tentativi di adattarsi al nuovo stato, i comportamenti familiari e sociali, l'oppressione della situazione, lo svanire del tempo sono gli ingredienti con i quali l'autore elabora la trama dell'uomo contemporaneo, un essere condannato al silenzio, alla solitudine e all'insignificanza.
America è uno dei tre grandi romanzi rimasti incompiuti e pubblicati postumi dall'amico di Kafka, Max Brod, che dall'autore aveva ricevuto l'incarico di distruggerne le opere quando fosse morto. Edito nel 1927, racconta la storia dell'adolescente Karl Rossmann, mandato in America dai genitori per dimenticare una domestica messa incinta. Oltreoceano, in un paese sconosciuto, a espiazione della propria colpa, Karl vive una serie di esperienze a lui incomprensibili, prima a casa dello zio, che senza motivo lo scaccia, poi assieme a due vagabondi, quindi come impiegato in un albergo, da cui viene improvvisamente licenziato, e infine nel teatro di Oklahoma, dove il racconto si interrompe.
Josef K. condannato a morte per una colpa inesistente è vittima del suo tempo. Sostiene interrogatori, cerca avvocati e testimoni soltanto per riuscire a giustificare il suo delitto di "esistere". Ma come sempre avviene nella prosa di Kafka, la concretezza incisiva delle situazioni produce, su personaggi assolutamente astratti, il dispiegarsi di una tragedia di portata cosmica. E allora tribunale è il mondo stesso, tutto quello che esiste al di fuori di Josef K. è processo: non resta che attendere l'esecuzione di una condanna da altri pronunciata.
In una gelida sera d'inverno l'agrimensore K. giunge in uno sperduto villaggio dominato da una collina su cui sorge un immenso castello. Qui vi abita il misterioso Conte, governatore e despota di tutto il territorio. K. intende fare delle terre del Conte la sua dimora ed esercitare qui la sua professione: un progetto semplice, ma realizzarlo si rivelerà presto più arduo di qualunque previsione. Il castello del Conte si trasforma infatti per K. nella sede di una mostruosa trappola burocratica che lo stritolerà.