L'uomo si sta lentamente riducendo a consumo, merce, numero, massa. Eppure, gli esseri umani sono straordinari, fantasiosi, creativi, con grande successo nel campo della tecnologia. Sul terreno dell'amore, però, appaiono carenti, delusi e frustrati. Fatti per amare (Nek), proprio l'amore, non riesce. Perché? La risposta si trova nell'ultima canzone di Renato Zero Gesù: "Gesù non ti somigliamo più". Quando l'umanità si allontana dall'umanità di Gesù, "la terra in ginocchio sta, soli più soli di sempre". Nelle attuali condizioni di paura dell'umanità odierna, colpita dalla barbarie del terrorismo internazionale mascherato di religione fondamentalista, è necessario presentare ai giovani "con intelligenza e umiltà" il modello umano di Gesù, la sua umanità ricca di amore e di pace, di tolleranza e di dedizione, di fiducia e di rilancio delle energie positive, belle e buone, di ogni essere umano. La Pop-Theology, in quanto, "teologia popolare" s'incarica di pensare criticamente il "cattolicesimo convenzionale", svecchiando la predicazione cristiana, affinché la fede non rischi di diventare solo una maschera religiosa senza riferimento al Dio di Gesù e alla sua "umanità". È Teologia "pop", "carità intellettuale", sapendo che i giovani di oggi si esprimono con un loro particolare linguaggio, quello della musica. Prefazione di Antonio Spadaro.
L'opera raccoglie una serie di saggi mariologici, redatti durante gli anni della sua carriera teologica ed accademica. L'iniziativa della pubblicazione fu presa dal Padre Stefano De Fiores, di venerata memoria, riconosciuto ormai come uno dei più illustri mariologi del panorama teologico internazionale. Considerando che si tratta di un lavoro prettamente dogmatico, viene messo in evidenza che la verità su Maria, che, da una parte, trova il fondamento nell'essenziale testimonianza del Nuovo Testamento, dall'altra, necessita dell'approfondimento teologico-sistematico per la comprensione del suo ruolo nella storia della salvezza. La riflessione sui dogmi mariani, che espongono in chiave veritativa gli scarni riferimenti neotestamentari, il corposo studio sui passi biblici in cui emerge la figura della Madre di Gesù, l'attenzione alla pietà popolare, l'ispirazione poetica, sedimentata nei testi lirici riportati nella terza parte, e l'attualizzazione kerygmatica nell'omiletica, costituiscono l'assoluta novità di quest'opera. Ne scaturisce un'impresa editoriale di vaste proporzioni, non solo in riferimento all'ampiezza del volume, ma soprattutto in ordine alla forza delle provocazioni e alla profondità dei concetti.
L'immagine di Mons. Staglianò, vescovo di Noto, che, con tanto di mitra dorata e pastorale canta Mengoni e Noemi durante la celebrazione di una cresima ha fatto il giro del web e dei media tradizionali diventando presto un classico tormentone. La performance canora del presule non è rimasta però isolata, tanto da diventare una precisa cifra comunicativa che il vescovo Staglianò, autore di serissimi testi pubblicati dalle principali case editrice cattoliche italiane, con tanto di studi in teologia alla Gregoriana e in Germania, ha scelto per comunicare direttamente al cuore dei giovani, mai come in questo momento croce e delizia della Chiesa. In questo libro, pensato per un target ampio che va dagli operatori pastorali, alle famiglie, ai giovani stessi, don Tonino (come ancora lo chiama con affetto chi lo conosce da sempre) racconta la sua passione per la musica e per l'educazione dei ragazzi; la sua voglia di andare oltre l'ecclesiale per usare il linguaggio più universale, quello delle cosiddette canzonette che, poi, a rileggerle bene, come fa l'autore in questo libro, non sono poi da considerare in maniera così indulgente ma hanno testi che possono e sanno veicolare verità profonde che, talvolta, non sappiamo più come comunicare. Prefazione di Giovanni D'Ercole.
