In questo saggio Michel Maffesoli si propone di decifrare quella che chiama "religiosità postmoderna". Un percorso le cui tappe scandiscono il ritorno del sacrale: la riabilitazione dei sensi e della ragione sensibile, l'importanza della condivisione, del mistero, dell'iniziazione - ma anche il necessario ancoraggio alla tradizione. E' così che le figure cattoliche della Trinità o della comunione dei santi rappresentano per il pensatore delle "tribù" le metafore più adatte all'immaginario contemporaneo del sacro. Un saggio profondo, che offre al lettore non un ritorno alla religione tradizionale come istituzione e dogmatismo, ma una vera e propria rinascita del cattolicesimo ed una comprensione emotiva della trascendenza.
Questo libro tenta di raccontare la comunicazione, la sua storia e le sue forme, la fatica che è costata all’uomo da quando ha impresso l’orma della mano sul muro buio di una caverna. Il racconto di queste pagine è un invito a conoscere e riconoscere gli strumenti del comunicare vecchio e nuovo per scrutare il presente che è già Storia. Imparare i media del proprio tempo risponde alla stessa esigenza espressiva che pulsava nei “writers” delle spelonche e si fa imperativa per partecipare al dialogo a moltissime voci tra i cittadini del III millennio.
Questo libro ricostruisce in maniera esemplare la storia dell'attenzione della società, in particolare di quella italiana, verso i non vedenti, mettendo a fuoco soprattutto l'impegno nel migliorare i metodi educativi finalizzati all'orientamento professionale e all'esercizio delle diverse professioni in condizioni ottimali.
Il rapporto mente-cibo è il primo libro che tratta le ragioni delle nostre scelte alimentari a partire da un modello di analisi del funzionamento della mente diverso da quello della psicologia e della psicoanalisi. Il testo spiega come nascono gli schemi mentali che si sostituiscono alla coscienza nel gestire le scelte alimentari e comportamentali e rivela come queste siano quasi sempre determinate dal fisiologico funzionamento della mente e non da particolari patologie. L'approccio ai problemi alimentari, dunque, non deve essere necessariamente di tipo clinico ma educativo. Nel libro si risponde ai più frequenti quesiti sulle abitudini alimentari quali: come combattere le "cattive" abitudini? Perché particolari conflitti emozionali e di sopravvivenza incidono poi sulle scelte alimentari? In che modo le esperienze vissute nelle diverse fasi della vita, dal concepimento alla vecchiaia, sono così determinanti nel creare problemi col cibo? Come conoscere le ragioni più profonde dei comuni attaccamenti a cibi e bevande? Quali soluzioni nuove è possibile offrire a coloro che soffrono dei più gravi e diffusi disturbi del comportamento alimentare (anoressia, bulimia, obesità)? L'autore vuole offrire un nuovo e potente strumento di conoscenza a beneficio di coloro che intendono superare il loro amore/odio verso il cibo, rieducando se stessi ed aiutando altri a risolvere il disagio esistenziale che si nasconde dietro ogni forma di dipendenza o di aberrazione alimentare.
Partendo dall'analisi degli scritti di Bion, il libro presenta un'originale rielaborazione della teoria metapsicologica della mente. La prima parte descrive, da un punto di vista teorico, le strutture che compongono la mente dell'essere umano e come esse interagiscono reciprocamente nello sviluppo sano dell'individuo e nella genesi dei disturbi psicopatologici. La seconda parte cala la teoria metapiscologica descritta nella semplicità della vita quotidiana, mostrando come l'apparente complessità dell'astrazione teorica sia in realtà parte integrante dell'esperienza comune di ogni persona.
Questo libro tenta di raccontare la comunicazione, la sua storia e le sue forme, la fatica che è costata all'uomo da quando ha impresso l'orma della mano sul muro buio di una caverna. Il racconto di queste pagine è un invito a conoscere e riconoscere gli strumenti del comunicare vecchio e nuovo per scrutare il presente che è già Storia. Imparare i media del proprio tempo risponde alla stessa esigenza espressiva che pulsava nei "writers" delle spelonche e si fa imperativa per partecipare al dialogo a moltissime voci tra i cittadini del III millennio.