In cerca della dracma perduta: sta qui il senso del percorso tracciato dal dialogo tra Giulia Galeotti e Lucetta Scaraffia. Perché tutti conoscono la parabola del buon pastore, mentre ignorano quella che Luca racconta poco prima? Perché nessuno ricorda la parabola della donna che cerca la dracma perduta delle dieci che aveva nascosto, e che poi, una volta trovatala grazie a una lucerna, condivide la sua gioia con le amiche? Raccontata da Gesù per descrivere la sollecitudine di Dio verso chi si smarrisce, la parabola è però finita nel dimenticatoio. Come, più in generale, nella storia della Chiesa, sembrano finite nel dimenticatoio le donne. Che ruolo hanno avuto dai tempi di Gesù a oggi? Cosa hanno dato e cosa hanno ricevuto nel corso della storia millenaria dell'istituzione ecclesiastica? Perché ancora oggi la Chiesa sembra sorda alla voce e all'esperienza femminile? Davvero la misoginia è un tratto precipuo del cattolicesimo?
Lucetta Scaraffia è docente di Storia contemporanea presso l’Università degli Studi di Roma «La Sapienza». Storica e giornalista, è editorialista de «Il Messaggero» e dell’«Osservatore Romano» – per il quale coordina il mensile Donne chiesa mondo – e collabora con «Il Sole 24 Ore». È autrice, tra l’altro, di Due in una carne. Chiesa e sessualità nella storia (2008, con Margherita Pelaja), La santa degli impossibili. Rita da Cascia tra devozione e arte contemporanea (2014, Vita e Pensiero), Papa Francesco e le donne (2014, con Giulia Galeotti). Per Vita e Pensiero ha anche curato il volume Pregare, un’esperienza umana. L’incontro con il divino nelle culture del mondo (2015, con Franco La Cecla).
Lungo la penisola, monasteri medievali, costruiti come fortezze, hanno difeso civiltà, accolto pellegrini, celebrato la grandezza di dinastie aristocratiche. Ci sono poi monasteri rinascimentali e barocchi, e anche edifici nuovi che testimoniano della recente rinascita monastica. Da Novalesa a Camaldoli, da La Verna a Subiaco e Praglia, da Rosano a Campello, a Grottaferrata: l'itinerario si snoda fra luoghi storici e luoghi recenti del monachesimo italiano, tutti animati da una vita spirituale autentica. Un richiamo forte, una atmosfera di raccoglimento e una promessa di elevazione interiore, capaci, come a Bose, di attrarre anche persone che non si riconoscono nella fede.
In questo libro Margherita Pelaja e Lucetta Scaraffia rivelano come il tentativo di unire lo spirito alla carne, e quindi valorizzare spiritualmente la sessualità, segni potentemente periodi e figure della storia della chiesa basti pensare al Cantico dei Cantici - mentre una politica della sessualità che alterna repressione e clemenza scorre parallela e agisce da efficace sistema di governo delle anime dei fedeli. La soluzione è sofisticata e funziona per secoli, finché non viene erosa dal primato della scienza che sembra dominare la modernità. Si accende così una lotta per l'egemonia in cui laici e cattolici competono ancora oggi.
Perché santa Rita, donna di un piccolo paese umbro nascosto tra i monti, vissuta all'ombra del marito e poi di un convento nella prima metà del Quattrocento, è diventata così famosa? Lucetta Scaraffia risponde a questa domanda ricostruendo la storia della 'santa degli impossibili' (come i devoti la chiamano per la grande potenza miracolosa) e soprattutto seguendo le tracce della sua strana ed eccezionale fortuna, a partire dal 1457, anno in cui compaiono le prime prove della devozione al suo corpo miracoloso, fino agli ultimi due secoli, quando Rita da Cascia, proclamata santa all'inizio del Novecento, diventa la protettrice delle donne delle città industriali. Nel condurre l'indagine, l'autrice intreccia i dati più strettamente religiosi con quelli sociali e culturali, come i conflitti tra città capoluogo e castelli del contado, le relazioni tra Cascia e lo Stato pontificio, l'intreccio tra i modelli cristiani di santità e la religiosità legata alla terra e ai culti femminili primitivi. Ne esce un ritratto inedito e appassionante non solo della santa, ma di un modo di vivere il rapporto con il sacro. La grandissima e imprevista fortuna di santa Rita presso i devoti è legata, ci dice Lucetta Scaraffia, proprio agli elementi di ambiguità di questa peculiare figura: moglie obbediente e che sa soffrire in silenzio, Rita possiede anche una specie di onnipotenza magica, solo superficialmente cristianizzata e profondamente connessa all'atmosfera stregata dei suoi monti rocciosi.
