Dalla fede di Maria ha avuto inizio la nostra salvezza. La storia e il presente del nostro popolo documentano in tantissime donne,uomini, famiglie, cosa significhi il "mite coraggio del sì", che esprime la fede e l'umanità compiuta del credente.
Pellegrina della fede fu Maria. Pellegrini della fede siamo noi cristiani. E in quanto pellegrini non abbiamo bastioni da difendere, ma solo vie da percorrere per andare incontro agli uomini e alle donne, nostri contemporanei.
"Le situazioni che viviamo oggi pongono sfide nuove che per noi a volte sono persino difficili da comprendere. Questo nostro tempo richiede di vivere i problemi come sfide e non come ostacoli: il Signore è attivo e all'opera nel mondo". Queste parole, pronunciate da papa Francesco al Convegno ecclesiale di Firenze, offrono un prezioso suggerimento per guardare al grande travaglio che caratterizza questo inizio di Terzo Millennio. Uno degli aspetti più vistosi del "cambiamento d'epoca" di cui parla il Papa è il tumultuoso processo di mescolamento di popoli e culture in cui oggi siamo immersi. Più di dieci anni orsono, proposi di descrivere questo processo con l'"ardita metafora" del "meticciato di civiltà e culture", da intendere come "mescolanza di culture e fatti spirituali che si producono quando civiltà diverse entrano in contatto". L'umana avventura della libertà di ogni singolo e di ogni popolo non fa che mostrare la profondità dell'amore di Dio che ha scelto, per comunicarsi, di passare, con la croce di Cristo, attraverso la libertà finita e il suo continuo vagabondare.
Testo integrale con le indicazioni dell'arcivescovo Angelo Scola all'inizio dell'anno pastorale. Il documento, approfondisce e attua la lettera pastorale Educarsi al pensiero di Cristo. Scrive l'Arcivescovo: "Ci aiuti in questo affascinante percorso l'intercessione della Vergine Maria. "Io sono la madre del bell'amore" (Sir 24,18). Queste parole del libro del Siracide vengono riferite dalla tradizione spirituale alla Madre di Dio. [...] Lasciamoci dunque attrarre dall'amore di Cristo, viviamo dello Spirito che "è vita per la giustizia" (Rm. 8,10). Alla Madre del bell'amore affidiamo, pieni di fiducia, le nostre comunità e il cammino di questo Anno Pastorale 2016-2017".
In una società plurale come la nostra, c'è spazio per i preti? La loro figura ha ancora qualche futuro o appartiene irrimediabilmente al passato? Senza di loro la comunità cristiana può vivere e dare il proprio contributo alla società civile? Che cos'è la vocazione sacerdotale? Come e dove matura? Qual è il suo compito? Quali le risorse e quali le difficoltà? Il cardinale Scola, in occasione dei venticinque anni di episcopato, raccoglie in questo volume alcuni dei suoi interventi ai seminaristi e ai preti milanesi con lo sguardo rivolto al futuro, alla ricerca del volto del prete del terzo millennio, fino in fondo fedele al Vangelo e, perciò, ai suoi contemporanei. Consapevole che vivere la vita come vocazione significa viverla "con, per e come Gesù", l'arcivescovo di Milano invita tutti noi a riscoprire la bellezza di un'esistenza spesa come quotidiana testimonianza di amore per Cristo e per la Chiesa al servizio del popolo cristiano e di tutti gli uomini.
Una riflessione sulla misericordia suggerita dall'arcivescovo di Milano a tutti i presbiteri, in occasione della Messa crismale. Con la proposta di un percorso di conversione, a cura del Vicariato per la Formazione permanente del clero.
El hombre tiene una gran «sed» de infinito, pero vive prisionero de su finitud. ¿Quién le librará de esta condición?
Partiendo de esta experiencia paradójica, presente en los hombres de todo tiempo y cultura, y de la pregunta radical que surge de ella, Angelo Scola, Arzobispo de Milán, nos presenta de forma sencilla y directa cuál es el corazón de la propuesta cristiana y de qué modo desafía nuestra cultura actual, «en la que se cree que podemos salvarnos por nosotros mismos o que podemos acomodarnos tranquilamente en la finitud».
«El autor de esta obra, rigurosa en su contenido y muy cuidada en la forma, quiere formular la experiencia religiosa de modo que resulte seductoramente inteligible por nuestros contemporáneos y, especialmente, por los jóvenes universitarios» (Del prólogo de Monseñor Osoro).
