Il celebre corso, Che cos’è la filosofia? (1929) – svolto in un teatro a causa delle contestazioni studentesche alle quali partecipò anche Ortega – costituisce il manifesto della ragione vitale e storica in dialogo con Dilthey, Husserl e soprattutto Heidegger. L’occupazione filosofica, di indole rigorosamente teoretica, non è priva di audacia ed é caratterizzata da una dimensione ludico-sportiva, a cui si dedicano gli uomini liberi; perciò essa è un’attività superflua dell’uomo ‘nobile’ che nondimeno la giudica indispensabile per vivere una vita qualitativamente umana ed all’altezza del tempo.
José Ortega y Gasset (1883-1955) è stato uno tra i più influenti filosofi spagnoli dell’età contemporanea. Nonostante il noto stile colloquiale e la sua intensa attività di giornalista, il pensiero di Ortega y Gasset si è distinto nel panorama internazionale per la densità concettuale e la profondità di indagine. Considerato per certi aspetti esponente o anticipatore della corrente esistenzialista, nel corso dello sviluppo delle proprie posizioni l’autore ha abbracciato il prospettivismo di stampo nietzscheano ma anche un certo storicismo. La sua opera più conosciuta è La ribellione delle masse, risalente al 1930.
Armando Savignano, docente all’Università di Trieste, ha dedicato numerosi saggi all’ispanismo filosofico. Tra i libri più recenti: Introduzione a Ortega Y Gasset, Bari 1996; Introduzione a Unamuno, Bari 2001; Maria Zambrano. La ragione poetica, Genova-Milano 2004; Panorama della filosofia spagnola del Novecento, Genova-Milano 2005; Don Chisciotte. Illusione e realtà, 2006; Il vincolo degli anniversari. Saggi di filosofia spagnola contemporanea, Caserta 2009.
Straordinario interprete della filosofia, della letteratura, della società Ortega y Gasset è una delle personalità più interessanti della cultura del Novecento. In questo libro inedito in Italia affronta un maestro della sapienza antica, con un punto di vista originale. Platone era discepolo di Socrate, il filosofo che nulla scrisse. Ortega y Gasset interroga Platone, il suo celebre "Convivio", immergendosi nelle differenze tra linguaggio parlato e scritto. Lo scritto è diminuzione della forza, della potenza espressiva dell'uomo. A partire dalla viva lingua dei greci, dal logos della democrazia, questo libro riesce a far riflettere sugli usi del linguaggio, sulla sua infinita potenza. Un grande classico della filosofia come Platone viene riletto e fatto rivivere da un interprete insuperato del nostro tempo.
La presente raccolta di saggi di Ortega y Gasset ruota attorno al più peculiare fenomeno dell'epoca contemporanea, ossia l'ingombrante e onnipervasiva presenza della tecnica. Più in particolare, essa mira a inserire la riflessione del filosofo iberico sulla tecnica nel più ampio contesto dell'antropologia filosofica di Ortega. Da una condizione iniziale di carenza e di dipendenza dall'ambiente circostante, l'uomo compie un atto inaudito: inventa la tecnica, cioè un'impresa che mira non tanto ad adattare l'individuo all'ambiente, ma piuttosto quest'ultimo all'individuo, finendo così letteralmente per "riformare" la natura. Lungi dall'essere un'aggiunta tardiva alla condizione umana, la tecnica è parte essenziale della nostra stessa natura, e ci distingue in modo netto da qualunque altro ente.