Visto e considerato come vanno le cose nel nostro Meridione, parafrasando una famosa frase del Vangelo, verrebbe da dire: dal Sud cosa mai potrà venire di buono. Eppure questo libro, scritto da un teologo del Sud, da più di due anni anche vescovo di Noto (SR), una diocesi del profondo Sud, non ha esitazioni a proporre il Mezzogiorno come una risorsa, umana e civile, per l’intero Paese.
In un tempo certo non facile per l’Italia, dove da una parte si festeggiano i 150 anni dell’Unità, e dall’altra si cerca di dividere il Paese, il Sud, anche se resta una terra amara per i pesi che ancora porta, può costituire una speranza, una sorta di laboratorio della speranza per l’Italia tutta, proprio per alcune sue caratteristiche essenziali: la voglia di riscatto, di voltar pagina, il desiderio di affrancarsi da certi poteri, la capacità di accogliere lo straniero, i rapporti sociali improntati a franchezza, le nuove generazioni che tornano a coltivare la terra, la cura e il rispetto per il territorio, una religiosità che, se ben orientata, mantiene ancora solide radici nella fede.
Sono tutti questi valori che, coniugati e riletti alla luce degli Orientamenti pastorali della CEI per il prossimo decennio, possono costituire una efficace proposta per educare alla vita buona (e bella!) del Vangelo.
Punti forti
Attualità dell’argomento: 150 anni dell’Unità d’Italia, federalismo, rapporti Nord-Sud. Il riferimento agli orientamenti pastorali della CEI per il prossimo decennio. La prefazione è del card.Angelo Bagnasco
Destinatari
Larghissimo pubblico, ma anche e soprattutto, educatori e giovani.
Autore Antonio Staglianò, nato a Isola Capo Rizzuto (KR) nel 1959, ordinato sacerdote nel 1984, è dal 2009 vescovo di Noto (SR). Dopo aver conseguito il Dottorato in Teologia alla Pontificia Università Gregoriana e la Laurea in Filosofia presso l’Università della Calabria (Cosenza), ha insegnato per diversi anni Teologia fondamentale, Teologia trinitaria, Cristologia in varie università e ISSR. Dal 1989 al 1995 è stato membro del Consiglio nazionale dell’Associazione Teologica Italiana, dal 1997 teologo consulente del Servizio nazionale della CEI per il progetto culturale.Ha diretto per dieci anni la rivista di Scienze teologiche Vivarium. Tra le sue più recenti pubblicazioni: Vangelo e comunicazione, EDB, Bologna 2002; Pensare la fede, Città Nuova, Roma 2004; Cristianesimo da esercitare, Studium, Roma 2007; Madre di Dio. La mariologia personalistica di Joseph Ratzinger, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2010.
I temi centrali della riflessione del Pontefice, illustrati da Staglianò, sono la dimensione personale di Maria che diviene modello della Chiesa proprio in quanto persona; la posizione unificante della Vergine che viene storicamente a trovarsi sul crinale dove converge il moto ascensionale del popolo di Israele e da dove parte il movimento cristiano che si diffonde nel mondo mediante l’opera evangelizzatrice della Chiesa.
DESTINATARI
Studenti e sacerdoti.
L'AUTORE
Antonio Staglianò è vescovo della diocesi di Noto dal 2009. È autore di diverse pubblicazioni di carattere teologico.
Cristianesimo ed emergenze culturali del terzo millennio.
