Lettera per la visita alle famiglie del Card. Arcivescovo di Milano Angelo Scola
La prima lettera alla Diocesi del cardinale Scola per l'anno pastorale in preparazione al VII Incontro mondiale delle famiglie. "La famiglia è la via maestra e la prima, insostituibile "scuola" di comunione, la cui legge è il dono totale di sé. I cristiani, proponendola in tutta la sua bellezza, al di là delle loro fragilità, intendono testimoniare agli uomini e donne del nostro tempo, qualunque sia la loro visione della vita, che l'oggettivo desiderio di infinito che sta al cuore di ogni esperienza di amore si può realizzare. La famiglia così concepita è un patrimonio prezioso per l'intera società". È la prima lettera del cardinale Scola alla Diocesi per quest'anno pastorale, con lo sguardo rivolto all'evento più importante: l'Incontro mondiale delle famiglie. La lettera dell'Arcivescovo apre il nuovo volumetto che farà da guida al cammino di preparazione con annessa l'Agenda pastorale. Ma il cuore dell'Incontro dell'anno prossimo è proprio la prima visita di Benedetto XVI a Milano. Su questo il Cardinale insiste particolarmente: "È necessario che, nel tempo che ancora ci separa da quella data, in ogni parrocchia e decanato, in ogni aggregazione di fedeli, in ogni famiglia, ma anche in pubblico confronto con i vari ambiti della società civile, noi ci impegniamo a riscoprire il significato della figura del Successore di Pietro nella vita della Chiesa e nell'odierna società plurale". "Perché il Papa viene a noi?", si chiede Scola.
Un comandamento contraddetto da millenni di storia poiché oggi come un tempo regna la convinzione che in determinate circostanze uccidere sia giusto e necessario. L'omicidio è una costante antropologica dello spirito umano, un marchio sanguinario della specie: Caino inaugura biblicamente la storia assassinando Abele. Ma cosa Caino uccide in Abele? L'individuo-persona, la discendenza secondo la concezione ebraica, la sacralità della vita secondo il cristianesimo, la "nuda vita" dello sterminio, quella considerata mero funzionamento biologico nelle attuali discussioni sul fine-vita? In queste domande sono i nodi di un comandamento su cui si scontrano oggi ragioni biopolitiche, teologiche e scientifiche. È possibile restituire uno statuto assoluto alla proibizione dell'omicidio?
Quasi un decennio è passato dall'11 settembre 2001. Più di vent'anni ormai ci separano dalla caduta del muro di Berlino, mentre dal 2008 siamo investiti da una crisi economico-finanziaria di proporzioni planetarie e dagli esiti molto incerti. Ognuno di questi eventi ha avuto la forza di un nuovo inizio, gettandoci in situazioni in cui ancora stentiamo a orientarci. Con la fine della modernità, si è andata configurando una società sempre più globalizzata, un "meticciato di civiltà e culture", che fatica a riconoscere punti di riferimento assoluti, ideologici e religiosi. Se nel XX secolo si è assistito, secondo le parole di Giovanni Paolo II, a una"contesa sull'humanum", dove l'oggetto del contendere era ancora identificabile, ora è decisivo interrogarsi su chi sia l'uomo stesso. L'interrogativo gli offre lo spunto per una breve ma densa riflessione sul ruolo delle religioni nella società odierna, in rapporto soprattutto con la politica e l'economia. In tale ottica diventa di primaria importanza il tema della libertà religiosa, che deve essere riconosciuta al singolo e alla comunità come frutto di una scelta dettata dalla coscienza e dall'adesione al principio di verità. Il cristianesimo, in un dialogo fecondo con le altre religioni, è dunque chiamato a essere attore determinante nella costruzione di una società plurale in cui le differenze non siano elementi di deriva e disgregazione ma contribuiscano alla "vita buona nella 'città comune'".
