Questo volume presenta la Storia dell'Arte medievale con un approccio innovativo, incentrato sulle origini culturali, sul contesto storico e sui presupposti tecnici dell'opera artistica e architettonica. L'obbiettivo è di restituire il più fedelmente possibile le intenzioni di costruttori, artisti e committenti, il loro retroterra culturale, il loro orizzonte di significato, le condizioni materiali che definivano la loro azione. Il coordinatore del volume, Paolo Piva, ha coinvolto eminenti studiosi italiani e tedeschi in un progetto in cui fossero condivisi questi orientamenti metodologici di fondo. Il risultato di questo lavoro è un libro capace di offrire illuminanti chiavi di lettura al millenario percorso dell'arte medievale (dal 300 al 1300 d.C.) senza la pretesa di descriverne puntualmente ogni fase ma con l'ambizione di rivelarne le fondamentali coordinate.
Questo volume presenta la Storia dell’Arte medievale con un approccio innovativo, incentrato sulle origini culturali, sul contesto storico e sui presupposti tecnici dell’opera artistica e architettonica. L’obiettivo è di restituire il più fedelmente possibile le intenzioni di costruttori, artisti e committenti, il loro retroterra culturale, il loro orizzonte di significato, le condizioni materiali che definivano la loro azione. Il curatore, Paolo Piva, ha coinvolto eminenti studiosi italiani e tedeschi in un progetto in cui fossero condivisi questi orientamenti metodologici di fondo. II risultato è un libro capace di offrire illuminanti chiavi di lettura al millenario percorso dell'arte medievale (dal 300 al 1300 d.C.) senza la pretesa di descriverne puntualmente ogni fase ma con l’ambizione di rivelarne le fondamentali coordinate. La storia artistica del Medioevo ne emerge così ritratta in un nuovo, stimolante panorama, uno sguardo unitario che supera rigide classificazioni imposte dagli “stili” o dai “maestri” intesa come intreccio di elementi, significati, forme e funzioni, vale a dire colta soprattutto a partire dal suo contesto.
Una raccolta di saggi dedicati ai più importanti cicli di pittura murale dell'alta Lombardia (nei territori di Como, Lecco e Bergamo) fra l'anno Mille e il Duecento. Si tratta di episodi fondamentali della pittura protoromanica e romanica, qui affrontati con un taglio principalmente iconografico, volto a identificare i rapporti fra i soggetti, la liturgia e la committenza. Ciò permette di evidenziare in modo chiaro quanto i soggetti delle pitture interagiscano sempre con l'edificio e la sua funzione e ne costituiscano la "necessaria" integrazione. Nel saggio introduttivo sono esaminati elementi iconografici di lungo periodo nella pittura medievale lombarda individuandone anche le relazioni a largo raggio fra Oriente e Occidente. Per la prima volta è individuato il "programma" sotteso alla famosa parete absidale di San Vincenzo a Galliano (Cantù): un'orazione funebre di Ariberto d'Intimiano tradotta in pittura. I non meno noti e fondamentali cicli delle chiese di Civate (Lecco), da leggere in modo coordinato, sono interpretati sulla base del rapporto con lo spazio liturgico e la funzione del santuario (San Pietro al Monte), ma anche dell'esegesi biblica collegata alle istanze della riforma gregoriana (San Calocero). Una novità sono gli affreschi bergamaschi di San Michele al Pozzo Bianco, di recente scoperti e non ancora studiati.
Da quando Cesare Pavese la presentò nel 1941 nella bella traduzione di Fernanda Pivano, Spoon River Anthology non ha conosciuto soste nella fortuna presso il pubblico dei lettori italiani. E il segreto sta probabilmente nella poetica, universale verità dei personaggi di quella che è stata definita la commedia umana degli Stati Uniti. Spoon River è qualcosa infatti tra la lirica e la narrativa. La storia di una piccola città americana con le sue mille vite, ognuna chiusa nel suo dramma e raccontata attraverso le lapidi del suo cimitero. Con testo a fronte.