Come abitiamo la terra? E come la lasceremo alle future generazioni? Sarà ancora «casa comune» per la varietà dei viventi, oppure gli squilibri che osserviamo e sperimentiamo già oggi determineranno mutamenti irreversibili e condizioni sfavorevoli alla vita nelle sue diverse forme? Di fronte alla crisi ecologica attuale possono ben poco allarmismi e catastrofismi. Serve piuttosto un'assunzione di responsabilità, personale e collettiva, alimentata dalla conoscenza dei problemi reali e da una più profonda riflessione. Il volume approfondisce questo tema attraverso il contributo di tre autori: Jürgen Moltmann, tra i più attenti promotori della causa ecologica e delle sue implicazioni etiche e politiche; Pietro Stefani, che avvicina la crisi ambientale richiamandosi alla tradizione biblica; Paolo Trianni, che prende in esame il vegetarianesimo nei suoi intrecci con l'etica ambientale.
Nell'ambito dell'attuale riflessione teologica cristiana sul popolo ebraico è ormai dato per scontato che l'alleanza tra Dio e Israele non sia stata revocata. Da ciò consegue il fermo ripudio della teologia della sostituzione, secondo la quale la Chiesa definisce se stessa come il vero e nuovo Israele che subentra all'antico. Queste affermazioni, orientate a sviluppare un nuovo corso nei rapporti cristiano-ebraici, risultano però ancora incerte nel prospettare quale nuova immagine di Chiesa emerga da questo radicale mutamento. Poiché molte difficoltà dipendono da un'inadeguata impostazione del problema, il volume prospetta un cambio di approccio basandosi su un'approfondita ermeneutica di alcuni testi del Nuovo Testamento. L'indagine si incentra sulle conseguenze ecclesiologiche legate al fatto che l'elezione d'Israele avviene nei confronti degli altri popoli ed è quindi costitutiva della polarità Israele-Genti. Discorso analogo comporta il confronto con l'ebraismo definito in base a tre parametri fondamentali: Torah, popolo, terra. Da questa impostazione consegue la necessità di non presentare il cristianesimo come semplice universalizzazione dell'ebraismo. Definire la Chiesa come una comunità di chiamati da Israele e dalle Genti esige un ripensamento della categoria ecclesiologica di mistero, la riduzione del ricorso a parametri identitari per definire il cristianesimo e una nuova visione dell'inculturazione della fede.