Quieto silenzio,
Notte profonda,
Il Verbo eterno l'Onnipotente scende tra noi dal trono regale.
Venite adoriamo.
(Dalla liturgia)
Concordia: "questo nome sia emblematico, sia profetico". Così san Giovanni Paolo II introduceva, al termine della solenne celebrazione eucaristica nella Valle dei Templi di Agrigento del 9 maggio 1993, il suo famosissimo grido contro la mafia: "Che sia concordia in questa vostra terra! Concordia senza morti, senza assassinati, senza paure, senza minacce, senza vittime! ". Ed è proprio intorno a questa forte parola che si sviluppano le riflessioni di mons. Giuseppe Liberto, maestro emerito della Cappella Musicale Pontificia Sistina, alcune delle quali nate proprio in occasione di vari incontri nella città siciliana. Un percorso in cinque tappe che prende il via dalla contemplazione della concordia divina così come rifulge nel mistero trinitario e poi prosegue rileggendo l'esperienza credente proprio alla luce della concordanza dei cuori così necessaria e così, non di rado, ancora di là da venire. Concordia indispensabile nella liturgia, nel canto, nel servizio della carità, comunione dei cuori decisiva anche per una comunità cristiana che intenda ascoltare e accogliere la Parola che Dio le rivolge e che chiama tutti, appunto, a un’esistenza fondata sull'amore. In un tempo segnato in cui più che mai si sperimenta la necessità di una rinnovata sapientia cordis, capace di leggere il presente e intravedere possibili percorsi per il futuro, le riflessioni raccolte in questo volume si presentano come un autentico esercizio di evangelizzazione della cultura attraverso la cultura, alla scoperta della verità e della bellezza custodite da sempre nello scrigno dell'arte.
Felicemente percorsi e gustati cinquant'anni di servizio presbiterale, declinato in un appassionato ministero che lo ha visto Maestro Direttore della Cappella Musicale Pontificia "Sistina" da 1997 al 2010, Mons. Giuseppe Liberto ci offre l'ennesimo dei suoi preziosi doni di scrittore. Il cristiano - come nell'intuizione carismatica di don Nicola giordano (1933-2019), fondatore del Movimento di Spiritualità «Vivere In» - non può che essere, nella sua natura più profonda, un contemplativo nel mondo, progressivamente assimilato al Cristo. È questa la mistica aspi-razione presbiterale che leggiamo nella vita pastorale e liturgica di Mons. Liberto: la storia insegna - egli ci ricorda - che la profezia, come anche la libertà di coscienza, comporta sempre il martirio.
L’anno cristiano non può che essere sempre e soprattutto un anno liturgico! Questo nuovo lavoro è precisamente un invito a prendere sul serio la citata indicazione di Sacrosanctum concilium: Dio è all’opera nella Chiesa e nella storia e non c’è altro compito, da parte nostra, che quello di rendere grazie e innalzare un canto di lode e di ammirazione. Ecco il senso e la ricchezza delle considerazioni di mons. Giuseppe Liberto, che apre la prima parte del suo percorso, Riflessioni per l’Avvento e il Natale, con un’acuta meditazione sul tempo che si inscrive nel divenire della historia salutis, aperta verso il futuro in cui Dio è eterno perché è Signore del tempo. La seconda parte, dedicata alla Quaresima, ci conduce immediatamente nel deserto dove Gesù è tentato dal nemico: l’atteggiamento di Gesù ci invita a una radicale presa di distanza da ogni rischio di idolatria. E’ la Pasqua, la definitiva vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte, a costituire il tema della terza parte di queste Meditazioni. Nella quarta e ultima parte, dal titolo Riflessioni per le solennità e le feste, Liberto ci offre puntuali approfondimenti sulle varie solennità e feste che punteggiano l’anno liturgico e in cui trovano particolare attenzione quelle dedicate alla Vergine Maria.
L`incontro con Dio proposto dalla Chiesa Cattolica, è un percorso interiore che si rispecchia esteriormente nel ciclo della liturgia. Questo cammino inizia proprio con le Epifanie del tempo di Natale.
Attento alle direttive del Concilio Vaticano II, Giuseppe Liberto ha scritto un libro con lo scopo di “formare” alla liturgia, cioè di mettere a disposizione tutte le conoscenze necessarie ai fedeli per prepararsi al meglio al grande Mistero della Nascita di Dio nell`umanità.
Giuseppe Liberto è presbitero della Chiesa di Monreale, Maestro di Cappella della Cattedrale della sua Arcidiocesi , docente presso il conservatorio “Vincenzo Bellini” di Palermo e presso la Facoltà Teologica di Sicilia, direttore della Cappella Musicale Pontificia “Sistina”. Autore di musiche liturgiche e concertistiche, di scritti teologici e letterari è animato da un costante impegno di comprensione, attuazione e divulgazione dei principi liturgici espressi dal concilio Vaticano II
La musica che si innalza verso il divino mistero piu' che anelito diventa lode gioiosa, sublimazione di ogni moto dell'animo verso Colui che e' somma bellezza, bonta', amore.
Lo spartito dell'inno Te Deum Laudamus" della Cappella Musicale Pontificia "Sistina". "
Riflessioni sull'Avvento che si fanno autentiche preghiere di lode al Padre.
Meditazioni che illuminano lo Spirito e indirizzano la mente.
Alla luce della riforma del Concilio Vaticano II, Giuseppe Liberto, Maestro Direttore della Cappella Musicale Pontificia "Sistina", esplora in queste pagine il rapporto tra canto, musica e liturgia, elementi che nella vita della Chiesa devono fondersi nella speciale esperienza della "preghiera liturgica".
Queste meditazioni poetiche, come afferma Bruno Forte nella presentazione, sono voci che affiorano dalla contemplazione del Mistero di Dio raggiunta tramite la preghiera, la vita liturgica, il canto e lo studio della Parola. Tuttavia non siamo davanti a nulla di scolastico nè di ingenuo: si tratta di un sincero grido della fede, che si leva direttamente dal cuore.