¿Cómo surgió el Nuevo Testamento? Esta obra responde a esa pregunta a través del análisis de las tres etapas de formación del Nuevo Testamento, desde la alianza en el Sinaí hasta la estructuración del canon.
El Nuevo Testamento es una realidad viva, más actual hoy que nunca y con un mensaje accesible a cualquier persona de nuestro tiempo; pero para comprenderlo es necesario saber escuchar, conocer su lenguaje y su historia. Romano Penna, reconocido biblista, nos ofrece en estas páginas una guía ágil y clara para adentrarnos en el Nuevo Testamento, que es abordado en tres niveles: el primero, de índole histórico-salvífico, hace referencia a la alianza que Dios ha ratificado con el hombre en Jesucristo, superando (¿o englobando?) el Antiguo Testamento de la Ley dada a Moisés en el Sinaí; el segundo nivel entiende por Nuevo Testamento el complejo literario de veintisiete libros de géneros muy diferentes entre ellos; el tercero, finalmente, se dedica a indagar el texto desde el punto de vista de la formación del canon.
A differenza dei ritratti, i profili di una persona sono raffigurazioni brevi e sintetiche dei caratteri essenziali di un personaggio, riprodotto da angolazioni diverse. Anche di Gesù è possibile delineare tratti fisionomici differenti, sia per i vari punti di vista da cui si pone un ricercatore, sia soprattutto per la complessità identitaria propria del Maestro stesso. «Oggi sappiamo che la ricerca storica su Gesù, se è vero che può metodologicamente prescindere dalla fede in lui, può altrettanto rinchiudersi illuministicamente in se stessa precludendosi la conoscenza completa della sua persona. Infatti la conservazione della sua memoria fin dalle origini fu connotata solo dalla fede, sicché si può dire che senza la fede in lui non ci sarebbe stata nemmeno la memoria di lui!».
Le pagine del volume si accostano a Gesù a piccoli passi e da angoli visuali diversi. Propongono esempi che colgono qualche aspetto di una doppia sfaccettatura: quella della sua identità personale e quella degli effetti da lui suscitati. Come accade per le tessere di un mosaico, l'obiettivo è quello di far emergere, a partire dai dettagli, la persona di Gesù Cristo nella sua pienezza.
Sommario
Prefazione. I. I due inizi del cristianesimo: storia e fede. II. I ritratti evangelici di Gesù: racconto ed ermeneutica. III. Quale autoconsapevolezza in Gesù di Nazaret? IV. Gesù, un uomo libero. V. La fede di Gesù e le Scritture di Israele. VI. Inizi e primi percorsi della cristologia giudeo-cristiana. VII. Cristianesimo e cristologia. VIII. Gesù Cristo salvatore: cristologia e sue implicanze missiologiche. IX. Da Israele al cosmo: ampliamento dell'orizzonte cristologico nello sviluppo dell'innografia neotestamentaria. X. Gesù Cristo, luce delle genti. XI. «Per voi e per tutti...».
Note sull'autore
ROMANO PENNA, professore emerito di Nuovo Testamento nelle università pontificie, è studioso di scienze bibliche con autorevolezza internazionale. Le sue pubblicazioni gravitano attorno a due poli: la complessa figura di Paolo di Tarso e il rapporto tra il cristianesimo delle origini e i suoi interlocutori giudaici ed ellenistici. Presso le EDB ha pubblicato: L'ambiente storico-culturale delle origini cristiane (1984 52006), Lettera agli Efesini. Introduzione, versione e commento (1988 22001), Lettera ai Romani. Introduzione, versione e commento (3 voll., 2004-2008;vol. unico 2010), Paolo scriba di Gesù (2009), L'Evangelo come criterio di vita. Indicazioni paoline (2009) e, insieme a R. Cantalamessa e G. Segalla, Gesù di Nazaret tra storia e fede (2009); inoltre ha curato: Antipaolinismo: reazioni a Paolo tra il I e il II secolo (1989), Il giovannismo alle origini cristiane (1991), Il profetismo da Gesù di Nazaret al montanismo (1993), Apocalittica e origini cristiane (1995), Qumran e le origini cristiane (1997) e Fariseismo e origini cristiane (1999).
