Nella Modernität il denaro diventa lo strumento che consente agli uomini e alle cose di entrare in relazione tra loro, ma ciò che determina lo sviluppo e la crescita di una società, tra le forme che Georg Simmel individua, è la "concorrenza". Egli rivela con originalità e lungimiranza il ruolo essenziale che ricoprono le relazioni concorrenziali nelle cerchie sociali, ed enuclea le differenti modalità che le caratterizzano fino a sottolineare l'"autoresponsabilità" della persona. In questo saggio, inedito in lingua italiana, l'illustre filosofo e sociologo tedesco ci invita a riflettere sul concetto di "concorrenza" dispiegando le specificità soggettive e oggettive della società moderna. Evidenziando il necessario equilibrio tra economia, etica e diritto, ancora una volta Simmel si mostra precursore di temi propri dell'epoca contemporanea e del neo-liberismo.
In questo saggio, Georg Simmel attribuisce allo spazio una rilevanza specifica. Lo spazio rende possibili i rapporti di azione reciproca (Wechselwirkung) tra gli individui. L'organizzazione spaziale della società è il prodotto dell'agire sociale ma, allo stesso tempo, tende a orientare le interazioni degli individui in un processo di influenza reciproca tra forma spaziale e forma sociale.
I testi di Georg Simmel, qui presentati, appartengono all'ultimo periodo della sua produzione filosofica (1916-1918) e riprendono il tema della storia che già era stato trattato nei "Problemi della filosofia della storia", la cui terza edizione del 1907 - la più importante - mette in discussione l'impianto dello storicismo contemporaneo tedesco. Poi, per un decennio, la riflessione sui problemi storici viene abbandonata. Questa riemerge in virtù di due eventi che determinano il pensiero simmeliano: la filosofia della vita e la produzione estetica, soprattutto con il Goethe e il Rembrandt. Ma non va nemmeno dimenticato l'ambiente bellico in cui tali riflessioni si svolgono. "Il problema del tempo storico" (1916), "La formazione storica" (1917-1918) e "L'essenza del comprendere storico" (1918) sono legati a filo doppio alla crisi della cultura moderna, al conflitto vita/forma e all'intuizione estetica dell'accadere del mondo. Non si potrebbe comprendere in tutta la loro portata questi scritti enucleandoli dal multiversum filosofico simmeliano e tanto meno interpretandoli alla luce di uno storicismo o di una specifica filosofia della storia propria di Simmel. Il tempo storico, le formazioni storiche così come il comprendere storico, che sembrano inserirsi nel contesto teorico diltheyano, devono altresì essere intesi all'interno di un ambito vitale, in quanto anch'essi istantanee e frammenti di un insieme al suo interno conflittuale e sempre in mutamento.
Il filo rosso dei saggi è la scoperta che "non esiste una cultura asessuata". Un Simmel "riformista" applica la sua ontologia dualistica del maschile e del femminile ai problemi della donna nel mondo moderno, rivolgendo l'attenzione ai loro aspetti sociali, politici, sessuali e psicologici. Simmel trova una lingua filosofica per la concretezza di una situazione storica. Ciò rivela i suoi meriti e i suoi limiti, ma soprattutto ne fonda l'attualità nel dibattito attuale, femminista e non, sulla condizione femminile, non priva di valore morale: "Ogni volta che un uomo compra una donna, va perduto un pezzo del rispetto per l'umanità".
"Il povero", pubblicato per la prima volta nel 1906 e successivamente incluso nella "Soziologie del 1908", rappresenta uno degli scritti più importanti di Georg Simmel. Con la capacità di analisi che gli è propria, il sociologo tedesco dimostra che non è una mancanza personale o una semplice condizione di privazione a fare di qualcuno un povero, al contrario si entra a far parte di una cerchia sociale caratterizzata dalla povertà solo nel momento in cui si riceve un determinato tipo di assistenza. E quindi una "reazione sociale", più o meno intensa, a dare forma concreta ad una figura complessa come quella del povero e a delineare le dinamiche di un fenomeno, come quello della povertà, che attraverso forme diverse continua a caratterizzare tutte le società finora conosciute.
La riflessione sulla figura del mediatore si colloca su due diversi piani. Il primo ha a che fare con l'apporto che ha per la comprensione della sociologia formale e allo studio delle dinamiche sociali. Il secondo si colloca all'interno di una prospettiva di stringente attualità, nel quale la figura del mediatore assume crescente importanza nell'ambito della risoluzione extragiudiziale del conflitto. Nasce quindi l'esigenza di dotare questa figura di una formazione che non può avere una natura meramente tecnica ma deve poter riguardare i presupposti teorici ed epistemologici della mediazione.
