Il volume esamina anzitutto i compiti, gli strumenti di azione, gli aspetti organizzativi, le forme di legittimazione, dell'amministrazione dello spazio comune. In seguito si sofferma sulle forme di esecuzione delle norme europee, sulle tecniche di collaborazione e sul sistema integrato di giustizia amministrativa. Sono infine proposte alcune riflessioni sui caratteri del diritto amministrativo europeo, sull'europeizzazione del diritto amministrativo italiano, sul ruolo della scienza giuridica in questo ambito e sulle prospettive di riforma.
Questo libro è dedicato al "veggente cieco" che accompagna il lettore per tutti i giorni del Calendario. Questa pubblicazione dà al lettore la possibilità di iniziare la sua giornata ascoltando la parola di un saggio. "Saggio" e "santo" sono prerogative che nella Bibbia si identificano. Esse furono riconosciute, in vita e dopo morte, a Frate Ave Maria, l'Eremita cieco della Divina Provvidenza, vissuto a Sant'Alberto di Butrio, e proclamato "venerabile" da San Giovanni Paolo II. Non è facile scrivere per un non vedente... ma Frate Ave Maria parlava alle anime di Gesù mediante la parola scritta: in questo libro vengono raccolte ben 1389 lettere che lui aveva indirizzato a persone di ceto e condizioni differenti. In esse si rivela tutta la personalità e la spiritualità del nostro Venerabile. Ed è proprio da queste lettere che sono tratti i pensieri che accompagneranno il lettore, giorno per giorno, durante un anno con Frate Ave Maria.
Uno studio rigoroso e appassionato sull'insediamento delle suore Sacramentine in Riviera del Brenta. Un progetto d'amore che ha cambiato il volto di un territorio.
Nel corso del 2011, grazie alla collaborazione tra il Ministero della Cultura Indiano e SOMA/VAIS, con i buoni uffici del Consolato Generale dell'India di Milano, è stato pensato e realizzato un volume per celebrare il 150° anniversario della nascita di Rabindranath Tagore (1861-1941), il più grande poeta indiano moderno, ben noto in tutto il mondo non solamente per le sue struggenti liriche, ma anche per essere stato insignito del premio Nobel per la Letteratura nel 1913. Bengalese di nascita , cosmopolita nella formazione, Tagore raggiunse il punto più alto di quell'ispirazione poetica profondamente radicata nelle millenarie tradizioni dell'India, filtrate e reinterpretate alla luce d'una profonda conoscenza delle correnti letterarie predominanti in tutto il mondo, ch'egli poté approfondire di persona durante le sue peregrinazioni in Europa, nel Nuovo Mondo e in Giappone. Questo volume , opera collettiva di un gruppo di indianisti, intende celebrare il Poeta illustrando l'influenza delle suggestioni che la sua terra natia, il Bengala, impressero nella sua anima, la formazione che il suo circolo famigliare gli offerse, l'evoluzione della sensibilità tagoriana affinata dagli intensi contatti con gli uomini della cultura e della politica indiana dei suoi tempi, tra cui primo di tutti, il Mahatma Gandhi sullo sfondo dell'aspirazione indiana all'indipendenza. Il tutto si chiude con un florilegio di liriche tradotte.
Tra le diverse convinzioni errate che la cultura di massa diffonde, si ripetono le affermazioni per cui gli antichi avrebbero creduto che la terra fosse piatta e che si trovasse al centro dell'universo mondo. Questa convinzione erronea si sarebbe perpetuata a partire dalla notte dei tempi fino al Rinascimento. In realtà le grandi civiltà del passato , sia quelle scomparse sia quelle ancora viventi, da sempre hanno appoggiato la loro speculazione su una osservazione rigorosa dei fenomeni celesti, trovando in essi anche una crittografia dei misteri del cosmo e del metacosmo. Se da una parte le speculazioni sugli astri hanno sviluppato scienze quali l'astronomia e l'astrologia, la matematica, la cosmologia, la fisica, l'alchimia, la cronografia, dall'altra l'osservazione delle forme , dei rapporti numerici, dei movimenti e dei prodigi (comete, eclissi, meteoriti), hanno messo in moto numerose arti quali l'architettura, la musica , la dottrina ciclica del tempo, la mitologia e l'applicazione umana di quest'ultima, l'epica. Tutte queste arti e scienze, poi, sono state utilizzate come linguaggio simbolico per esprimere misteri ineffabili di natura metafisica.
