Che cosa significa essere adulti oggi? E come diventarlo? Se negli ultimi decenni l'identità adulta è stata principalmente fondata sul lavoro e sulla possibilità di costruire un proprio ruolo sociale e professionale, oggi quel modello appare in crisi e non più in grado di offrire le certezze fornite finora. Anche per questo, nella "stanza delle parole" dove la psicoterapeuta Stefania Andreoli riceve i suoi pazienti, negli ultimi anni ha cominciato a emergere una istanza generazionale comune: quella dei venti-trentenni e dei trenta-quarantenni, in cerca di aiuto per capire come trovare il proprio posto in un mondo sempre più schiacciato sul presente e che sembra aver perso ogni slancio verso il futuro. Partendo dalle storie di chi si rivolge a lei ogni giorno, Andreoli mostra a tutti noi cosa voglia dire essere adulti in quest'epoca di disorientamento, e prova a tessere un filo per ricucire lo strappo che oggi separa i più giovani dai loro genitori e dalle generazioni che li precedono. Perché, in un momento in cui le accuse reciproche prevalgono sul dialogo e la richiesta di omologarsi a un irraggiungibile ideale di perfezione vince sul guardarsi davvero, potrebbero essere proprio i giovani adulti, e i nuovi modelli di cui sono portatori in quanto figli del loro tempo, a indicare la soluzione rivoluzionaria capace di aiutare tutti a essere più in ascolto di se stessi e degli altri e, finalmente, anche più felici.
Le serie tv occupano sempre di più il nostro immaginario (e il nostro tempo). E ciò che ci propongono non è soltanto intrattenimento. Attraverso le storie che guardiamo passa una visione del mondo, un'idea di bene e di male, una gerarchia di valori, quindi un'etica, che inevitabilmente ha un impatto sul nostro comportamento, su pensieri, giudizi e decisioni. In qualsiasi ambiente educativo, che si tratti della propria famiglia o della scuola, è sempre più urgente capire quale sia lo sguardo sulla vita, le persone e le relazioni veicolato dalle serie e conoscere la logica che le orienta. Solo così saremo attrezzati per compiere scelte adeguate alle nostre vere esigenze personali e familiari.
Una donna “spazza la casa e cerca attentamente finché non ritrova la dramma (la moneta che aveva perso)... e dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine dicendo: ‘Rallegratevi con me!’” (Luca 15,8-10). Il dramma è superato e la dramma è ritrovata!
E noi? Cosa può “rallegrare” le nostre giornate? Quale “moneta” di grande valore abbiamo perduto? Dove e come “cercarla attentamente”? Nel nostro quotidiano e nei gesti più comuni (spazzare la casa!), si nasconde un tesoro preziosissimo, la dramma, che può farci superare ogni dramma! È la presenza di Dio, nella nostra vita ordinaria e nelle nostre case: là “Dio ti sfiora e ti tocca... e nel deserto del sempre uguale, ti imbatti nell’inaudito” (E. Ronchi).
Stefania Perna è laureata in lettere classiche e ha conseguito il dottorato in letteratura cristiana antica su sant’Ambrogio presso l’Università di Bari, città in cui vive con il marito e tre figli. Docente di lettere di ruolo e diplomata in pianoforte superiore, ha al suo attivo la pubblicazione di dieci libri di argomento spirituale.
Nel 2013 ha pubblicato il suo primo libro dal titolo “50 preghiere per cercatori di speranza” (Effatà) ed in seguito ha scritto un libro ogni anno: “Strada facendo: tutti sogni o tutti segni?” (Cantagalli, 2015); “Diario di Elena. Quarant’anni: perdersi o ritrovarsi?” (Ancora, 2016); “Con tutto l’amore possibile. Il desiderio senza tempo di don Antonio Spalatro” (Effatà, 2017); “Diario ad alta quota” (Parva, 2018); “Tra i tornanti dell’anima. In cammino con la Parola” (Edizioni Segno, 2019); “Spunti quotidiani in cerca di Autore” (Edizioni Segno, 2020); “Il Calendario dei Ma” (Tau, 2021); “Un pellegrino russo alla stazione in una mattina di autunno” (Edizioni Segno 2022); “A piccoli passi verso l’orizzonte” (Edizioni Segno 2022).
