Un secolo circa di storia, dall'avvento del fascismo ai giorni nostri, rivive nelle vicende e nei volti di una borgata rurale della Calabria, formatasi nel tempo intorno a un antico palazzotto nobiliare. La pena del vivere quotidiano, il trapasso dalla civiltà contadina a nuove forme di vita e di cultura, il travaglio della nobiltà terriera, l'emergere di nuove forze sociali e di nuovi soggetti della ricchezza e del potere ne sono l'ordito, che regge il tessuto di problemi vecchi e nuovi, guardati di volta in volta con un velo di amarezza, di malinconia, di indignazione, ma con un sentimento continuato della pietas, che governa allo stesso modo la lacrima e il sorriso. Quello che colpisce è soprattutto il fatto che lo sguardo del narratore non cala dall'alto ma è, come poche altre volte, assolutamente interno al mondo rappresentato. Un filo unitario percorre, pur nella loro singolarità, questi venti racconti, che possono essere considerati capitoli di un romanzo che eleva il casale a personaggio collettivo e corale. Prefazione di Marco Beck.
In occasione del centenario della sua nascita, un libro fotografico che ripercorre la vita privata e professionale di Giovanni Bollea, padre della neuropsichiatria infantile. Il profondo sapere e acutezza dell'intelletto di Giovanni Bollea hanno guidato per quasi un secolo, un pubblico numeroso, dai meno esperti ai più ferrati nel campo.
Due libri in uno nei quali l'autrice raccoglie alcuni progetti di alunni di diverse scuole italiane per dimostrare che l'applicazione e lo sviluppo di metodologie di insegnamento alternative offrano la possibilità anche a studenti con scarso rendimento e con poca motivazione, se coinvolti in attività stimolanti e basate sui principi della creatività, di migliorare notevolmente le loro prestazioni, raggiungendo risultati sorprendenti.
In questo volume si è tentato di tracciare il percorso professionale, di studioso e scienziato, di Giovanni Bollea la cui figura è ancora viva nella memoria di tutti coloro che hanno avuto l'opportunità e la fortuna di conoscerlo. Queste pagine testimoniano l'affetto, l'ammirazione e la grande passione che Giovanni sapeva suscitare. L'intento dell'Autrice è quello di consentire ad un vasto pubblico di conoscere le tesi del Professore, sulla famiglia e sul suo difficile compito, la responsabilità educativa della scuola e il fondamentale ruolo dell'équipe medico-psico-pedagogica.
Compito dell'operatore che lavora con le persone diversamente abili è quello di potenziare e sviluppare sia le abilità presenti che quelle da rinforzare o recuperare. Questo libro consente di farsi un'idea a tutto tondo della disabilità. È proprio a questa presa di coscienza civica da parte dei soggetti che si occupano di disabilità che gli autori richiamano i lettori e gli operatori del settore. La visione integrata del soggetto disabile parte proprio dalla capacità di ogni operatore, con cui lavorerà, di percepirlo non solo nella sua complessità individuale, ma anche personale e soggettiva.
Ottant'anni, di cui 54 (dal 1932 alla morte) vissuti in gran parte in sofferenza ed immobilità, a letto, per una grave malattia. Un'esistenza, quella di Nina Lanza (1907-1987), segnata dalla scelta determinata da un radicale "sì" a Dio nel dolore: "Voglio vivere per far sorridere Gesù". La scelta della sofferenza come mezzo per la salvezza delle anime ritorna più volte nei suoi scritti: "Soffrire è la mia missione che mi è tanto cara. Questa missione voglio soffrirla per la salvezza delle anime. Soffrire è l'unico scopo della mia vita. Non voglio negare niente a Gesù...". Gli autori ne ripercorrono la vita attraverso i suoi scritti e la testimonianza di quanti l'hanno conosciuta. Aperta nel 2009 la causa di canonizzazione, è stata riconosciuta Serva di Dio.
«Tutti, credenti e non credenti, siamo alla ricerca della verità, e non possiamo dare nulla per scontato.» Le parole di papa Francesco sembrano segnare un’apertura al mondo laico-secolare e l’inizio di un confronto inclusivo, assai diverso in forma e sostanza dal rigore dottrinale di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI. Se infatti il pontificato di Giovanni XXIII aveva prodotto una tendenziale “apertura al mondo”, proprio in ambito bioetico sotto i papati successivi si era lentamente consumato un distacco fra la prospettiva cattolica ufficiale e quella laico-secolare.
Si tratta, come spiega Giovanni Fornero nel saggio che apre questo volume, di due “paradigmi”, ossia di due differenti maniere, da parte del magistero cattolico e del pensiero secolare, di rapportarsi alle varie questioni della bioetica, in particolare ai temi cruciali di inizio e fine vita.
Ma che cosa rimane oggi di questa storica contrapposizione, che ha segnato in profondità il dibattito bioetico contemporaneo e ha avuto delle ripercussioni nella cronaca e nella politica del nostro Paese (dal referendum sulla fecondazione assistita alle polemiche sui casi Welby ed Englaro sino alle accese discussioni sul disegno di legge Calabrò circa il testamento biologico)? In altri termini, quale forma assume il dibattito su bioetica cattolica e laica negli anni del papa riformatore che viene dalla fine del mondo?
Luca Lo Sapio ci guida all’interno di alcuni dei percorsi aperti dal papa argentino, mostrando la possibilità di convergenze che non siano solo di facciata tra il mondo laico e il mondo cattolico. E ciò alla luce dell’ipotesi che la centralità delle persone nella loro concreta dimensione di vita e la teologia dell’amore e della misericordia promosse da Bergoglio potrebbero condurre al superamento di alcuni tradizionali steccati bioetici, segnando la via di una nuova stagione di dialogo.