Anthony Kenny - una delle figure li spicco del pensiero filosofico contemporaneo - ha voluto scrivere questa sua breve autobiografia appositamente per il pubblico italiano. Quella di Kenny è una vicenda in cui storia personale e riflessione intellettuale s'intrecciano strettamente. Il suo agnosticismo è radicale e radicali sono le sue critiche ai dogmi della Chiesa, ma il suo è un pensiero che nello stesso tempo prende le distanze dall'ateismo alla moda, ed è animato da un senso di gratitudine, di serenità, persino di misticismo, che non potrà non affascinare i lettori di queste pagine.
Più di altri sommi filosofi del Novecento nei quali la vulgata ci ha abituati a contrapporre una "prima" e una "seconda" maniera, Ludwig Wittgenstein è finito ingessato nella discontinuità tanto conclamata dai suoi esegeti. Fra il Tractatus logico-philosophicus, unico libro pubblicato in vita, e la massa degli scritti postumi su cui svettano le Ricerche filosofiche, si è instaurato uno schema oppositivo che talora appanna, invece di illuminare, lo sviluppo e gli esiti di una riflessione di enorme presa sul pensiero contemporaneo. Anthony Kenny, che di Wittgenstein è finissimo conoscitore, preferisce movimentare questo quadro interpretativo: compie una ricognizione che entra in ogni aspetto dell'opera filosofica, ne discrimina le fasi, gli stili concettuali contrastanti, le ascendenze, gli spostamenti speculativi dall'atomismo logico ai giochi linguistici, dalla natura del linguaggio al suo rapporto con gli stati mentali e le forme di vita -, e riesce nell'intento di elucidazione delle sostanziali differenze anche grazie a una lettura continuista, che rileva i capisaldi mai abbandonati. Innanzi tutto la concezione della filosofia non come insieme di teorie o di risposte ai grandi quesiti esistenziali, bensì come attività di chiarimento delle proposizioni non filosofiche intorno al mondo, per prevenire gli sviamenti del linguaggio ordinario. Un compito terapeutico, la cui finalità è sciogliere i "nodi del nostro pensiero che noi stessi abbiamo intrecciato procedendo per non-sensi".
"Il tema dell'essere è, fra tutti i problemi filosofici, uno dei più importanti. San Tommaso d'Aquino è stato, fra tutti i filosofi, uno dei più grandi. L'obiettivo di questo volume è quello di mostrare che su questo tema cruciale tal filosofo di prima categoria è stato del tutto confuso" (dalla prefazione dell'autore). Uno dei maggiori pensatori anglosassoni contemporanei, Anthony Kenny, noto anche per aver rivalutato il pensiero di Tommaso d'Aquino negli ambienti della filosofia analitica contemporanea, affronta in questo libro la sua famosa concezione dell'essere. E inaspettatamente vi scopre diverse incongruenze, rilevando niente di meno di dodici diversi significati di "essere" che Tommaso confonderebbe fra loro. Il libro si rivolge a tutti gli studiosi di ontologia, sia classica che contemporanea, e, inoltre, a tutti gli ammiratori del pensiero di Tommaso, interpellati dalle critiche, sempre argomentate e documentate, del filosofo inglese.
La obra muestra cómo los escritos que Santo Tomás de Aquino realizó en su madurez, aunque datan del siglo XIII, tienen mucho que ofrecer al lector de filosofía moderna interesado en la naturaleza de la mente humana, y en la relación entre el intelecto y el deseo, entre el cuerpo y el alma. Kenny hace accesibles aquellas partes del sistema de Santo Tomás que tienen un valor perdurable. No presupone conocimiento alguno de latín o de historia medieval, y refiere el sistema de Santo Tomás a una tradición de filosofía de la mente que Wittgenstein y Ryle inauguraron en la comunidad anglo-americana. En una reflexión introductoria, Kenny plantea la pregunta por qué es pertinente volver a estudiar a Tomás de Aquino en el presente. La respuesta que ofrece se divide en dos puntos. Por un lado, se puede caracterizar el pensamiento de Aquino como precursor de la filosofía analítica anglo-sajona "bajo el interrogante ¿Qué podemos saber" a diferencia de la pregunta propia a la tradición hermenéutica: ¿Cómo sabemos?
Kenny demuestra, gracias a su larga dedicación al estudio de la obra de Aquino, que su teología y su fe son compatibles con una filosofía "mundana"; despierta el interés por Aquino y da una orientación muy clara a través de la obra tan inmensa de Santo Tomás.
El libro guarda cierta relación con Acción y conducta de Stephen L. Brock, recientemente publicado por Herder. Al mismo tiempo las dos obras no se sobreponen en absoluto, sino que se complementan de forma excelente. Evidentemente, también se trata de pautas diferentes, ya que Kenny reconstruye una filosofía de la mente y Brock una filosofía de la acción.