In queste pagine una serie di piccoli consigli, che ognuno potrà fare suoi, per parlarne con il Signore e calarli nella propria situazione di vita. Vanno letti lentamente, magari solo uno o due per volta. Molti si rivolgono con il “tu” direttamente al lettore, come se si trattasse di un dialogo. Di chi sono questi consigli? Di tanti sacerdoti (che hanno preferito rimanere ignoti), dell’autrice, di molti santi. Insomma, quella che da sempre si chiama direzione spirituale, cioè aiuto per camminare “a piccoli passi verso l’orizzonte”. Buona lettura!
Note sull'autore
Stefania Perna è laureata in lettere classiche e ha conseguito il dottorato in letteratura cristiana antica su sant’Ambrogio presso l’Università di Bari, città in cui vive con il marito e tre figli. Docente di lettere di ruolo e diplomata in pianoforte superiore, è un’appassionata ricercatrice del legame tra fede e vita quotidiana. Negli ultimi nove anni ha pubblicato un libro all’anno: al primo, intitolato “50 preghiere per cercatori di speranza” (Effatà, 2013), sono seguiti “Strada facendo: tutti sogni o tutti segni?” (Cantagalli, 2015), “Diario di Elena. Quarant’anni: perdersi o ritrovarsi?” (Ancora, 2016), “Con tutto l’amore possibile. Il desiderio senza tempo di don Antonio Spalatro” (Effatà, 2017), “Diario ad alta quota” (Parva, 2018), “Tra i tornanti dell’anima. In cammino con la Parola” (Edizioni Segno, 2019), “Spunti quotidiani in cerca di Autore” (Edizioni Segno, 2020), “Il calendario dei Ma” (Tau, 2021) e “Un pellegrino russo alla stazione in una mattina di autunno” (Edizioni Segno 2022).
All’esodo della Parola è applicabile la parabola del seminatore: parte del seme cade sulla strada ed è mangiata dagli uccelli, un’altra cresce stentata fra i sassi e presto si seccherà, solo una porzione è accolta dal buon terreno, che produce, comunque, in modo disomogeneo. Con eleganza e sapienza l’autore ci guida nell’affascinante viaggio della Parola lungo la storia, consapevole che di fronte a noi si estendono interi continenti e, per quanto si studi, se ne percorreranno solo minuscole porzioni. Le terre inesplorate avranno sempre infatti la prevalenza.
Pietro Stefani insegna alla Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale e all'Università Statale di Milano. E' presidente del Segretariato attività ecumeniche e redattore della rivista "Il Regno".
Il grande pregio dell’opera di p. Schiavone, scrive mons. Scanavino, è di “presentare la Misericordia di Dio come la nota caratteristica del vero volto di Dio e dell’essenza stessa di Dio, quando si rivela all’umanità”.
L’invito a glorificare la Divina Misericordia è un invito a viverla profondamente e concretamente nelle nostre vite, seguendo la testimonianza e l’esempio di Suor Faustina Kowalska.
Nella cella di una delle più famigerate prigioni di massima sicurezza del Regno Unito, un uomo lotta contro alcune delle più potenti istituzioni della Terra che da oltre un decennio lo vogliono distruggere. Non è un criminale, è un giornalista. Si chiama Julian Assange e ha fondato WikiLeaks, un'organizzazione che ha profondamente cambiato il modo di fare informazione nel XXI secolo, sfruttando le risorse della rete e violando in maniera sistematica il segreto di Stato quando questo viene usato non per proteggere la sicurezza e l'incolumità dei cittadini ma per nascondere crimini e garantire l'impunità ai potenti. Non poteva farla franca, doveva essere punito e soprattutto andava fermato. Infatti da oltre dieci anni vive prigioniero, prima ai domiciliari, poi nella stanza di un'ambasciata, infine in galera. È possibile che a un certo punto venga liberato, oppure rimarrà in prigione in attesa di una sentenza di estradizione negli Stati Uniti e poi finirà sepolto per sempre in un carcere americano. Con lui rischiano tutti i giornalisti della sua organizzazione. L'obiettivo è distruggerli e farlo in modo plateale. Stefania Maurizi è l'unica giornalista che ha lavorato fin dall'inizio, per il suo giornale, su tutti i documenti segreti di WikiLeaks, a stretto contatto con Julian Assange, incontrandolo molte volte. Ha contribuito in maniera decisiva alla ricerca della verità, citando in giudizio quattro governi - gli Stati Uniti, l'Inghilterra, la Svezia e l'Australia - per accedere ai documenti del caso. Gli abusi e le irregolarità emersi da questo lavoro d'inchiesta sono entrati nella battaglia legale tuttora in corso per la liberazione del fondatore di WikiLeaks. In queste pagine ripercorre tutta la vicenda, con documenti inediti... Prefazione di Ken Loach.