Questo libro affronta le origini del cristianesimo percorrendo passo dopo passo e per ambiti geoculturali il percorso del movimento iniziato in terra d’Israele da Gesù di Nazaret e proseguito, attraverso le varie tappe della sua prima espansione, in ambito giudaico e soprattutto greco-romano e individua i vari gruppi che si sono man mano costituiti nel suo nome.
Descrizione dell'opera
«La Lettera ai Romani è il primo scritto neotestamentario di cui ci sia pervenuto un commento completo, condotto a termine verso il 243 dal grande alessandrino Origene. Da allora ad oggi i lavori su questo testo epistolare si sono moltiplicati in forma esponenziale, attestando l'enorme importanza dello scritto paolino per la fede, per la teologia e per la spiritualità cristiane, oltre che più in generale per il pensiero della cosiddetta civiltà occidentale. In particolare esso contrassegnò alcune ore decisive della storia della Chiesa, dalla conversione di sant'Agostino sul finire del sec. IV fino al commento epocale di Karl Barth agli inizi del sec. XX, che marcò una svolta rispetto alla cosiddetta 'teologia liberale', per non dire di Lutero e del concilio di Trento nel sec. XVI» (dall'Introduzione del vol. I).
Il difficile testo della Lettera nella sua oggettività costituisce la materia prima dell'evento di comunicazione messo in atto tra Paolo e i Romani: arrivare a conoscerlo fin dentro le sue pieghe più minute è l'impresa che l'autore ha portato a felice compimento con quest'opera, ora raccolta in un unico volume. Nel complesso, il lavoro di Penna costituisce il frutto maturo della sua ricerca e del suo insegnamento sulle lettere di Paolo.
Sommario
Prefazione. Abbreviazioni. Bibliografia. Introduzione generale. 1. I destinatari. 2. Il mittente. 3. La lettera. Commento. Il prescritto (1,1-7). Il ringraziamento iniziale (1,8-15). Parte I (1,16-11-36): i costitutivi fondamentali dell'identità cristiana. 1. La giustizia di Dio: antitesi tra quella retributiva e quella evangelica (1,18-5,21). 2. Il battezzato è inserito in Cristo e condotto dallo Spirito (6,1-8,36). 3. Il rapporto tra il popolo di Israele e l'evangelo (9,1-11,36). Parte II (12,1-15,13): la componente etica dell'identità cristiana. 1. Lavita di relazione della comunità cristiana e le sue motivazioni (12,3-13,14). 2. Il caso concreto del rapporto tra cristiani deboli e forti (14,1-15,6). 3. Conclusione. Imitare Cristo che accoglie giudei e gentili (15,7-13). Conclusione della Lettera (15,14-16,27). Indici.
Note sull'autore
Romano Penna, professore emerito di Nuovo Testamento nelle Università Pontificie, è studioso di scienze bibliche con autorevolezza internazionale. Le sue pubblicazioni gravitano attorno a due poli: la complessa figura di Paolo di Tarso e il rapporto tra il cristianesimo delle origini e i suoi interlocutori giudaici ed ellenistici. Presso le EDB ha pubblicato: L'ambiente storico-culturale delle origini cristiane (1984 52006), Lettera agli Efesini. Introduzione, versione e commento (1988 22001), Lettera ai Romani. Introduzione, versione e commento (3 voll., 2004-2008), Paolo scriba di Gesù (2009), L'Evangelo come criterio di vita. Indicazioni paoline (2009) e, insieme a R. Cantalamessa e G. Segalla, Gesù di Nazaret tra storia e fede (2009); inoltre ha curato: Antipaolinismo: reazioni a Paolo tra il I e il II secolo (1989), Il giovannismo alle origini cristiane (1991), Il profetismo da Gesù di Nazaret al montanismo (1993), Apocalittica e origini cristiane (1995), Qumran e le origini cristiane (1997) e Fariseismo e origini cristiane (1999).
Descrizione dell'opera
«Paolo è come un prisma, che, quando viene attraversato da un raggio di luce, sprigiona tutte le virtualità dei suoi colori. L'importante è coglierli e fissarli, e soprattutto lasciarsene impregnare per trascolorare la nostra stessa vita» (dalla Prefazione).
