Questo il vero nodo del profetismo turoldiano: non il lamento, la deprecazione, non la divinazione, il bisogno piuttosto di chiamare la storia in giudizio. Che sei?, dove vai?, perché sei così?, sei una deriva che va avanti casualmente, o mossa da forze "ulteriori", non umane? Sei o no qualcosa su cui si può incidere? Sei un insieme di responsabilità in cui tutti siamo colpevoli nello stesso tempo, o in cui siamo forse innocenti perché già plagiati da altrui colpe? Questo è l'incalzare delle domande che si ricava seguendo l'ininterrotto processo turoldiano alla storia, secondo un disegno di massima evidenza appunto biblicoprofetistica. In tale senso la parola, essendosi ulteriormente espansa, può e deve entrare in contatto con i temi dell'attualità: incalzare la cronaca, arroventare i personaggi mentre sempre più rovente si fa l'io, assumersi infine la responsabilità di porsi anche come utopia.
Le testimonianze e gli approfondimenti proposti in questo libro attestano quanto sia importante l'amicizia nelle varie fasi dell'esistenza umana e quanto questa sia preziosa e fragile, particolarmente bisognosa di cure e attenzioni. Luci e ombre emergono dall'amicizia a vari livelli (personali e sociali), però il libro, come un buon visionario, vuole stimolarne il ritorno "oltre ogni fragilità umana" e con tutte le sue pregevoli istanze, per consentire ad un nuovo umanesimo la possibilità di poter dire che l'amicizia è uno dei valori più importanti per ognuno di noi. I racconti di persone diverse fra loro per formazione, provenienza sociale e età ci parlano del miracolo dell'amicizia: per tutti un dono gratuito, fedele e pacificante. Presentazione di Giacomo Galeazzi.
Un libro-reportage sul ghetto di Borgo Mezzanone, tra Foggia e Manfredonia, dove vivono circa 2.000 braccianti, soprattutto nordafricani, che lavorano nei campi 12-13 ore al giorno per pochissimi euro l'ora. Sono loro gli schiavi del nuovo millennio. L'autore, che è andato nel ghetto e ha incontrato i migranti, racconta la loro vita reale, fatta di estrema miseria, sfruttamento, violenza e intimidazioni. Nel ghetto i caporali trovano sempre braccia da sfruttare, ma i migranti sono sfruttati anche dai loro connazionali. Qui la mafia nigeriana gestisce il business della droga e della prostituzione, di cui si servono anche gli italiani. Una denuncia delle reali condizioni di vita dei migranti.
Riflessioni e testi sul sinodo e sulla sua importanza nella vita della Chiesa sono ormai inflazionate e numerose. Questo testo, sullo stile degli esercizi spirituali proposti negli anni dal cardinale Carlo Maria Martini, propone, attraverso alcuni brani del Nuovo Testamento, un itinerario biblico alla scoperta dello stile sinodale come stile di vita cristiana, come dimensione fondamentale della vita della Chiesa insieme a quella missionaria. Dopo la sapiente prefazione di padre Pietro Bovati, illustre biblista, già professore al Pontificio Istituto Biblico di Roma e segretario della Pontificia Commissione Biblica, la prima parte del testo è dedicata ad alcune note previe che aiutano il lettore a comprendere cosa significhi e cosa sia lo stile di vita sinodale. La riflessione attraverso i testi biblici si articola intorno a tre successive direttrici: nella prima la Parola di Dio ci interroga su come Gesù sia modello di vita sinodale attraverso i testi della lettera di San Paolo ai Filippesi, riguardo a Gesù fondamento della sinodalità, il brano dei discepoli di Emmaus di Luca 24 in merito a come Gesù si faccia icona di sinodalità ed infine con il brano di Giovanni 17 si riprende la preghiera del Signore per la sinodalità. Nella seconda parte invece, attraverso i testi evangelici di Matteo 14 e di Marco 9, ci si sofferma sul come gli apostoli abbiano vissuto la sinodalità. Infine nell'ultima parte, riprendendo alcuni passaggi fondamentali del libro degli Atti degli Apostoli ci si interroga su come la Chiesa nascente abbia testimoniato lo stile sinodale. Questi testi biblici dunque hanno lo scopo ed il desiderio di aiutare il lettore a comprendere come il sinodo non sia una struttura burocratica post - conciliare, ma una caratteristica costitutiva della vita della Chiesa, riscoperta e riattuata dal magistero di San Paolo VI e da quello attuale di papa Francesco.