Il volume dedicato alla “Procedura Penale” si compone di 16 capitoli attraverso i quali si ricostruisce lo svolgimento del processo penale.
Il testo segue l’ordine del codice di procedura penale, pertanto i capitoli hanno ad oggetto gli stessi argomenti trattati dai diversi Libri del codice di rito.
Le diverse fasi e gli istituti processuali sono trattati nei loro elementi essenziali, individuandone, di volta in volta, caratteri, funzioni e presupposti.
Il testo combina le nozioni processuali con i principali aspetti della prassi dei tribunali e delle aule giudiziarie.
L’obiettivo è quello di conciliare gli aspetti tecnici dei vari istituti e delle varie fasi processuali con la necessità di comprendere le problematiche che coinvolgono i diversi soggetti protagonisti del processo penale.
Particolare attenzione è stata prestata, nella trattazione, alle più recenti pronunce giurisprudenziali sulle problematiche ancora controverse.
Il volume è altresì aggiornato ai più recenti interventi normativi, con un sintetico richiamo anche a quelli emanati in ragione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, come il D.M. 13 gennaio 2021 in materia di deposito di atti, documenti e istanze.
Di quanto sia fecondo e ricco il ministero della cura dei malati ci dà testimonianza questo scritto. Non una trattazione di pastorale sanitaria, ma una narrazione esistenziale, una spigolatura di esperienze concrete e toccanti, arricchite da riflessioni spirituali e dalla testimonianza di alcuni pazienti che hanno vissuto - nella luce della speranza cristiana - il momento della prova. In questo suo diario, o zibaldone, come padre Andrea Stefani lo definisce, si rincorrono storie e riflessioni che ci introducono nel mistero della malattia, della vecchiaia e della morte. Di fronte alla sofferenza più acuta e incomprensibile, il cristiano non conosce una strada per aggirare il dolore, conosce piuttosto la strada della compagnia: la "compagnia degli uomini" e la "compagnia di Dio". Perché la "notte oscura" della Croce non arriva quando giungono le prove, le malattie, le morti, ma quando chi soffre resta dimenticato e solo.
Dal momento in cui sbarcano a Palermo da Bagnara Calabra, nel 1799, i Florio guardano avanti, irrequieti e ambiziosi, decisi ad arrivare più in alto di tutti. A essere i più ricchi, i più potenti. E ci riescono: in breve tempo, i fratelli Paolo e Ignazio rendono la loro bottega di spezie la migliore della città, poi avviano il commercio di zolfo, acquistano case e terreni dagli spiantati nobili palermitani, creano una loro compagnia di navigazione... E quando Vincenzo, figlio di Paolo, prende in mano Casa Florio, lo slancio continua, inarrestabile: nelle cantine Florio, un vino da poveri - il marsala - viene trasformato in un nettare degno della tavola di un re; a Favignana, un metodo rivoluzionario per conservare il tonno - sott'olio e in lattina - ne rilancia il consumo... In tutto ciò, Palermo osserva con stupore l'espansione dei Florio, ma l'orgoglio si stempera nell'invidia e nel disprezzo: quegli uomini di successo rimangono comunque «stranieri», «facchini» il cui «sangue puzza di sudore». Non sa, Palermo, che proprio un bruciante desiderio di riscatto sociale sta alla base dell'ambizione dei Florio e segna nel bene e nel male la loro vita; che gli uomini della famiglia sono individui eccezionali ma anche fragili e - sebbene non lo possano ammettere - hanno bisogno di avere accanto donne altrettanto eccezionali: come Giuseppina, la moglie di Paolo, che sacrifica tutto - compreso l'amore - per la stabilità della famiglia, oppure Giulia, la giovane milanese che entra come un vortice nella vita di Vincenzo e ne diventa il porto sicuro, la roccia inattaccabile. Intrecciando il percorso dell'ascesa commerciale e sociale dei Florio con le loro tumultuose vicende private, sullo sfondo degli anni più inquieti della Storia italiana - dai moti del 1818 allo sbarco di Garibaldi in Sicilia - Stefania Auci dipana una saga familiare così viva e pulsante da sembrare contemporanea.