«Tutto ciò che si può provare, si può anche contestare. Incontestabile è solo ciò che è indimostrabile». «L’arte è il nostro grazie al mondo e alla vita». «Le possibilità dell’uomo sono sconfinate, ma anche, ciò che sembra contraddirlo, le sue impossibilità. Tra l’infinito che egli può e l’infinito che non può, si trova la sua patria». «Che il proprio destino non si realizzi, come lo si era prefigurato idealmente e come poteva e doveva realizzarsi secondo le sue possibilità – anche questo è un modo di realizzare il proprio destino». «Per lo più gli uomini nascono di nove mesi , ma muoiono settimini». «Non è andata nel mondo come i profeti o le guide pensavano e volevano, ma senza i profeti e le guide non sarebbe “andata affatto”». Aforismi precisi e fulminanti, pensieri profondi e acuminati, riflessioni che illuminano il buio, considerazioni che colgono l’armonia del mondo nell’apparente caos. Questo è “Diario postumo”, libro genialmente “malinconico”, ottimista e pessimista ad un tempo.
Moda e metropoli di Georg Simmel riunisce i due massimi capolavori del sociologo e filosofo tedesco: "La moda" e "Le metropoli e la vita dello spirito". Questi due saggi brevi vanno a costituire la summa delle riflessioni di Simmel sulla società moderna e sulle sue implicazioni: la moda, la vita libera e solitaria delle metropoli, lo strapotere del denaro e delle relazioni basate su di esso, la tendenza al conformismo e l'istinto alla distinzione sociale, sono alcuni tra i temi più importanti sviluppati con grande chiarezza dal sociologo tedesco. Sia "La moda" che "Le metropoli" parlano al lettore degli stessi sintomi e delle medesime conseguenze che ancora oggi caratterizzano la nostra società: la frammentazione sociale e la lotta tra differenziazione e omologazione, gli stravolgimenti dell'identità personale e i rapporti di potere e dominio all'interno della società, la nascita di alcuni caratteristici "tipi" sociali come l'indifferente, il forzato della moda, la massa acritica. E ancora l'indifferenza e la diffidenza della società metropolitana; il pragmatismo e il cinismo della vita condizionata dai ritmi e dai valori del denaro, il simulacro della metropoli e la chiave d'accesso alla moda. Moda e Metropoli contiene alcune tra le più lucidi intuizioni sulla società moderna.
"Nel fondo della nostra essenza spirituale sembra albergare un dualismo, che ci impedisce di apprendere il mondo, la cui immagine penetra nella nostra anima come un'unità, ma scomponendovisi incessantemente in coppie di opposti [...], e ci vediamo come esseri che sono da un lato natura, dall'altro spirito; in cui l'anima distingue l'essere dal destino; nella cui dimensione visibile una sostanza solida e pesante combatte contro la fluidità del movimento, le sue oscillazioni, la sua aspirazione ad ascendere; in cui l'individualità si staglia su un'universalità, che sembra ora costituirne il nucleo, ora trascenderla come la sua idea. [...] La soluzione di tutti questi dualismi universalmente spirituali e cristianamente storici si offre, non appena sorgono la volta della Sistina, le statue del monumento a Giulio II, le Tombe Medicee. L'equilibrio e l'unità visiva dei più immani contrasti della vita sono raggiunti. Michelangelo ha creato un nuovo mondo popolato di esseri per i quali ciò che in precedenza stava soltanto in relazioni di accidentale avvicinamento o separazione, è, a priori, una sola vita; come se in loro ci fosse una misura prima ignota di forza nella cui corrente unitaria vengono trascinati tutti gli elementi, senza che la loro esistenza particolare possa resisterle." (Georg Simmel). Con uno scritto di Gyöorgy Lukács.
Tra le numerose tematiche orientate a interpretare la condizione umana, Simmel (1858-1918) affronta la questione della libertà, considerando la dialettica di reciprocità tra individuo e società a partire dalle scelte del soggetto e, quindi, dalla sua responsabilità e libertà, dalle sue relazioni e interazioni che costituiscono peraltro il materiale su cui prende forma la società. Il tema della libertà viene affrontato esplicitamente in alcuni scritti già a partire dagli anni giovanili. Ad esso Simmel dedica anche il frammento qui presentato per la prima volta in traduzione italiana, scritto poco prima di morire e pensato in vista di un trattato sistematico. In queste pagine si propone di mettere a fuoco l'approccio simmeliano che domanda al pensiero di sondare, al suo limite, la pensabilità della libertà.