Persecutore prima e apostolo poi, tagliente e sempre incisivo, Paolo è l'ex-fariseo di Tarso che spende totalmente la propria vita a proclamare ai quattro venti la liberante signoria di Gesù Cristo. I contributi raccolti nel volume mettono in luce sfaccettature varie della forza incontenibile del suo annuncio del vangelo.
Sommario
Prefazione. 1. Paolo apostolo «ghermito» da Gesù Cristo. 2. Paolo come schiavo apostolico e l'identità ministeriale della chiesa nella Lettera ai Romani. 3. «Fatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristo» (1Cor 11,1). 4. Il saluto iniziale della messa (1 Cor 13,13). 5. Un perno: il mistero pasquale. 6. L'alleanza nuova in Cristo Gesù. 7. Ha fatto dei due un popolo solo. 8. La chiesa come corpo di Cristo. 9. Nient'altro che il corpo di Cristo. 10. Annunciare oggi la libertà cristiana. 11. Chiamati a libertà. 12. La glorificazione di Cristo. 13. Spirito Santo e vocazione. 14. Il nuovo Adamo e la danza della vita. 15. Israele e le genti. 16. Fede e salvezza nella Lettera ai Romani. 17. Da Adamo a Isaia. Prosopografia biblica nella Lettera ai Romani. 18. Colossesi ed Efesini: una lettura comparata. 19. La dialettica tra possibilità e impossibilità di conoscere Dio. 20. Delitto e perdono. 21. Cristianesimo e cultura greca. 22. Corinto: città greca e vangelo a confronto.
Note sull'autore
Romano Penna, professore emerito di Nuovo Testamento nelle Università Pontificie, è studioso di scienze bibliche con autorevolezza internazionale. Le sue pubblicazioni gravitano attorno a due poli maggiori: la complessa figura di Paolo di Tarso e il rapporto tra il cristianesimo delle origini e i suoi interlocutori giudaici ed ellenistici. Presso le EDB ha pubblicato: L'ambiente storico-culturale delle origini cristiane (1984 52006), Lettera agli Efesini. Introduzione, versione e commento (1988 22001), Lettera ai Romani. Introduzione, versione e commento (3 voll., 2004-2008), Paolo scriba di Gesù (2009) e, insieme a R. Cantalamessa e G. Segalla, Gesù di Nazaret tra storia e fede (2009) e ha curato: Antipaolinismo: reazioni a Paolo tra il I e il II secolo (1989), Il giovannismo alle origini cristiane (1991), Il profetismo da Gesù di Nazaret al montanismo (1993), Apocalittica e origini cristiane (1995), Qumran e le origini cristiane (1997) e Fariseismo e origini cristiane (1999).
Il Nuovo Testamento si apre con i Vangeli e gli Atti degli apostoli e solo dopo compaiono le Lettere di Paolo. Tale disposizione può suggerire l'idea che i Vangeli siano i primi scritti su Gesù, mentre in realtà, dal punto di vista cronologico, i primi testi sono dell'Apostolo. Una ventina d'anni dopo la morte di Gesù, Paolo comincia infatti a scrivere alle comunità. Nelle sue lettere autentiche, per 28 volte viene usato il termine "evangelo"; il vocabolo ricorre 60 volte nell'epistolario paolino e 76 volte in tutto il Nuovo Testamento.
In quel momento sorgivo degli scritti su Gesù, il vocabolo "evangelo" significa alla lettera "buona notizia" ed è vincolato in modo preciso alla persona di Gesù di Nazaret. Al centro degli scritti di Paolo c'è quindi Gesù in quanto notizia benefica. Soltanto nel II secolo, con Giustino, il termine "vangelo" rimanderà a un libro scritto.
Il volume aiuta a riscoprire il senso originario e sorprendente con cui le comunità di Paolo hanno sentito parlare per la prima volta di Gesù di Nazaret.
