Oggi viviamo in un miscuglio di razze, culture e religioni, a volte così caotico che la nostra identità deve forgiarsi non solo all’interno del nostro contesto etnico, politico o religioso, ma anche sullo sfondo di altre tradizioni dell’umanità. Cristianesimo e induismo si incontrano di nuovo dopo secoli di separazione e cercano di condividere le loro rispettive esperienze. I cristiani possono vedere la meta nel futuro, gli hindu nel presente, ma entrambi la vedono nei termini della persona umana completa e realizzata. Il volume consta di due sezioni, la prima comprende uno dei libri più noti di Panikkar, Il Cristo sconosciuto dell’induismo. Il punto focale, e spesso frainteso, è l’aspetto ancora sconosciuto del Cristo, presente tanto nel cristianesimo quanto nelle altre religioni, che può quindi contribuire a una sua visione più universale. La seconda sezione è dedicata all’ecclesiologia in India come esempio di inculturazione, e descrive varie sfaccettature dell’incontro tra induismo e cristianesimo.
Per dharma dell'induismo si intende la sua spiritualità. Il volume comprende un intero libro sull'argomento. Ma che cosa si intende per induismo? Non è possibile capirlo se lo paragoniamo al concetto occidentale moderno di religione. Esso non è una religione nel senso che le si attribuisce alle nostre latitudini. Il mondo dell'induismo ci apre a un'esperienza umana straordinariamente ricca che scuote non tanto la nostra visione del mondo, quanto il mondo stesso in cui viviamo; relativizza il significato stesso della realtà e l'aver confuso relatività con relativismo è ciò che ha prodotto la tragica incomprensione fra tante religioni. La prima sezione comprende il libro dallo stesso titolo Il dharma dell'induismo, in cui il dharma viene descritto non solo come ordine ontologico reale, ma anche come ordinamento estrinseco della natura delle cose. La seconda sezione comprende diversi articoli sulla teologia e la filosofia indiane, mentre la terza si concentra più sui problemi attuali e sul ruolo importante che l'India potrebbe svolgere nel mondo di oggi come alternativa a una società tecnologica, purché non se ne lasci sopraffare e sappia prendere spunto dalla ricchezza ancestrale per sviluppare una nuova civiltà.
Questo libro riporta fedelmente la trascrizione di un corso inedito che Panikkar tenne alla Pontificia Università Lateranense di Roma durante l'anno accademico 1962-1963. In esso vengono messe a confronto la cultura occidentale e quella orientale, il cristianesimo e l'induismo, in un momento cruciale della loro storia, quando entrambe entrano in una crisi che, come scrive Panikkar, «potrebbe anche apparire senza via d'uscita», nell'ipotesi che ciascuna possa trovare nell'altra gli elementi vitali attraverso cui rinnovarsi. In modo emblematico le figure scelte da Panikkar come simboli delle due culture, Kierkegaard e Sànkara, non soltanto incarnano il prototipo delle mentalità e delle psicologie occidentali e orientali - ognuna con le sue inclinazioni, la sua ricchezza e i suoi limiti -, ma entrambe condividono il fatto di vivere in tempi di decadenza religiosa e, proprio per questo, di anelare alla verità assoluta. Completano la pubblicazione una selezione di schemi e grafici riassuntivi redatti da Panikkar stesso come canovaccio delle lezioni.
Quando nel 1954, sacerdote cattolico, mi recai per la prima volta in India, la terra di mio padre, vidi che il grande problema, anche mio, era quello del rapporto tra "induismo e cristianesimo": questo fu il primo titolo del libro che aveva come sottotitolo "Il Cristo sconosciuto dell'induismo". Ricordo che fu il mio grande amico Bede Griffiths a suggerirmi di invertire il titolo con il sottotitolo e gliene sono sempre stato grato. Desidero sottolineare inoltre che il tema del libro ha costituito da sempre il problema centrale della mia vita, come mostrano le diverse date delle varie introduzioni alle differenti edizioni. Ribadisco che l'aggettivo "sconosciuto" riferito a Cristo vale anche per il cristianesimo storico. Ho suggerito ripetutamente che l'incontro delle religioni, indispensabile oggigiorno, implica una mutazione nella stessa autocomprensione delle religioni e in questo caso dello stesso cristianesimo. Dopo essere stato storicamente ancorato per quasi due millenni alle tradizioni monoteistiche originate da Abramo, il cristianesimo deve meditare sulla "kenosis" di Cristo e avere il coraggio, come nel primo Concilio di Gerusalemme, di svincolarsi dalla tradizione ebraica (il cui simbolo era la circoncisione) e dalle tradizioni romane senza rompere con esse, lasciandosi fecondare dalle altre tradizioni dell'umanità.
Raimon Panikkar, monaco teologo che da anni persegue un confronto serrato e profondo tra spiritualità orientali e Cristianesimo, illustra in questo compendio la totalità della via metafisica che, con impropria generalizzazione, va comunemente sotto il nome di induismo. Un crogiolo di prospettive che presenta caratteri comuni, tutti individuati e illustrati da Panikkar in modalità chiare e facilmente penetrabili dal lettore occidentale. In un frangente storico in cui incombe uno scontro tra civiltà fondato sulla differenza tra i "credo", Panikkar offre la chiave per entrare nell'universo induista e coglierne gli aspetti che la disciplina yoga, traslata in Occidente, non è stata in grado di esprimere.