El Seminario es una comunidad de seguimiento guiada porque no se aprende a vivir como cristianos, y mucho menos como presbíteros, sin la experiencia de la transmisión de la fe de generación en generación
Anche quest'anno, in occasione del Natale, il cardinale Angelo Scola ha voluto scrivere il proprio tradizionale augurio alle famiglie. "Andarono senza indugio", questo il titolo della letterina 2013. L'Arcivescovo desidera, con questa lettera, incontrare ogni singola persona attraverso i sacerdoti e il messaggio che rivolge alle famiglie è di fare come i pastori, di lasciarsi sorprendere da Dio. Egli ci precede sempre, ci ama per primo. Fa il primo passo, non calcola sul nostro amore, non pretende una reciprocità. Se lo desideriamo, Egli si fa trovare e viene a casa nostra. Il Natale è la festa del Dio vicino. Egli ci raggiunge ovunque. Non solo nelle chiese, ma all'aperto, nei luoghi della vita concreta, in tutte le realtà del quotidiano dove gli uomini amano e lavorano, riposano, soffrono e lottano per una vita buona.
"Non posso dimenticare le ascese giovanili in Grigna passando dalla cresta Segantini... Credo che la via della Chiesa di oggi sia una via stretta: la chiamerei la via del crinale." È lucido e consapevole, ma pieno di speranza, lo sguardo con cui il cardinale Angelo Scola racconta la sua vita, la Chiesa e l'Italia, nella profonda e sorprendente conversazione con Luigi Geninazzi: dalla riscoperta della scelta cristiana nell'adolescenza alla militanza in Comunione e Liberazione in fecondo dialogo con il "genio educativo" di don Giussani, e dalle incomprensioni con qualche autorità ecclesiastica milanese all'amicizia con Giovanni Paolo II che lo nomina vescovo a soli quarantanove anni. Non mancano ricordi personali e collettivi, dal travaglio della lunga malattia e dall'esperienza della psicoanalisi al passaggio tra il papato di Ratzinger, a cui fin dall'avventura di "Communio" lo lega una intensa amicizia intellettuale, e quello di Bergoglio, definito "un salutare colpo allo stomaco per le Chiese d'Europa". Al centro di questo ricco affresco di aneddoti e riflessioni si staglia una domanda cruciale: a che punto è la Chiesa di oggi? Tra chi riduce il cristianesimo a semplice religione civile e chi propone un puro ritorno al Vangelo, il cardinale indica una "terza via" che è quella delle implicazioni dei misteri della fede. E dell'impegno fattivo dei credenti per contribuire, ripartendo dalla fede, alla "nascita di una nuova Europa, inevitabilmente meticcia ma non per questo senza più identità".
«Non posso dimenticare le ascese giovanili in Grigna passando dalla cresta Segantini… Credo che la via della Chiesa di oggi sia una via stretta: la chiamerei la via del crinale.»
È lucido e consapevole, ma pieno di speranza, lo sguardo con cui il cardinale Angelo Scola racconta la sua vita, la Chiesa e l’Italia, nella profonda e sorprendente conversazione con Luigi Geninazzi: dalla riscoperta della scelta cristiana nell’adolescenza alla militanza in Comunione e Liberazione in fecondo dialogo con il «genio educativo» di don Giussani, e dalle incomprensioni con qualche autorità ecclesiastica milanese all’amicizia con Giovanni Paolo II che lo nomina vescovo a soli quarantanove anni.
Non mancano ricordi personali e collettivi, dal travaglio della lunga malattia e dall’esperienza della psicoanalisi al passaggio tra il papato di Ratzinger, a cui fin dall’avventura di «Communio» lo lega una intensa amicizia intellettuale, e quello di Bergoglio, definito «un salutare colpo allo stomaco per le Chiese d’Europa».
Al centro di questo ricco affresco di aneddoti e riflessioni si staglia una domanda cruciale: a che punto è la Chiesa di oggi? Tra chi riduce il cristianesimo a semplice religione civile e chi propone un puro ritorno al Vangelo, il cardinale indica una «terza via» che è quella delle implicazioni dei misteri della fede.