Sommario
1.Le lettere paoline in rapporto ai quattro vangeli. Un annuncio che è una persona. 2. Apostolo o apostata? Collocazione ecclesiale e teologica di Paolo nel quadro delle origini cristiane. 3. Paolo scrittore. 4. Un'epistola e il suo linguaggio. 5. I pagani e la ricerca di Dio (nella Lettera ai Romani). 6. Prospettiva evangelica su idolatria e degrado umano (Rm 1,18-32). 7. «Non uno spirito da schiavi per ricadere nella paura» (Rm 8,15). 8. Vivere con Cristo dopo la morte (2Cor 5,1-10; Fil 1,23). 9. «Voi non siete più stranieri né ospiti» (Ef 2,19; cf. Col 1,21). 10. «La speranza alla quale siete stati chiamati» (Ef 4,4). 11. Ciascuno per la sua parte secondo Efesini 4,7.11-12. La ministerialità nella Chiesa. 12. «Tradidit semet ipsum» (Gal 2,20). Il linguaggio sacerdotale in san Paolo. 13. Lo Spirito di Gesù Cristo. 14. Un solo Spirito, diversi doni, un solo Corpo (1Cor 12,3b-13). 15. Aspetti originali della pneumatologia di san Paolo. 16. Le collette di Paolo per la Chiesa di Gerusalemme. 17. Casi di violenza nella biografia di Paolo. 18. La forza della pazienza (hypomonē) in Paolo. 19. La sapienza della croce in Paolo.
Note sull'autore
Romano Penna, professore emerito di Nuovo Testamento nelle Università Pontificie, è studioso di scienze bibliche con autorevolezza internazionale. Le sue pubblicazioni gravitano attorno a due poli maggiori: la complessa figura di Paolo di Tarso e il rapporto tra il cristianesimo delle origini e i suoi interlocutori giudaici ed ellenistici. Presso le EDB ha pubblicato L'ambiente storico-culturale delle origini cristiane, 1984, 52006; Lettera agli Efesini. Introduzione, versione e commento, 1988, 22001; Lettera ai Romani. Introduzione, versione e commento (3 voll.), 2004-2008; ha curato i volumi Antipaolinismo: reazioni a Paolo tra il I e il II secolo, 1989; Il Giovannismo alle origini cristiane, 1991; Il profetismo da Gesù di Nazaret al montanismo, 1993; Apocalittica e origini cristiane, 1995; Qumran e le origini cristiane, 1997; Fariseismo e origini cristiane, 1999.
Paolo e la Chiesa di Roma ha come filo conduttore la vita della Chiesa delle origini, alla quale la chiesa romana contribuisce con problematiche specifiche che consentono riflessioni più generali, anche se nelle lettere di Paolo non s'incontrano affermazioni esplicite sulla Chiesa. Nel quadro complessivo del pensiero dell'apostolo la dimensione ecclesiale cristiana acquista un suo proprio spessore solo sulla base dell'evangelo e della fede in Cristo, oltre che sull'azione viva dello Spirito, in una prospettiva inconfondibilmente escatologica.
«La Lettera ai Romani è il primo scritto neotestamentario di cui ci sia pervenuto un commento completo, condotto a termine verso il 243 dal grande alessandrino Origene. Da allora ad oggi i lavori su questo testo epistolare si sono moltiplicati in forma esponenziale, attestando l’enorme importanza dello scritto paolino per la fede, per la teologia e per la spiritualità cristiane, oltre che più in generale per il pensiero della cosiddetta civiltà occidentale. In particolare esso contrassegnò alcune ore decisive della storia della Chiesa, dalla conversione di sant’Agostino sul finire del sec. IV fino al commento epocale di Karl Barth agli inizi del sec. XX che marcò una svolta rispetto alla cosiddetta ‘teologia liberale’, per non dire di Lutero e del concilio di Trento nel sec. XVI». (dall’Introduzione).
Il volume costituisce il frutto maturo di anni di ricerca e di insegnamento sulle lettere di Paolo: di Romani presenta un’introduzione ampia e documentata, nonché la traduzione e un commento approfondito dei primi cinque capitoli. Il difficile testo della Lettera nella sua oggettività costituisce la materia prima dell’evento di comunicazione messo in atto tra Paolo e i Romani: arrivare a conoscerlo fin dentro le sue pieghe più minute è l’impresa che l’autore si accinge a intraprendere.
