Inafferrabile, inclassificabile, irriducibilmente ambiguo: Houellebecq, immancabilmente, ci sfugge. salvo, forse, nel caso specifico di questo Cahier de l’Herne, luogo ideale per un approccio plurale e per la commistione dei generi. Qui possiamo ricomporre la traiettoria percorsa da uno scrittore singolare, mettendo in luce le esitazioni, i punti di rottura, le "biforcazioni" e le numerose deviazioni che contribuiscono a costruirla. Nel suo mescolare i testi rari o inediti, i saggi universitari, le testimonianze di amici, scrittori, artisti, musicisti, amici o nemici (e tutto il ventaglio di opzioni che tra questi due estremi si ha a disposizione), questo testo vuole rendere conto della complessità e del fascino di un autore e di un’opera, dal momento che entrambi hanno l’ambizione di salvare un’epoca – la nostra – dallo sbiadimento.
Questo libro tenta di raccontare la comunicazione, la sua storia e le sue forme, la fatica che è costata all’uomo da quando ha impresso l’orma della mano sul muro buio di una caverna. Il racconto di queste pagine è un invito a conoscere e riconoscere gli strumenti del comunicare vecchio e nuovo per scrutare il presente che è già Storia. Imparare i media del proprio tempo risponde alla stessa esigenza espressiva che pulsava nei “writers” delle spelonche e si fa imperativa per partecipare al dialogo a moltissime voci tra i cittadini del III millennio.
Michel Foucault non è stato soltanto un lettore esigente e uno scrittore il cui stile era riconosciuto e ammirato all'uscita di ogni suo libro. Il suo rapporto con la letteratura è sempre stato complesso, critico, strategico. I testi che compongono il presente volume - trascrizioni inedite di lezioni, conferenze, trasmissioni radiofoniche - ne danno un'ampia e rilevante testimonianza. Shakespeare, Cervantes, Diderot, Sade, Artaud, Leiris... Come poche altre volte ha fatto, Michel Foucault offre una descrizione della sua biblioteca di testi letterari.
Sono passati cento anni esatti dalla sua nascita e Albert Camus è uno degli scrittori più letti e più amati del mondo. I romanzi: "Lo straniero", "La peste", "La caduta", i saggi filosofici "Il mito di Sisifo" e "L'uomo in rivolta", che coniugano al massimo grado il senso dell'assurdità del vivere e il continuo risorgere della speranza e dell'impegno, vengono continuamente ristampati in tutte le lingue e appassionano nuove generazioni. Michel Onfray, tra i più noti filosofi viventi, gli ha dedicato questa imponente "biografia filosofica", che testimonia finalmente la grande radicalità e originalità del suo pensiero. Nato ad Algeri, Camus apprese la filosofia nello stesso tempo in cui scopriva un mondo al quale rimase fedele tutta la vita: il mondo dei poveri, degli umiliati, delle vittime. Il mondo di suo padre, contadino morto in guerra, e quello di sua madre, donna delle pulizie incolta ma modello di virtù che Onfray definisce "mediterranee": coraggio, senso dell'onore, modestia, dignità. La vita filosofica di Albert Camus, che fu edonista, libertario, anarchico, anticolonialista e visceralmente ostile a ogni totalitarismo, illustra pienamente lo svolgersi di questa "morale solare" e offre a tutti noi non solo pagine di grande lucidità e passione, come quella che Onfray nutre, e fa nutrire, per Albert Camus, ma anche un praticabile modello di vita e di pensiero.