E dell’impegno fattivo dei credenti per contribuire, ripartendo dalla fede, alla «nascita di una nuova Europa, inevitabilmente meticcia ma non per questo senza più identità».
Una raccolta di tutti i “discorsi alla città”, pronunciati dal cardinale Scola negli anni in cui è stato Arcivescovo di Milano. Testi e riflessioni impegnative, che toccano tutte le principali questioni del nostro tempo, che stanno a cuore alla Chiesa: la crisi economica, la libertà religiosa, l’ecologia e lo sviluppo sostenibile, la giustizia, l’eguaglianza e l’emarginazione, il ruolo dell’Europa. Uno sguardo attento e profondo sulla realtà umana e planetaria.
L'esistenza è destinata a rimanere un enigma incomprensibile? Siamo condannati al vuoto della solitudine? Se c'è un Dio, perché tace? Sono le domande radicali che si pone l'uomo contemporaneo. La società postmoderna in Europa si è allontanata dal cristianesimo che non è più, sociologicamente, la religione civile dominante, «ma non è detto - scrive il cardinale Scola - che sia venuto il tempo del "Postcristianesimo". Ancora oggi ci sono donne e uomini che continuano ad attendere l'Altro che venga loro incontro, liberandoli da se stessi e restituendoli a se stessi, continuando a salvarli con la sua esistenza. A questa tenace attesa si deve la forma interrogativa del titolo, perché è proprio con quell'attesa che il cristianesimo vuole entrare in dialogo, per poter offrire una speranza per l'oggi e per il domani». Da qui un percorso di ricerca che attraverso le pagine di questo libro affronta molte questioni cruciali del nostro tempo: il rapporto con Dio, la paradossale libertà che ci paralizza, il valore che oggi assume la testimonianza dei cristiani.
"Le situazioni che viviamo oggi pongono sfide nuove che per noi a volte sono persino difficili da comprendere. Questo nostro tempo richiede di vivere i problemi come sfide e non come ostacoli: il Signore è attivo e all'opera nel mondo". Queste parole, pronunciate da papa Francesco al Convegno ecclesiale di Firenze, offrono un prezioso suggerimento per guardare al grande travaglio che caratterizza questo inizio di Terzo Millennio. Uno degli aspetti più vistosi del "cambiamento d'epoca" di cui parla il Papa è il tumultuoso processo di mescolamento di popoli e culture in cui oggi siamo immersi. Più di dieci anni orsono, proposi di descrivere questo processo con l'"ardita metafora" del "meticciato di civiltà e culture", da intendere come "mescolanza di culture e fatti spirituali che si producono quando civiltà diverse entrano in contatto". L'umana avventura della libertà di ogni singolo e di ogni popolo non fa che mostrare la profondità dell'amore di Dio che ha scelto, per comunicarsi, di passare, con la croce di Cristo, attraverso la libertà finita e il suo continuo vagabondare.
In una società plurale come la nostra, c'è spazio per i preti? La loro figura ha ancora qualche futuro o appartiene irrimediabilmente al passato? Senza di loro la comunità cristiana può vivere e dare il proprio contributo alla società civile? Che cos'è la vocazione sacerdotale? Come e dove matura? Qual è il suo compito? Quali le risorse e quali le difficoltà? Il cardinale Scola, in occasione dei venticinque anni di episcopato, raccoglie in questo volume alcuni dei suoi interventi ai seminaristi e ai preti milanesi con lo sguardo rivolto al futuro, alla ricerca del volto del prete del terzo millennio, fino in fondo fedele al Vangelo e, perciò, ai suoi contemporanei. Consapevole che vivere la vita come vocazione significa viverla "con, per e come Gesù", l'arcivescovo di Milano invita tutti noi a riscoprire la bellezza di un'esistenza spesa come quotidiana testimonianza di amore per Cristo e per la Chiesa al servizio del popolo cristiano e di tutti gli uomini.