Il presente volume intende mettere in evidenza quella che può essere considerata una qualità primaria della riflessione di Mons. Luigi Giussani. Il suo è un "pensiero sorgivo", cioè capace di rendere ragione sistematica e critica dell'esperienza elementare dell'umano così come vive in pienezza nella fede in Gesù Cristo. Molti sono gli autori – filosofi, teologi, letterati, poeti... – che nutrono la riflessione del sacerdote milanese, ma questa alla fine ha un carattere originario, non scomponibile. È un numero primo. Ciò gli consente una sorprendente capacità di scavalcare scuole e sistemi, lo inoltra in una sempre fresca attualità e gli assegna un'oggettiva fecondità nell'affascinante agone culturale di oggi.
GLI AUTORI
S.E. Mons. Angelo Scola, Patriarca di Venezia già Rettore della Pontificia Università Lateranense.
Nessuno tra i poeti ed i pensatori ha trovato la risposta adeguata alla domanda “Che cos’è l’amore?”….Volete imprigionare la luce? Vi sfuggirà tra le dita. Questa considerazione di Evdokimov raggiunge una convinzione che appartiene all’esperienza umana elementare: niente è, in un certo senso, più immediato per l’uomo del riconoscere l’amore, quando ne è sorpreso. L’Autore intende descrivere il fenomeno amoroso parlando di mistero nuziale. Con questa espressione si vuole indicare, da una parte, l’inscindibile intreccio di differenza sessuale, amore e fecondità e, dall’altra, le diverse forme dell’amore che vanno dal rapporto uomo-donna a quello tra le Persone della Trinità.
Questo libro, che offre alcuni spunti di riflessione sui misteri della vita della Vergine, e' nato dal desiderio di approfondire l'esperienza dell'affidamento alla Vergine. Fin da bambino ognuno di noi fa una preziosa esperienza di affidamento. Muoviamo i primi passi, balbettiamo le prime parole testimoniando alla mamma e al papa' gratitudine per la promessa che il loro prendersi cura di noi ha destato nel profondo del nostro io. Dalla loro dedizione scaturisce la nostra elementare esperienza del bene.
Il Padre nostro e' un affresco straordinario in cui si spiega l'esistente umano, l'esistente storico e quello cosmologico. Il cardinale Angelo Scola intervistato da Cristina Uguccioni ci spiega in modo chiaro, semplice e diretto tutto il significato e la bellezza della prima preghiera che Gesu' ci ha insegnato.
Albino Luciani è un testimone per il futuro. Un uomo che ha esercitato in modo quotidiano e deciso l'umiltà e l'obbedienza. Umiltà, nel suo senso etimologico, intesa come lo stare aderenti al suolo e quindi l'aspettarsi tutto dall'alto, e obbedienza come il segreto di questa attesa. Il presente volume vuol aiutare il lettore ad approfondire la sua personalità, la sua vita, in particolare le diverse fasi del suo ministero e, soprattutto, il suo prezioso magistero. In esso emerge con chiarezza come il cemento che tiene unite umiltà e obbedienza sia il profondo senso di libertà di questa straordinaria figura di parroco veneto e pastore della Chiesa universale.
II volume di s. e. il card. Angelo Scola, Patriarca di Venezia, inaugura una nuova, agile linea di pubblicazioni: "Contributi", a cura del Centro di Ateneo per la dottrina sociale della Chiesa dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. In questo primo Contributo viene offerto al lettore l'intervento che il Patriarca ha pronunciato il 16 marzo 2007 in Università Cattolica, in occasione del "battesimo" pubblico del nuovo Centro. Preceduto dal saluto del rettore dell'Ateneo, Lorenzo Ornaghi, e dall'introduzione del Direttore del Centro, Evandro Botto, il card. Scola, nella sua relazione, ragiona con speciale finezza intellettuale sul valore e l'attualità della dottrina sociale della Chiesa, evidenziandone il prezioso ruoto di "risorsa", in particolare per l'odierna società italiana, sempre più attraversata da fragilità e incertezze.
Dopo il successo di 'Una nuova laicita'', un confronto tra l'ateo e il credente sui temi dell'attualita': scienza, evoluzione, fede, liberta'.