“Rimbaud è oggi il mito di Rimbaud” e come tale acquista il dono rischioso di tutte le metamorfosi. Il commento alla sua opera ha dato vita a un "genere letterario", raggiungendo proporzioni tali da ossessionare tanti lettori. La posterità prova d'istinto il bisogno di venerarlo e abbraccia senza esitazione la sua causa, in tutti i conflitti che lo hanno visto, vivente, contro i filistei.
Tuttavia Rimbaud sembra non offrire alcun valore, nemmeno sovvertito. Il consenso lo soffoca più della censura aperta.
Se la presenta crestomazia fosse intesa solo come un tratto riepilogativo delle interpretazioni, come storia della "fortuna", si limiterebbe a parlare del poeta. Mentre Rimbaud è diventato il caso che non attende risoluzioni, l'evento che è solo degno di questione. Questa incursione fra i suoi maggiori interpreti connazionali, non destinata agli arredamenti accademici, vorrebbe essere una semplice offerta di orizzonti, una libera intavolatura di testi, un poliedrico e polifonico racconto-interpretazione, equidistante tanto dal resoconto filologico quanto dalla narrazione eccedente.
A cura di Adriano Marchetti
Il potere costituisce uno dei temi maggiormente trattati e capaci di attirare l'interesse di prospettive disciplinari diverse. Filosofia, storia del pensiero politico, sociologia, diritto, psicologia hanno offerto nei secoli contributi che hanno consentito di indagare la molteplicità degli aspetti chiamati in causa da una nozione che risulta connaturata al processo di stratificazione sociale e alle relazioni che si stabiliscono tra i soggetti. Arte e letteratura ne hanno fatto un motivo ispiratore, che ha permesso di sondare le profondità dell'animo umano. Le società contemporanee, dominate dalla presunta neutralità della tecnica, sembrano aver accantonato il tema del potere, se non per recuperarne la sua dimensione latente, data dall'enorme capacità di controllo che i mezzi tecnologici mettono a disposizione. Il potere si de-istituzionalizza, frammentandosi in forme meno evidenti e per questo più pervasive. Nella sua multidimensionalità, il potere sfugge a una trattazione univoca e a ogni tentativo di individuare una definizione che possa coprire da sola la varietà delle sue forme. Tante sono le sfumature semantiche che esso assume nella sua capacità di adattamento ai diversi contesti e che il volume cerca di analizzare a partire dall'opera di autori classici e contemporanei, nel tentativo di delineare un percorso che mira a privilegiare la dimensione relazionale del potere.
Il romanzo narra una delicata storia familiare dei nostri giorni, nella Roma di oggi, affascinante e ricca di contrasti e in una società in cui l'apparire e il possedere diventano più importanti dell'essere e in cui la spasmodica corsa verso il successo provoca un'atrofizzazione delle emozioni e dei sentimenti. Gabriele è un giovane manager, il cui incessante lavoro, pur garantendo un notevole benessere alla sua famiglia, finisce per assoggettarlo al punto di fargli rischiare di perdere i suoi affetti più cari e se stesso. Ma un sogno gli rivelerà che la realtà, alla volte, è ben diversa da ciò che vediamo, o meglio, da ciò che vogliamo vedere. Il confronto diretto con suo padre, con cui ormai non parlava da anni, gli consentirà di comprendere come il pregiudizio spesso ci impedisca di vedere oltre l'apparenza e come spesso si sfrutti la rabbia come un nido in cui rifugiarsi e crogiolarsi per giustificare se stessi o quelle situazioni che alle volte non riusciamo a comprendere. L'incontro con il padre metterà tra le mani di Gabriele una perla dal valore inestimabile: la possibilità di poter scegliere il finale da dare alla storia della sua vita.
Questo volume raccoglie i contributi di 26 autori di fama internazionale, che hanno collaborato per approfondire al meglio l'insegnamento del Concilio Vaticano II sul rapporto tra primato pontificio ed episcopato. Il Concilio stesso diventa un tema del volume, infatti la maggior parte degli articoli qui raccolti trattano un aspetto della teologia del Concilio, rimandando ad altre tematiche ed esperienze ad esso collegate ed illustrando il carattere ecclesiale dell'ermeneutica conciliare. Questo lavoro desidera onorare la carriera di Mons. Agostino Marchetto, che lungo il suo percorso a servizio della Santa Sede, nella sua prospettiva di canonista, storico e vescovo, ha dato un enorme contributo alla ricerca storica e al discorso teologico sul tema del rapporto tra primato pontificio ed episcopato e sull'ermeneutica del Concilio Vaticano II.