Angelo Scola nació en Malgrate, Italia, en 1941. Obtuvo su doctorado en filosofía con su tesis sobre filosofía cristiana en 1967 en la Universidad Católica del Sacro Cuore de Milán. Posteriormente estudió teología en los seminarios de Saronno y de Venegono, doctorándose por la universidad suiza de Friburgo. Fue ordenado sacerdote en 1970. Fue director del Instituto de Estudios para la Transición de Milán, y miembro del comité ejecutivo de la edición italiana de Communio. También colaboró con la Congregación para la Doctrina de la Fe desde 1986 hasta 1991. En 1991 fue ordenado Obispo de Grosseto, pasando en 1995 a ser rector de la Pontificia Universidad Lateranense. En 2002 fue nombrado Patriarca de Venecia por Juan Pablo II, quien le creó Cardenal en 2003. Desde 2011 es Arzobispo de Milán. Entre sus obras más importantes publicadas en castellano destacan Identidad y diferencia; Hans Urs von Balthasar: un estilo teológico; La cuestión decisiva del amor: hombre-mujer; Eucaristía, encuentro de libertades; Luigi Giussani: un pensamiento original; Una nueva laicidad y Buenas razones para la vida en común, todas ellas publicadas por Ediciones Encuentro.
Scrive ai ragazzi della Cresima il cardinale Angelo Scola, e si rivolge a loro con parole calorose e l'invito a farsi "testimoni" del Risorto come Pietro. L'Arcivescovo prende spunto dal cammino dei "100 giorni cresimandi" proposto dalla diocesi, incentrato sulla figura del primo degli apostoli. "Anch'io scrive il cardinale - quando avevo la vostra età ne sono stato sempre colpito e l'ho sentito molto vicino a me". E come a Pietro, anche ai cresimandi e cresimati di oggi Gesù rivolge la stessa domanda, che Scola rilancia nella lettera: "Mi vuoi bene?" Una scelta importante sta davanti ai ragazzi: decidere di lasciarsi "educare ad agire, amare e pensare come il Maestro, fino ad avere il coraggio di dare la vita per lui." Un progetto, una prospettiva e insieme anche una provocazione, che l'Arcivescovo affida ai suoi giovani amici indicando loro anche il frutto promesso: la scoperta di "un'amicizia che non esclude nessuno" e "che mette in conto di restituire il preziosissimo regalo del perdono". Realizzata con una veste grafica particolarmente curata e gradevole la lettera "Tu mi vuoi bene?" rappresenta un ben regalo e un ricordo prezioso di questo momento importante della vita.
"I preti si rendono conto di aver bisogno di sapienza e di competenza perché le loro parole non siano solo una melassa di buon senso, le loro risposte alle domande che inquietano la gente in momenti drammatici della vita non siano luoghi comuni, la gestione delle comunità, delle riunioni, delle istituzioni di cui sono responsabili non siano procedure arbitrarie e istintive.Addirittura si va diffondendo la persuasione che i preti non abbiano bisogno solo di formazione permanente ma addirittura di una riforma del modo di essere preti inseriti in un presbiterio: un grazia spesso non adeguatamente riconosciuta, responsabilità e fatiche troppo spesso motivi di lamento e malumore.Dentro questa prospettiva, sono qui raccolti materiali diversi per sostenere la formazione del prete. Essa si fa nel ministero: è la pratica di esercizi di presbiterio che contiene la potenzialità di formare uomini di comunione pronti per la missione; è la relazione quotidiana con la gente che contiene una chiamata del Signore a crescere in santità, a praticare la misericordia; è l'esercizio della responsabilità e della corresponsabilità per la vita delle comunità e delle istituzioni che incrementa la competenza, la sapienza, la lungimiranza delle scelte." (Mario Delpini)
Un invito a imparare a vivere come Gesù, a non dimenticare di gioire della sua vicinanza, anche nell'insicurezza di una grotta, una grotta lontana da casa, perché certi di una realtà più grande: il suo amore per noi. Perché anche la condizione che a noi sembra la più sfortunata e faticosa, da cui fuggire a gambe levate, come quella dei tanti profughi di ogni tempo, non ci faccia dimenticare che il Signore è con noi, a dirci: non avere paura, io sono con te! Età di lettura: da 6 anni.
Come ogni anno l'arcivescovo Angelo Scola ha scritto un caloroso messaggio alle famiglie ambrosiane in occasione del Natale. In questa lettera il Cardinale richiama il cuore del messaggio cristiano, ricordando che "Natale è molto di più che la festa dei buoni sentimenti: è la festa della Misericordia". Chiarissimo il richiamo all'Anno santo e al Giubileo straordinario indetto da papa Francesco: è proprio la misericordia, che riconosciamo come il volto di Dio, a ispirare lo stile di vita della famiglia credente e, in particolare - ricorda Scola - la relazione tra genitori e figli. "La misericordia è la stoffa del rapporto genitori-figli, soprattutto nella fase educativa, tanto decisiva quanto delicata". Un modo semplice ma efficace per portare gli auguri a tutte le famiglie durante le benedizioni natalizie.