Il Timeo, o della natura, è una delle opere più note del filosofo greco. In esso si parla dell'antichissimo mito della perduta Atlantide, potente regno che si estendeva oltre le colonne d'Ercole e che, millenni prima, aveva minacciato di invadere l'intero Mediterraneo, e dell'ordine che regna nella natura, voluto da un Demiurgo creatore dell'intero universo.
Socrate fu condotto dinanzi al tribunale dell'Eliea nel 399 a. C. dopo la caduta della tirannide di Crizia alla cui cerchia era stato legato, sotto l'accusa di empietà e di corruzione dei giovani: un'accusa che celava avversioni politiche non meno che insofferenze ideologiche. I due testi delineano non solo un ritratto individuale, ma l'immagine ideale del vero filosofo, interamente votato all'esercizio della conoscenza e alla ricerca del bene.
I nove volumi che che compongono quest'opera presentano in integrali versioni italiane 'tutto Platone'; non soltanto, cioè, l'"Apologia di Socrate", i trentaquattro dialoghi e le tredici lettere, ma anche lo scritto intitolato "Definizioni" e i cosiddetti "Dialoghi Spuri". L'opera, in oltre, è stata integrata con la "La vita di Platone" di Diogene Laerzio. L'edizione è completata da un indice degli argomenti.