In una società digitale e multiculturale ha ancora senso parlare di umanesimo ad ispirazione cristiana? A questa fondamentale domanda intende rispondere questo nuovo testo di insegnamento o dottrina sociale della Chiesa (= DSC). In esso si offre, in particolare, una sintesi aggiornata della DSC. Infatti, dopo la sua pubblicazione, il Compendio di dottrina sociale della Chiesa, promulgato dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace (2004), non è ancora stato integrato, includendo gli importanti apporti della Caritas in veritate di papa Benedetto XVI e dei documenti sociali di papa Francesco quali, ad esempio, le esortazioni apostoliche Evangelii Gaudium, Amoris laetitia, Querida Amazonia, e le encicliche Laudato sì’ e Fratelli tutti.
Questo testo di DSC si colloca al punto di sintesi di precedenti studi. Tra i suoi capitoli include pure un’ampia riflessione sui temi dell’ecologia integrale, dei nuovi mass media e delle migrazioni. Esprime l’esigenza imprescindibile di dare corpo, nella costruzione della società, alla dimensione sociale della fede, mediante il coinvolgimento di tutte le componenti ecclesiali. I christifideles laici, in particolare, se sono chiamati a partecipare, mediante l’assunzione di diversi ministeri, alla costruzione della Chiesa, sono pure mandati da Cristo ad annunciare il Vangelo nel mondo e a partecipare alla realizzazione della «nuova creazione».
S. Ecc. Mons. MARIO TOSO è vescovo di Faenza-Modigliana. Già Rettore Magnifico dell’Università Pontificia Salesiana e Segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, ha al suo attivo numerosi saggi e scritti. Tra le sue ultime pubblicazioni si segnalano: Welfare Society. La riforma del welfare: l’apporto dei pontefici, LAS, Roma 2013; Democrazia e libertà. Laicità oltre il neoilluminismo postmoderno, LAS, Roma 2006; Per un’economia che fa vivere tutti, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2015; Per una nuova democrazia, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2016; La non violenza, stile di una nuova politica per la pace, Società Cooperativa Sociale Frate Jacopa Legatoria Corti di Fabrizio, Roma 2017; Cattolici e politica, Società Cooperativa Sociale Frate Jacopa Legatoria Corti di Fabrizio, Roma 20193; Ecologia integrale dopo il coronavirus, Società Cooperativa Sociale Frate Jacopa Legatoria Corti di Fabrizio, Roma 2020.
Questo libro tratta di due diverse immagini di Cristo, entrate entrambe nella storia come acheropite, ovvero come non fatte da mano di uomo, ma da Dio stesso. Si tratta dunque di due capolavori divini nel vero senso del termine. Potremmo addirittura parlare di autoritratti che Dio ci ha lasciato in due momenti diversi della sua opera di redenzione. Sono per così dire due istantanee: il sudario della Veronica ci mostra il suo volto sofferente della via crucis, mentre il Volto Santo mostra quello radioso e glorioso della risurrezione.
La medaglia miracolosa è un piccolo scrigno di significato, e le parole che vi sono incise sono le gemme preziose che si nascondono al suo interno. "O Maria, concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a te". Essa è un ponte tra il terreno e il celeste, un simbolo di grazia che ci ricorda la presenza amorevole di Maria e la protezione di Dio. Le numerose testimonianze di guarigioni e di conversioni ci rivelano come la fede possa trasformare profondamente le vite, portando speranza e conforto nei momenti più bui. Ascoltando le esperienze di vari santi, tra cui Madre Teresa, il Curato d'Ars, Massimiliano Kolbe, Teresa di Lisieux e Giovanni Paolo II, ci rendiamo conto che la devozione può assumere molte forme, attraversare culture, epoche e personalità diverse, ma l'amore e la fiducia in Dio rimangono identici.