Sommario
Prefazione. Bibliografia. Introduzione generale. 1. I destinatari. 2. Il mittente. 3. La lettera. Commento. Il prescritto (1,1-7). Il ringraziamento iniziale (1,8-15). Il tema/tesi: l’evangelo rivela la giustizia salvifica di Dio ugualmente per Giudei e Gentili (1,16-17). La giustizia di Dio: antitesi tra quella retributiva e quella evangelica (1,18-5,21).
Note sull'autore
Romano Penna (Castiglione Tinella - CN, 1937), sacerdote della diocesi di Alba, è professore ordinario di Nuovo Testamento alla Pontificia Università Lateranense; tiene corsi anche in altre Università pontificie e all’Università di Urbino. È stato professore invitato al Pontificio Istituto Biblico di Roma e allo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme ed è membro del consiglio di presidenza dell’ABI. Tra le sue pubblicazioni: Lo Spirito di Cristo. Cristologia e pneumatologia secondo una originale formulazione paolina, Paideia, Brescia 1976; Il “mysterion” paolino: traiettoria e costituzione, Paideia, Brescia 1978; L’ambiente storico-culturale delle origini cristiane. Una documentazione ragionata, EDB, Bologna 1984 (42000; trad. spagnola: Bilbao 1994); Lettera agli Efesini. Introduzione, versione, commento, EDB, Bologna 22001; Letture evangeliche. Saggi di esegesi sui quattro vangeli, Borla, Roma 1989; L’apostolo Paolo. Studi di esegesi e teologia, San Paolo, Cinisello Balsamo 1991 (trad. inglese in due volumi: Collegeville, Minnesota 1996); Paolo di Tarso. Un cristianesimo possibile, San Paolo, Cinisello Balsamo 1992 (32000; trad. spagnola: Madrid 1993; coreana: Seoul 1997); I ritratti originali di Gesù il Cristo. Inizi e sviluppi della cristologia neotestamentaria, 2 volumi, San Paolo, Cinisello Balsamo 32001 e 22003; Vangelo e inculturazione. Studi sul rapporto tra rivelazione e cultura nel Nuovo Testamento, San Paolo, Cinisello Balsamo 2001; Il DNA del cristianesimo. L’identità cristiana allo stato nascente, San Paolo, Cinisello Balsamo 2004; ha curato inoltre Le origini del cristianesimo. Una guida, Carocci, Roma 2004.
accompagnati da un ampia e approfondita lettura esegetica e spirituale, i due scritti sono tra i piu`significativi per conoscere da vicino" la figura di paolo nella sua fisionomia di uomo e di apostolo. "
All'interno dell'epistolario paolino, la Lettera agli Efesini occupa un posto di grande rilievo, certo anche per la solennità veramente ieratica dello stile, ma ancor più per la densità e ricchezza del suo messaggio. Entrambi gli elementi rendono lo scritto particolarmente affascinante e attuale. la sua importanza non è dovuta solo al fatto di trovarsi inserita nel canone dei libri ispirati, ma soprattutto al fatto che getta una luce inattesa sulla natura fondamentale della Chiesa vista come corpo di Cristo. La comunità cristiana, che emerge da questo scritto, scorge la propria identità e missione non in progetti o risorse dovuti all'inventiva dell'uomo, ma in un atto insindacabile di grazia. Tutto ha origine e si fonda in quel disegno di amore gratuito ed eterno che, travolgendo ogni ostacolo o potenza avversa, opera l'unità di tutti, ebrei e pagani, in Cristo. Questa Lettera, commentata in modo magistrale e con viva partecipazione di fede dal noto biblista Romano Penna, ci ricorda con forza che la Chiesa, se vuole meditare e vivere il suo mistero, deve fare non della sociologia ecclesiastica o dell'ascetismo etio; deve invece celebrare "il Dio del Signore nostro Gesù Cristo" (1,17), perché egli è all'origine di questo modo nuovo di fare comunità, avendo creato in Cristo l'uomo nuovo che cammina nell'amore come figlio diletto.