Questo libro scritto da sette donne, tutte storiche ma non tutte cattoliche, vuole chiarire dal punto di vista storico alcuni stereotipi molto diffusi nella storia della Chiesa: non con intento apologetico, quindi, ma con intento storico di rettifica di luoghi comuni che ormai sembrano avere sostituito la realtà per quanto riguarda la storia della Chiesa, e che quindi hanno anche contribuito a deformarne l'identità pubblica. Stereotipi che spesso hanno fatto propria l'immagine della Grande meretrice descritta nel diciassettesimo capitolo dell'Apocalisse per designare l'istituzione ecclesiastica. Abbiamo cercato quindi di scrivere dei saggi informati e scientificamente documentati, ma divulgativi, con una bibliografia minima, proprio per raggiungere i non specialisti, quelli che sono le vittime del politicamente corretto sulla Chiesa. Abbiamo scelto dieci luoghi comuni: naturalmente potevamo aggiungerne altri, ma questi non sono solo i più diffusi, ma anche quelli che generano il maggior numero di incomprensioni e quindi chiarirli prima di iniziare un confronto teorico è veramente importante.
Quelle contenute in questo libro sono fotografie segnaletiche di condannati a morte. Negli anni del Grande Terrore staliniano migliaia di semplici cittadini furono arrestati e accusati dei più inverosimili delitti: spionaggio, terrorismo, trame controrivoluzionarie. E nel giro di pochi giorni, senza processo, fucilati. Molti di loro sono stati seppelliti in fosse comuni a Butovo, alla periferia sud di Mosca, ma nessun documento ne dà notizia. Col tempo, di Butovo si sono perse le tracce, e gli autori delle fucilazioni sono morti portando con sé il proprio segreto. Anche delle vittime si sono perse le tracce, dei loro nomi come dei loro volti. Per decenni ai parenti sono stati consegnati falsi certificati di morte che parlavano di lager e di decesso per polmonite o arresto cardiaco. Solo dopo la caduta del regime è stato possibile rintracciare questo luogo di morte, i fascicoli giudiziari, le foto segnaletiche. Ora sappiamo che tra l'agosto 1937 e l'ottobre 1938 a Butovo sono stati fucilati e seppelliti 20.765 innocenti. Le fotografie qui raccolte sono state fatte poco prima della fucilazione, e sono l'ultima immagine di queste persone. Vediamo volti di uomini e donne sconvolti dall'improvvisa catastrofe, spezzati dall'enormità delle accuse, prostrati dall'incertezza e dal timore della morte. E il mistero dell'uomo che ci fissa da queste immagini, un mistero che fa risaltare per contrasto l'oscenità dell'arbitrio che ha cercato di schiacciarlo.
Uno sguardo sull'attualità che nasce dalla fede e dalla riflessione.
I saggi raccolti in I cattolici che hanno fatto l’Italia affrontano il tema «cattolici e Risorgimento» da un punto di vista nuovo, che va oltre i conflitti istituzionali per guardare alla collaborazione che molte congregazioni di vita attiva – soprattutto quelle di origine piemontese come i salesiani e le figlie di Maria Ausiliatrice, o le suore carcerarie della marchesa di Barolo – hanno realizzato con i governi che si sono susseguiti al potere nei primi decenni dell’Italia unita.
Queste iniziative hanno avuto il merito di anticipare, nella maggior parte dei casi, la conquista dei diritti fondamentali della donna e dell’uomo in un periodo in cui la preoccupazione della società civile era quella di formare una coscienza ai propri cittadini. I religiosi si sono rivelati insomma preziosi collaboratori di chi voleva «fare gli italiani» dopo che l’Unità della Penisola era stata raggiunta.
D’altra parte, se pure si vuole tentare un bilancio del conflitto che ha a lungo opposto Stato e Chiesa, attraverso questi saggi si può concludere che, nonostante indubbie violenze e prevaricazioni nei confronti dei cattolici, la Chiesa non è stata indebolita da tale battaglia, ma ne è uscita più forte, purificata e anche fortemente modernizzata.
L'AUTORE
Lucetta Scaraffia (Torino 1948) insegna storia contemporanea all’Università di Roma La Sapienza. Si è occupata soprattutto di storia delle donne e di storia del cristianesimo, con particolare attenzione alla religiosità femminile. La sua opera più recente è Due in una carne. Chiesa e sessualità nella storia, con M. Pelaja, Laterza, 2008. È membro del Comitato nazionale di bioetica. Insieme con monsignor Timothy Verdon e Andrea Gianni fa parte del direttivo dell’associazione Imago Veritatis. L’arte come via spirituale, che ha organizzato la mostra presso la reggia di Venaria Reale (Torino) Il Volto e il corpo di Cristo. Collabora con «L’Osservatore Romano», «Il Foglio», «Il Sole24ore», «Il Riformista» e con diverse riviste.
Il giubileo del 2000 è il primo giubileo millenario della cristianità. Di origini antichissime, l'Anno santo divenne pratica della Chiesa con Bonifacio VIII, quando si attenuarono le aspettative di un'imminente fine del mondo e si avvertì l'esigenza di un periodo di purificazione nel quale, con preghiere e offerte, intercedere a favore dei morti. La sua storia è collegata a quella di Roma: nel corso dei secoli sovrani e viandanti vennero accolti da una città in perenne trasformazione.
Autorevoli predicatori approfondiscono i vizi capitali, mostrandoci come anche oggi possano avvelenare le nostre vite. Con concretezza radicata nell'esperienza quotidiana di ciascun lettore, gli autori applicano ai vizi la lente della tradizione cristiana, sorgente viva e ricchissima di conoscenza dell'animo umano e capace di intercettare uditori e lettori anche tra un pubblico più vasto.