Vengono qui pubblicate, con il testo originale tedesco, le ventiquattro lettere e sei cartoline che Stefan Zweig (1881-1942) inviò al giovane Hans Rosenkranz (1905-1956) tra il 1921 e il 1933. Il carteggio documenta un'amicizia inconsueta, che si esprime tramite la partecipazione di Zweig alla vita e alla carriera dell'altro, attraverso una solerte e affettuosa attività di mentorato. Accomunati dalle loro radici ebraiche, dal loro talento e da progetti editoriali, fitto è nell'epistolario lo scambio di opinioni su questioni letterarie, politiche, identitarie e sioniste, in costante riferimento alle coeve pubblicazioni di Zweig. Chi ha dimestichezza con la pagina dello scrittore austriaco riconoscerà, in queste lettere, una personalità che, di fronte all'imminente nazionalsocialismo, vi contrappone i propri ideali cosmopoliti ed europeisti. Al lettore del carteggio si offre, pertanto, un ampio panorama della società e della cultura nei concitati anni della Repubblica di Weimar attraverso una serie di testimonianze vergate in prima persona, di rara sincerità e di stringente attualità.
I Boscolo sono una famiglia come tante? Non proprio. Abitano quasi tutti nella palazzina di via delle Magnolie 11 e non disdegnano finti omicidi, gare truccate e amori clandestini. In una parola, hanno una morale tutta loro. Altrimenti perché continuerebbero ad affittare l'appartamento del secondo piano a quel donnaiolo di Lorenzo, senza comunicarlo alla legittima proprietaria? E perché dovrebbero avvalersi di un detective privato travestito da palma per impedire a lei, la legittima proprietaria, di scoprirlo? «Come l'amato di Bella ciao, anche io una mattina mi son svegliata e ho trovato l'invasor. Il maledetto virus, che per molti motivi ho odiato: quelli più ovvi, certo, ma anche per la retorica insopportabile che ha scatenato intorno a sé. Come sfuggire alla melensaggine che si diffondeva a macchia d'olio, aggravando la pena di tutti? L'unica cosa che mi è venuta in mente è stata di offrire a chi avesse avuto voglia di servirsene una storia negativa al tampone, ma non solo, che del tampone proprio ignorasse l'esistenza. Così ogni mattina, dal 16 marzo al 3 maggio, mi sono alzata e come prima azione della giornata ho scritto cinque o sei pagine e le ho postate. Quando ho iniziato la prima puntata avevo un solo dato di partenza: una palazzina in una piccola città immaginaria, Rivabella Lago, in provincia di Verbania, abitata da una famiglia di origine veneta e di natura truffaldina. Tutto il resto è venuto giorno per giorno, semplicemente perché doveva venire. Stella Marina e sua cugina Claudia, il fratello di Stella Marina, che si chiama Alvise, la nonna assassina, l'inquilino bellissimo, l'avvocato romantico ma permaloso, il cugino americano tutto arancione... e la cognata carognetta che si iscrive a un talent di ballo, in una parola: i Boscolo, a cui mi sono affezionata man mano che a loro si affezionavano i miei amici di Facebook, che commentavano, suggerivano, proponevano modifiche, trovavano nella storia oggetti e sentimenti della loro vita quotidiana. Mi auguro che sia lo stesso anche per voi, che state per leggerla tutta riunita dentro questa bella copertina. E non smettete dopo la parola fine, perché le storie dei Boscolo continuano...».