Il compito, le sfide, gli orizzonti
Prefazione di S.E. Mons. Gianni Ambrosio
Ogni vera inculturazione del Vangelo passa attraverso il vissuto culturale di un popolo e in esso si consuma, si compie: entra a permeare profondamente abitudini, usanze, istituzioni, ruoli, leggi, persino sistemi di produzione, perché in fondo raggiunge e cambia l’uomo nella sua realtà di uomo, trasformando i giudizi di valore, il modo di percepire se stesso e la realtà che lo circonda. Per questo motivo, il Vangelo che si incultura esige anche un discernimento valoriale sulle oggettivazioni visibili dello spirito umano, sapendo che però la comunicazione del Vangelo va ben più in profondità. Quella del “coltivatore di sicomori” appare come una metafora interessante che nella lettura del processo di inculturazione permette di riconoscere il “rispetto” per ogni cultura, ma anche il dono fatto dal Vangelo. Il coltivatore è in realtà un intagliatore, perché opera un taglio particolare che permette al frutto di giungere a maturazione. La necessità del “taglio” dice l’importanza che il contenuto eccedente e salvifico del Vangelo incida le/nelle culture; d’altra parte però i frutti sperati sono propri delle culture. Questa prospettiva è indagata nell’opera tenendo conto delle sfide fondamentali dell’odierna congiuntura culturale – il multiculturalismo, la questione ambientale ed ecologica, il riduzionismo antropologico tra bioetica e politica – e di due grandi orizzonti possibili per risolvere le difficoltà: l’allargamento sapienziale de
Il presente volume contiene un testo dedicato alla lezione di Karol Wojtyla sulla cultura e la persona. L'autore seguendo il pensiero di Wojtyla compie una profonda contemplazione dell'umano.
«La testimonianza come "servizio" significa cha la vita cristiana è un agire che sa assumere le forme della vita umana come un alfabeto in cui dirsi ed in cui realizzarsi [...] Prendendo sul serio questa provocazione, introdotta a Verona come un'intuizione da sviluppare, il volume del teologo Antonio Staglianò si dipana con un'eleganza pari sicurezza del disegno. Il libro sembra decollare come un instant book, volto a raccogliere e indirizzare le provocazioni emerse nel convegno scaligero. Subito, però, si sviluppa con un movimento ampio e sinfonico, così che se il motivo iniziale suona le note udite a Verona, subito l'orchestrazione del volume guadagna un orizzonte tanto ampio che mette in gioco nientemeno che il futuro del cristianesimo. Precisamente sotto la figura del superamento della frattura tra teologia e pastorale [...] con un linguaggio che è un impasto singolare di riferimento biblico, citazione colta, richiamo magisteriale e lingua teologica. [...] Questo volume aiuterà che volesse riflettervi a trovare le armoniche di confronto per far convergere i "lavoratori del Vangelo" verso un sogno comune che sia all'altezza del momento. [...] Un "cristianesimo da esercitare" appare dunque l'istanza del momento. Il suo esercizio è l'opera della Chiesa tutta, la riflessione metodica su di esso è compito della riflessione dei teologi in sinergia con i pastori».
Dalla Prefazione di Mons. Franco Giulio Brambilla
Antonio Staglianò, Dottore in Teologia (Pontificia Università Gregoriana) e in Filosofia (Università della Calabria), è Direttore dell'Istituto Teologica Calabro in Catanzaro, dove insegna Teologia sistematica(Cristologia, Teologia trinitaria e Teologia della pastorale). Ha diretto per anni la Rivista di scienze teologiche «Vivarium». Dal 1989 al 1995 è stato membro del Consiglio nazionale dell'Associazione Teologica Italiana e dal 1994 al 2002 professore invitato nei corsi di specializzazione di teologia fondamentale della Pontificia Università Gregoriana. Dal 1997 è Consulete del servizio nazionale della CEI per il progetto culturale. Unisce l'impegno per la ricerca scientifica con quello per l'animazione pastorale : è Vicario Episcopale per la cultura nella Diocesi di Crotone - Santa Severina e parroco in solidum di Le Castella.
