«La donna nel giardino rende familiari molti aspetti della condizione umana descrivendoli e affidando ad alcune parole-chiave il compito di comunicare ogni loro sfumatura. Solitudine, desiderio, mancanza, limite, smarrimento, legame, relazione acquistano uno spessore diverso. Esprimono tutta l'umanità dell'umano» - Giovanni Santambrogio, Il Domenicale del Sole 24Ore
Nel racconto della Genesi il serpente mette in campo una precisa strategia e usa astutamente il linguaggio per condurre Eva sul proprio terreno. Ed Eva risponde. Avrebbe potuto farlo in un altro modo? E cosa avrebbe potuto dire? Quando si decide, quando si è soli nel decidere, non bisognerebbe mai perdere di vista quei legami che ci costituiscono proprio in quanto soggetti capaci di decidere. Il serpente non solo separa l'albero della Conoscenza da quello della Vita, ma separa anche (per opporli) Eva da Dio ed Eva da Adamo. La donna è dunque sola di fronte alla proposta di diventare come Dio. La scena non potrebbe essere più drammatica.
La questione ecologica, la condizione animale, i nuovi contributi delle neuroscienze e la crisi economica più rilevante degli ultimi decenni richiedono di ridefinire lo statuto dell'uomo. In che cosa l'unico vivente che possa porsi in senso filosofico, etico e politico il problema dell'ambiente in cui vive, si distingue dall'animale? Come si riconosce il nocciolo della vita umana? E quali sono i limiti dell'economia capitalistica? La ripetuta insistenza sul supposto primato dei fatti rispetto alle parole, quindi ai pensieri, ha l'effetto di favorire la crescita dell'astratto e la tentazione di «coltivare e custodire» non il mondo ma più prosaicamente il proprio piccolo orto, nutrendo, a volte inconsapevolmente, una sorta di «sospetto» nei confronti di ogni riflessione. In un dialogo che coinvolge Lévinas e Derrida, Heidegger e Lacan, Blanchot e Péguy, Marx e Papa Francesco, due filosofi si confrontano su alcuni grandi temi contemporanei: dalla logica del capitalismo, che non sopporta la mancanza e rifiuta la perdita, alla sacralizzazione del mercato. Per ricordare che l'abitare dell'uomo non si risolve mai nel conquistare, nel sottomettere e nell'appropriarsi, me nel coltivare e nel custodire.
È possibile addentrarsi nei fatti della cronaca quotidiana, quelli che ogni giorno rimbalzano sulle nostre teste e sui nostri occhi dalla carta stampata, da tv e computer, senza farci schiacciare dal peso a volte ingombrante delle notizie per filtrarne la logica e il senso? È quanto ha voluto fare Silvano Petrosino nei testi riuniti in questo volume. Che si tratti della crisi economica o dei premi agli studenti meritevoli, del legame tra marketing e politica o del senso della vera povertà, l'autore offre sempre uno sguardo che penetra in profondità e rompe il conformismo dilagante dei luoghi comuni che spesso plasmano la nostra mentalità e quindi anche la nostra vita. Scriveva Blanchot: "'Non accade nulla', questo è il quotidiano. Ma qual è il senso di questo movimento immobile? A quale livello si colloca questo 'non accadere nulla'? Per chi 'non accade nulla', visto che per me necessariamente accade sempre qualcosa? Domande fondamentali! Bisogna fare di tutto per non dimenticarle!". Questo libro ci aiuta appunto a non dimenticarle.