Nelle terre di confine del Popolo degli Uomini martoriato dagli Orchi si muove un ragazzo con un marchio sulla fronte. È nato in un lebbrosario, figlio di una lebbrosa e di un uomo sano che l'ha seguita nel luogo più disperato mondo. E nell'amore di una madre e di un padre è stato cresciuto restando, miracolosamente, indenne dalla malattia. Uscirà dal lebbrosario come «Melmoso», nome dato ai figli sani di lebbrosi. Le umiliazioni subite lo porteranno a infierire su chi, in quel momento, è considerato perfino più abietto di lui: gli Elfi, il popolo alleato degli uomini che, dopo averli protetti per secoli, non è riuscito a salvarli dalle ultime invasioni e a cui viene ora attribuita la colpa di tutto, anche dell'acqua che sta trasformando la terra in una palude. Dal fango dell'ignominia Yorsh saprà riscattarsi, ponendo le basi per la salvezza del mondo.
Si è scritto molto sulla libertà, da parecchi secoli e spesso con acume. Questo libro vuole dimostrare che la libertà tende all'amore, e che questa verità riveste un'importanza enorme nella vita di ogni uomo. Siamo stati creati liberi per amare e, quando non raggiungiamo questo fine proprio della libertà, ci troviamo di fronte a un fallimento esistenziale. Tutti desideriamo una vita piena, felice, realizzata. Il criterio per raggiungerla risiede nel fare tutto liberamente e per amore. La tesi è molto semplice, come lo sono tutte le grandi verità. Metterla in pratica è assai più complicato. Nel pensiero contemporaneo sovrabbondano concezioni della libertà lontane da questa, dove essa è concepita come una mera capacità di scelta tra diverse possibilità, o come prerogativa dell'individuo di fare ciò che vuole senza altro criterio che i suoi desideri e i suoi capricci. Molte volte si contrappone la libertà all'impegno, al dovere, all'obbedienza e all'osservanza di alcune norme di condotta. Scopo di queste pagine è incoraggiare il lettore a un concetto più alto di libertà. In questo sforzo di raggiungere un concetto più elevato di libertà, ci vengono in aiuto i classici della letteratura universale: essi descrivono in maniera plastica il cammino della libertà umana verso l'amore, quel processo di liberazione dell'amore che è stato seminato nel cuore dell'uomo. I classici sono lì a ricordarci una serie di valori a cui l'umanità ha aspirato fin dal principio, e che meritano di essere salvaguardati e custoditi. Parlano di cose che penetrano nel cuore dell'uomo e lo commuovono. Un classico è un libro che, benché sia stato scritto secoli fa, ha ancora qualcosa da dirci. E può farlo perché ci parla di cose come la verità, la bellezza, il bene e l'amore, ovvero quelle categorie esistenziali che ci riguardano più da vicino. I classici possono condurci a intravedere la verità, a provare il desiderio di esercitare la virtù, ad apprezzare quella bellezza che ci riempie l'anima. Sono in grado di trasformare la vita dei lettori, schiudendo insospettati orizzonti di amore e di libertà.
Nella terra di tutti non è un libro di ecclesiologia né di teologia. È una riflessione su di noi, noi credenti che cerchiamo di vivere la nostra appartenenza con onestà, fedeltà e realismo, che non vogliamo andarcene per altre strade ma che abbiamo bisogno di risposte a problemi che ancora non sono chiari. È il tentativo di condividere alcune delle lotte che in tanti dobbiamo affrontare: lotte in cui si mettono in gioco la fede, i dubbi, i rapporti umani o le nostre aspettative. È una riflessione sulla società contemporanea e sul posto che al suo interno occupa la Chiesa di oggi senza negare le sue ombre e senza ignorare le sue luci. È uno sguardo coraggioso su questioni che oggi preoccupano tanti di noi. Una è la domanda di fondo: perché continuare? Domanda che l'autore affronta come un compagno di strada che condivide in queste pagine le sue personali incertezze e le risposte che trova a poco a poco.
Attraverso le Icone del Monastero situata sull'isola di San Giulio, sul lago d'Orta, in provincia e diocesi di Novara, ognuno dei 20 misteri del Santo Rosario sono meditati dalla Madre Cànopi con la sua sapiente lettura degli episodi del Vangelo, alla luce della Verità di Gesù e della azione instancabile di mediazione di Maria. Un Rosario bellissimo, metodologico, da pregare insieme o da soli.