Ha pubblicato diverse monografie scientifiche: La teologia secondo A. Rosmini (Morcelliana, 1988); La teologia che serve la Chiesa (SEI, 1996); La mente umana alla prova di Dio (EDB,1996); Il mistero del Dio vivente (EDB,1996); Vangelo e comunicazione (EDB, 2002); Pensare la fede (Città Nuova, 2004) Su due ali (Lateran University Press, 2005); Ha scritto la Trinitaria in G. Canobbio - P. Coda (edd.), La teologia del XX secolo, Un bilancio, Roma2003. Nelle nostre collane figura il volume Teologia e spiritualità. Pensiero critico ed esperienza cristiana (2006). Ha al suo attivo raccolte di poesie che si prefiggono di tentare vie nuove, più simboliche, per comunicare un pensiero non negligente sui tanti problemi dell'esistenza umana, dentro l'illuminazione della fede.
Una fede che non cerca la propria intelligenza non è pienamente accolta né veramente pensata né fedelmente vissuta: oggi è più che mai necessario che la Chiesa pensi la fede e che la fede tomi a pensare, dandosi un nuovo impulso missionario per capire l'uomo alla luce del Vangelo. Un percorso articolato all'interno del rapporto tra fede e cultura nel mondo contemporaneo che, coniugando spessore spirituale e saldezza concettuale, vuole proporsi come un invito a essere cristiani all' altezza di un mondo in cui la verità ha cittadinanza solo se rivestita di autenticità.
"La missione di comunicare la fede cristiana oggi impone la competenza di saper rendere culturalmente appetibile e rilevante la salvezza evangelica, permettendo l’incontro degli uomini con Cristo, quale vera e autentica risposta alle eterne e sempre diverse domande del mondo che cambia. […] Ragionare allora sulla comunicazione della fede alla luce della missione evangelica dell’annuncio significa non tanto e non solo risolvere le domande sulle tecniche comunicative, ma andare alla radice dello stesso mistero di Dio che si è rivelato e comunicato all’umanità, al fine di realizzare una vera comunione" (dalla Prefazione).
In questo contesto, l’autore vuole offrire un contributo alla possibile assimilazione degli Orientamenti pastorali della Chiesa in Italia "Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia", alla luce della Lettera apostolica di Giovanni Paolo II Novo millennio ineunte. A tale scopo, le affermazioni del papa e dell’episcopato non vengono tanto ripetute, quanto accompagnate, conducendo in modo progressivo e convincente all’interno delle ragioni e delle opzioni che giustificano e rendono comprensibili alcuni principi pastorali di fondo e talune dinamiche ecclesiali.
Note sull’autore
Antonio Staglianò (Isola di Capo Rizzuto - KR, 1959) ha conseguito il dottorato di ricerca in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana nel 1986 e la laurea in Filosofia all'Università della Calabria nel 1995. Insegna Teologia sistematica (cristologia e teologia trinitaria) all'Istituto teologico calabro, della cui rivista di scienze teologiche Vivarium è direttore, ed è professore invitato nei corsi di specializzazione di Teologia fondamentale della Pontificia Università Gregoriana. Dal 1989 al 1995 membro del Consiglio nazionale dell'Associazione teologica italiana. Dal 1997 è teologo consulente del Servizio nazionale per il progetto culturale della CEI. È parroco, nonché direttore dell'Ufficio catechistico e dell'Ufficio cultura nella diocesi di Crotone-S. Severina. Tra le sue pubblicazioni: La teologia secondo A. Rosmini. Sistematica-critica-interpretazione del rapporto fede e ragione, Brescia 1988; La teologia "che serve". Sul compito scientifico ecclesiale del teologo per una nuova evangelizzazione, Torino 1996; La mente umana alla prova di Dio. Filosofia e teologia nel dibattito contemporaneo sull'argomento di Anselmo d'Aosta, Bologna 1996; Il mistero del Dio vivente. Per una teologia dell'Assoluto trinitario, Bologna 1996.
Nella sua proposta alla cultura contemporanea, l'autore affronta temi quali i tratti materni del Padre, dando spazio a un linguaggio di Dio al femminile; l'impegno solidale del Figlio, che orienta a una società più giusta ed equa; la passione popolare dello Spirito, che anima interiormente la chiesa rendendola tutta missionaria.