La qualifica di "persona" non cessa prima della morte, neppure quando manifestazioni anche devastanti da vari punti di vista ci fanno chiedere se essa stia ancora appartenendo alla vita e al genere umano in pienezza. Il volume considera quattro di tali manifestazioni - Alzheimer, Demenza semantica, Mild Cognitive Impairment e disturbi cognitivi della Malattia di Parkinson - e le loro possibili ricadute a livello socio-culturale e pastorale. Al riguardo, soprattutto a cura delle comunità cristiane - a partire dalla pastorale ordinaria, parrocchiale, familiare e associativa - dovrà essere prestata ogni cura affinché quello della malattia neurodegenerativa non sia mai considerato come uno stigma da caricare su questi malati e con il quale "valutarli".
Da sempre la Chiesa ha avvertito il servizio agli ammalati come "parte integrante della sua missione", associando "la predicazione della Buona Novella con l'assistenza e la cura dei malati". Il testo della Nuova Carta degli operatori sanitari è operata una revisione e un aggiornamento di questo documento mantenendone la struttura originaria, incentrata sulla vocazione degli operatori sanitari a ministri della vita. Oltre all'avanzamento delle scienze mediche e delle possibili ripercussioni sulla vita umana vengono affrontate questioni di ordine medico-legale e socio-sanitarie.
Il volume raccoglie le voci della Santa Sede, della Conferenza Episcopale Italiana, del Ministero della Salute e dell'Istituto Superiore di Sanità italiani, che offrono molteplici spunti di riflessione - ecclesiali e valoriali - per la cosiddetta sanità cattolica, chiamata ad affrontare sempre nuove sfide. Queste sottopongono a valutazione continua la sostenibilità delle strutture sanitarie e richiedono una verifica costante del mantenimento di quella identità carismatica cattolica che ne ha costituito il fondamento e, non ultimo, la sua stessa finalità.
Un tema su come affrontare il problema della droga e della tossicomania da parte della Chiesa.
Atti del Convegno su "La donna consacrata nel mondo della salute".
Chi sono i senza fissa dimora? Sono persone che si sono ritrovate a vivere sulla strada per un lutto, perché abbandonate o licenziate. Sulla strada hanno scoperto un mondo duro e freddo: un distillato della società "normale" precipitato nel fondo del mondo. In tutte le culture del mondo esiste una concezione dell'abitare: tra i cacciatori esquimesi che vivono in abitazioni di ghiaccio, così come tra i pastori nomadi del deserto che vivono in tende mobili. Per la strada queste persone hanno dovuto imparare le tecniche di sopravvivenza, coprendosi con i cartoni e dormendo nei sotterranei. L'unico spiraglio: i centri di accoglienza. E le storie qui raccontate provengono da lì e dalle case famiglia, luoghi dove ricominciare a vivere.