Senza responsabilità per gli altri non si può essere fratelli. Originale e suggestivo, il percorso de "La domanda di Caino" affronta nell'ordine male, perdono, fraternità. Il problema del Male restituisce centralità allo scandalo della sofferenza ingiustificata. Il tema del perdono mette a fuoco i paradossi del perdonare - possibile e impossibile, sperato e disperato - tra sfera privata e sfera pubblica. La questione della fraternità prende sul serio la domanda di Caino: non si è fratelli prima di essere responsabili. Il saggio di Franco Riva riflette su temi eterni e metafisici dell'umanità attraverso preziosi dialoghi letterari (Cervantes, Dostoevskij e la Bibbia) e filosofici (Arendt, Buber, Derrida, Jankélévitch, Jonas, Kierkegaard, Lévinas, Marcel, Ricoeur, Schmitt) con i grandi esponenti della storia del pensiero.
Che cos'è il viaggio? Una presa di coscienza dell'altro, un'alterità che c'interpella e ci costringe al confronto, un'esperienza che non è possibile senza una frattura, un distacco da noi stessi. Viaggiare non è mai stato così facile come oggi, eppure raramente ci s'interroga sul suo valore e sul suo significato. Il viaggio è diventato una metafora abusata, la funzione essenziale del nostro essere sempre in rete. Spesso si riduce a un semplice spostamento, a una dislocazione dei consumi, e può indicare tanto una vacanza organizzata quanto i viaggi dei migranti. In questo libro, il filosofo Franco Riva studia la fenomenologia del viaggiare e cerca di riportare al loro senso profondo le parole che la accompagnano: ospitalità, incontro, meraviglia, responsabilità, libertà... Riva guarda al viaggio nella vita privata, nelle dinamiche globali, nelle sue declinazioni esistenziali e letterarie. Al centro della sua analisi c'è una necessità urgente e profonda, quella di ricreare, prima di tutto dentro di noi, quello spazio aperto che permette al viaggio e alla vita di continuare a intrecciarsi l'uno con l'altra.
Siamo talmente abituati a guardare il mondo e gli altri a partire da noi stessi che neanche ci accorgiamo più di cosa sia il bene. Agli altri non si va in un secondo momento, quando si è già scoperto da soli e per proprio conto che cos'è il bene. Il senso di qualcosa d'altro entra piuttosto dall'inizio e in maniera costitutiva nel suo concetto, perché il bene interroga e smuove da come si è. Senza sapere di qualcosa di diverso da sé, per come si è, non può nascere il bene, né un dovere. Non è neppure questione di individui o di comunità. Ovunque si manifesti la pretesa di coincidere del tutto con se stessi, di centrarsi su di sé, si allontana il richiamo del bene. Vi sono epoche che sembrano a prima vista più sensibili a ciò che unisce, all'universale, e altre che paiono più inclini a rivendicare le diversità. Pur con le proprie peculiarità, questo vale allo stesso modo per la classicità (platonismo, aristotelismo, tomismo), per l'epoca della soggettività (Kierkegaard, Sartre, postmoderno), per il dibattito sull'altruismo (solidarietà). Il bene accomuna, ma non azzera. Il bene differisce, ma non isola. Porta oltre sé ma rifiuta ogni sintesi dell'umano. Tenendosi a distanza da cliché di comodo, attraverso tre articolati movimenti (archeologia, esistenza, condivisione) si restituisce in via teorica ed ermeneutica la struttura in tensione del bene verso l'altro da sé.
Il libro
In un contesto di crisi economica e sociale la parola solidarietà si diffonde ancor più su scala globale, si spende facilmente nei discorsi pubblici, e attraverso i media si fa quotidiana e domestica. Ma sappiamo davvero di cosa si tratta? Di un gesto isolato di aiuto, di un gruppo anche troppo coeso, di una politica per tempi di crisi, di un dovere a cui si è quasi obbligati? Questo libro invita a ripensare la solidarietà: attento ai suoi equivoci e alle sue stanchezze, ai suoi stravolgimenti e alle sue strumentalizzazioni; ma evitando nel contempo le tentazioni parallele di darle rilievo in modo settoriale, di consegnarla all'emergenza, o di dismetterla. La solidarietà è invece un fondamentale dell'umano: ne dice la stessa umanità, perché il suo segreto è la responsabilità per l'altro in quanto altro. Le efficaci tesi introduttive Né solo pietà, né pura interdipendenza. Tesi sulla solidarietà nell'era globale cercano di renderne lo spirito.
Gli autori
Franco Riva, filosofo, insegna Etica Sociale all'Università Cattolica di Milano. Autore di numerosi libri, con diversi Premi. Ha curato anche testi di Lévinas, Mounier, Ricoeur. Tra le ultime pubblicazioni: Idoli della felicità. Lavoro, festa e tempo libero; Partecipazione e responsabilità; L'obesità, il corpo e l'altro.
Ivo Lizzola insegna Pedagogia Sociale all'Università degli Studi di Bergamo, dove è Preside della Facoltà di Scienze della Formazione. Tra le varie pubblicazioni, i recenti Aver cura della vita. La sofferenza, il congedo, il nuovo inizio e Persone e legami nella vulnerabilità (con W. Tarchini).
Sandro Antoniazzi, attualmente impegnato nel settore non profit, è stato a lungo sindacalista. Dedica diverse pubblicazioni ai problemi sociali e del lavoro, tra cui Lettera alla classe operaia. Ha promosso con altri l'associazione "Comunità e Lavoro".
Johnny Dotti è Presidente di Welfare Italia e dirigente del Consorzio CGM per la cooperazione sociale. Pubblicista nel settore sociale e cooperativistico, contribuisce tra l'altro al volume di CGM, Nuovo Welfare e impresa sociale.
Mons. Eros Monti, Vicario Episcopale della Diocesi di Milano per la Vita Sociale e per la Famiglia, è docente di Teologia Morale al Seminario Arcivescovile di Venegono. Ha pubblicato Alle fonti della solidarietà: la nozione di solidarietà nella dottrina sociale della Chiesa.