El hombre tiene una gran «sed» de infinito, pero vive prisionero de su finitud. ¿Quién le librará de esta condición?
Partiendo de esta experiencia paradójica, presente en los hombres de todo tiempo y cultura, y de la pregunta radical que surge de ella, Angelo Scola, Arzobispo de Milán, nos presenta de forma sencilla y directa cuál es el corazón de la propuesta cristiana y de qué modo desafía nuestra cultura actual, «en la que se cree que podemos salvarnos por nosotros mismos o que podemos acomodarnos tranquilamente en la finitud».
«El autor de esta obra, rigurosa en su contenido y muy cuidada en la forma, quiere formular la experiencia religiosa de modo que resulte seductoramente inteligible por nuestros contemporáneos y, especialmente, por los jóvenes universitarios» (Del prólogo de Monseñor Osoro).
Angelo Scola nació en Malgrate, Italia, en 1941. Obtuvo su doctorado en filosofía con su tesis sobre filosofía cristiana en 1967 en la Universidad Católica del Sacro Cuore de Milán. Posteriormente estudió teología en los seminarios de Saronno y de Venegono, doctorándose por la universidad suiza de Friburgo. Fue ordenado sacerdote en 1970. Fue director del Instituto de Estudios para la Transición de Milán, y miembro del comité ejecutivo de la edición italiana de Communio. También colaboró con la Congregación para la Doctrina de la Fe desde 1986 hasta 1991. En 1991 fue ordenado Obispo de Grosseto, pasando en 1995 a ser rector de la Pontificia Universidad Lateranense. En 2002 fue nombrado Patriarca de Venecia por Juan Pablo II, quien le creó Cardenal en 2003. Desde 2011 es Arzobispo de Milán. Entre sus obras más importantes publicadas en castellano destacan Identidad y diferencia; Hans Urs von Balthasar: un estilo teológico; La cuestión decisiva del amor: hombre-mujer; Eucaristía, encuentro de libertades; Luigi Giussani: un pensamiento original; Una nueva laicidad y Buenas razones para la vida en común, todas ellas publicadas por Ediciones Encuentro.
Scrive ai ragazzi della Cresima il cardinale Angelo Scola, e si rivolge a loro con parole calorose e l'invito a farsi "testimoni" del Risorto come Pietro. L'Arcivescovo prende spunto dal cammino dei "100 giorni cresimandi" proposto dalla diocesi, incentrato sulla figura del primo degli apostoli. "Anch'io scrive il cardinale - quando avevo la vostra età ne sono stato sempre colpito e l'ho sentito molto vicino a me". E come a Pietro, anche ai cresimandi e cresimati di oggi Gesù rivolge la stessa domanda, che Scola rilancia nella lettera: "Mi vuoi bene?" Una scelta importante sta davanti ai ragazzi: decidere di lasciarsi "educare ad agire, amare e pensare come il Maestro, fino ad avere il coraggio di dare la vita per lui." Un progetto, una prospettiva e insieme anche una provocazione, che l'Arcivescovo affida ai suoi giovani amici indicando loro anche il frutto promesso: la scoperta di "un'amicizia che non esclude nessuno" e "che mette in conto di restituire il preziosissimo regalo del perdono". Realizzata con una veste grafica particolarmente curata e gradevole la lettera "Tu mi vuoi bene?" rappresenta un ben regalo e un ricordo prezioso di questo momento importante della vita.
Un invito a imparare a vivere come Gesù, a non dimenticare di gioire della sua vicinanza, anche nell'insicurezza di una grotta, una grotta lontana da casa, perché certi di una realtà più grande: il suo amore per noi. Perché anche la condizione che a noi sembra la più sfortunata e faticosa, da cui fuggire a gambe levate, come quella dei tanti profughi di ogni tempo, non ci faccia dimenticare che il Signore è con noi, a dirci: non avere paura, io sono con te! Età di lettura: da 6 anni.